La Stampa, 21 settembre 2022
Mirafiori punta al riciclo
Un doppio investimento su Mirafiori e la prospettiva di accelerare sulla produzione della 500 elettrica. Stellantis rilancia la scommessa sull’Italia e su Torino, conferma gli impegni e getta le basi per la prossima era dello stabilimento più antico, che diventerà il centro globale dell’economia circolare. In un momento complicatissimo, con le materie prime introvabili e i prezzi dell’energia alle stelle, il gruppo nato dalla fusione tra Fiat-Chrysler e Psa punta a trasformare Mirafiori nella casa di un progetto nuovo: una sorta di maxi-polo del riciclo che, spiega l’amministratore delegato Carlos Tavares, avrà il compito di allungare la «vita dei prodotti. È fondamentale per la sostenibilità futura dell’azienda». La data di partenza per il comparto che si occuperà di rigenerazione di componenti, ricondizionamento e smantellamento di veicoli è fissata per il 2023 e i sindacati stimano che, a regime, porterà 550 occupati.
Sempre a Mirafiori, annuncia il manager, nasceranno le trasmissioni elettrificate a doppia frizione «e-DCT» per i veicoli ibridi e ibridi elettrici plug-in. Una mossa figlia dell’accordo con Punch Powertrain: l’avvio della produzione è previsto per la seconda metà del 2024 con l’obiettivo di fornire 600 mila unità l’anno, come nello stabilimento francese di Metz, per un totale di 1,2 milioni. Tavares, che studia un piano di auto-produzione dell’energia all’interno degli stabilimenti, è consapevole che dall’elettrico non si torna indietro, nonostante le incognite. E, tra le principali, ne individua due: i prezzi e l’attacco di Pechino al mercato del Vecchio Continente. «Sono anni che ripeto ai governi che non si può danneggiare il diritto alla mobilità impedendo l’accesso della classe media all’acquisto di nuove auto elettriche», ragiona. «I brand cinesi stanno entrando a prezzi molto bassi in Europa. Magari è uno sviluppo positivo per i consumatori ma se poi i produttori europei non riescono a competere sarà un rischio per il settore automotive». I risultati nel comparto, per il momento, stanno premiando la strategia del gruppo, spiega Tavares, che ha incontrato anche i delegati della fabbrica e non esclude nuove assunzioni se aumenterà la produzione della Fiat 500 bev, «prima in Europa per vendite nel suo segmento». Secondo l’ad «non ci sono limiti produttivi per lo stabilimento, potremmo arrivare anche a 90.000 unità all’anno. Il problema è la difficoltà di approvvigionamento di componenti». Il presente, in ogni caso, è il dossier Mirafiori, nato grazie al lavoro portato avanti con la Città di Torino e con la Regione Piemonte. Le istituzioni, in un patto tra partiti diversi ma all’insegna del pragmatismo, hanno messo sul tavolo un piano comune, con «la volontà di guardare al futuro della mobilità e non solo alla tradizione industriale di Torino». La Regione utilizzerà la normativa sulla gestione della fonte idroelettrica per garantire una fornitura energetica a costi molto competitivi e metterà in campo le risorse del Fondo sociale europeo per la formazione. Il Comune ha dato la disponibilità a procedere con la variazione di destinazione d’uso per le aree di Mirafiori che saranno rilanciate. —