il Fatto Quotidiano, 22 settembre 2022
Nel nome del padre: le bugie di Massud
I figli non hanno né le colpe né i meriti dei padri. È in nome del padre che Ahmad Massud, figlio del “leone del Panshir”, Ahmad Shah Massud, si è intestato il diritto di essere il capo della resistenza al governo che i Talebani hanno preso nell’agosto del 2021.
Ma non ha le qualità del padre. Ha 32 anni, ha vissuto buona parte della sua vita in Gran Bretagna, non ha alcuna esperienza militare sul campo. A quell’età un talebano ha almeno 15 anni di combattimenti alle spalle.
Nei giorni scorsi Ahmad Massud è stato in Europa per compattare la resistenza ai Talebani e rilascia interviste a destra e a manca. E naturalmente racconta frottole. I Talebani sarebbero legati al terrorismo internazionale, dice Ahmad Massud: “I legami fra il regime dei talebani e diversi gruppi terroristi internazionali sono evidenti e provati. Il rapporto con al Qaeda è ancora molto stretto”. Questa è la frottola più grave e vergognosa. Se c’è un gruppo politico e militare che ha combattuto l’Isis (al Qaeda non conta più nulla e comunque i Talebani non hanno nulla a che fare con al Qaeda) sono stati i Talebani. Nel giugno del 2015 Isis cercò di penetrare in Afghanistan. Con una lettera aperta ad Al Baghdadi, che è il suo ultimo atto politico a lui attribuibile, il Mullah Omar intimava al Califfo saudita di stare alla larga perché “noi stiamo combattendo una guerra d’indipendenza che non ha nulla a che vedere coi tuoi deliri geopolitici”. E aggiungeva “tu stai dividendo pericolosamente il mondo islamico” (la lettera non è firmata direttamente da Omar, ma dal suo vice Mansour). Questa lettera mi pareva importante ma i media internazionali la ignorarono, credo non in modo del tutto innocente: bisognava continuare a legittimare l’occupazione occidentale.
È ovvio che dovendo combattere contemporaneamente gli occupanti occidentali e l’Isis i Talebani persero terreno, ma la penetrazione di Isis in Afghanistan fu contro i Talebani e non viceversa. Attualmente Isis, con l’operazione Khorasan che intende aggregare allo Stato islamico del fu Al-Baghdadi buona parte dell’Asia centrale e altre regioni, continua a fare attentati kamikaze in Afghanistan per screditare il governo talebano e convincere non si sa bene chi, forse proprio gli occidentali, che non è in grado di gestire il Paese.
Amhad Massud afferma che il governo afghano “rifiuta norme e trattati internazionali”. È vero il contrario, il governo talebano ha chiesto che l’Afghanistan sia rappresentato con un seggio all’Onu cui ha diritto come ogni altro Stato. Uno Stato è tale quando ha un governo, un territorio, una popolazione, e l’Afghanistan ha un governo, un territorio, una popolazione.
Su chi può contare la resistenza di Ahmad Massud? Su “3000 soldati del dissolto esercito afghano”. Quanto valesse questo “dissolto esercito afghano” lo abbiamo visto al tempo della fulminea avanzata talebana verso Kabul nell’agosto del 2021. Si è dissolto in due settimane. Era formato da ragazzi per nulla motivati. Infatti se al tempo del Mullah Omar Kabul contava un milione e 200.000 abitanti oggi ne ha più di cinque milioni. Per avere comunque un salario i ragazzi di Kabul non avevano altra scelta che arruolarsi nell’esercito ‘ lealista’ (erano così poco motivati che ogni anno tanti ne entravano e altrettanti, appena potevano, ne uscivano). Ed è pensabile che le ragioni dell’arruolamento nell’ipotetico esercito di Ahmad Massud siano le stesse.
Altra balla. Le ragazze non possono studiare. Questo non era vero nemmeno ai tempi del Mullah Omar (vedi Talebani, di Ahmed Rashid, p. 282). Attualmente, dopo gli sconquassi della guerra, le scuole e le università sono state riaperte alle donne. Del resto il governo talebano ha urgente bisogno di tecnici e specialisti perché molti, temendo rappresaglie che non ci sono state (il governo talebano, come già il Mullah Omar ha decretato un’amnistia generale) se ne sono andati dall’Afghanistan.
E questo riporta all’attualità le responsabilità del fin troppo lodato “leone del Panshir”. È stato Massud padre a portare Bin Laden e i suoi uomini, che stavano in Sudan, in Afghanistan perché lo aiutasse a combattere il suo nemico di sempre Gulbuddin Heckmatyar. Ma la responsabilità più pesante è un’altra. Non accettando di essere stato sconfitto dai Talebani Massud ha chiamato in aiuto gli americani che senza uomini sul terreno non avrebbero mai potuto conquistare l’Afghanistan. Con questa decisione Massud ha deciso la sorte dell’Afghanistan e anche la sua. In una telefonata fra il Mullah Omar e Massud, l’unico contatto che abbiano avuto i due seppur a distanza, Omar gli dice “guarda che se chiami gli americani saranno loro a comandare e non tu”. Ma questa decisione fu letale anche per lo stesso Massud. Due giorni prima dell’attacco alle Torri Gemelle verrà ucciso da due kamikaze arabi presentatesi come fotografi. Nemmeno la prevenutissima stampa occidentale ha mai attribuito questo attentato ai Talebani. Chi sono i responsabili allora? Bin Laden no di sicuro, perché i suoi uomini e quelli di Massud avevano operato per anni nella stessa zona in buona armonia, come in buona armonia erano i due leader. Massud era un cretino politico, ma un afghano integrale dalla testa ai piedi e dopo la sconfitta dei Talebani avrebbe detto agli americani: “Grazie per l’aiuto che ci avete dato, ma adesso tornatevene a casa vostra”. Cosa c’entra questo con l’istruzione femminile? C’entra per un dettaglio. I Talebani, nella loro indubbia sessuofobia, volevano che gli edifici femminili e maschili (non semplicemente le aule come è stato da noi finché ho studiato io) fossero a distanza. Ma impegnati in una logorante guerra con Massud non ebbero il tempo e il modo di costruire edifici per la scuola femminile. Avevano altre priorità. E si può capirli.
Cosa chiede Ahmad Massud agli occidentali? Un supporto economico e militare. Bene e allora ricominciamo un’altra guerra di vent’anni per ridurre i talebani alla ragione e alle buone maniere. Ma una resistenza durata vent’anni non può esistere se non ha l’appoggio della maggioranza della popolazione. Non si vuole accettare, molto illuministicamente, la realtà: se i talebani hanno vinto contro il più potente esercito mai schierato nella Storia è perché rispondevano, e come si vede rispondono, meglio di altri, certamente meglio degli occupanti e anche del nobile Massud, ai sentimenti e alle tradizioni della popolazione afghana.