il Fatto Quotidiano, 22 settembre 2022
A Ornella Vanoni piace Giorgia Meloni
Ornella Vanoni l’artista si deve schierare durante la campagna elettorale?
Dovrebbe; (pausa) avete presente cosa è successo negli Stati Uniti contro Trump? Lì c’è stata una partecipazione collettiva, un desiderio di non mollare la situazione.
Quindi, lei…
In questo caso trovo più giusto aspettare e capire cosa accadrà dopo il voto del 25 settembre.
Allora non è tra chi ostracizza Giorgia Meloni.
La trovo molto brava in un mondo totalmente maschilista; (sorride) darà fastidio a tanti uomini, il problema è che il suo programma, sotto certi punti, non mi convince.
Quale aspetto, in particolare?
Proprio sulle donne, soprattutto riguardo all’aborto. Dovrebbe approfondire maggiormente l’argomento.
Non teme un ritorno al fascismo?
Questa è una destra un po’ obsoleta e… (il telefono gracchia, non si capisce bene il termine).
Ha detto che si “lavano” poco?
No! (Silenzio, poi sorride) Forse Salvini.
Che c’entra?
Suda sempre.
Berlusconi suda?
(Stupita) Lui? Figurarsi, in tanti anni non l’ho mai visto con una goccia di sudore.
Laura Pausini in un programma televisivo spagnolo si è rifiutata di cantare “Bella ciao”…
Quello è un brano che nasce in Italia come inno partigiano, poi con gli anni ha acquisito una valenza di solidarietà e libertà, anche Greta Thumberg ha utilizzato la stessa base per poi associare tematiche più ambientaliste.
Quindi…
Certo! Quelli della mia generazione hanno tutti avuto almeno un morto da piangere, io un cugino ucciso in casa; (ci pensa) ma la sinistra cosa combina?
È lei l’opinionista…
Non capisco cosa sia successo al Pd, sembra totalmente atrofizzato; ho il dubbio che ancora stia pagando la fine della Democrazia cristiana: senza di loro non sono più riusciti a trovare una collocazione adeguata.