La Stampa, 21 settembre 2022
Biografia di Silvana Sciarra
Per presentarsi al mondo ha scelto una citazione da un’icona liberal, la giurista americana Ruth Bader Ginsburg, magistrato alla Corte suprema scelta da Bill Clinton, indomita combattente per i diritti delle donne e dei più deboli. «Combatti per le cose che ti interessano, ma fallo in un modo che porterà gli altri a unirsi a te». Tutto un programma. «La passione di chi combatte si deve trasformare in confronto». Ecco dunque Silvana Sciarra, la nuova presidente della Corte costituzionale. È la seconda volta, dopo Marta Cartabia, che alla Corte scelgono una donna. Lei peraltro, a differenza dell’altra che era stata di nomina presidenziale, è stata votata dal Parlamento con una larghissima maggioranza. «Non posso nasconderne l’orgoglio. La trasversalità del consenso svincola dalle appartenenze».
Allieva di Gino Giugni, Sciarra è una giuslavorista che da giovane ha collaborato allo Statuto dei lavoratori, che ricorda ancor oggi con emozione, anche se pensa che sia un po’ superato e che occorra qualche ritocco. Nel tempo però Sciarra ha approfondito sempre più il diritto europeo. Parla il suo curriculum: cattedra di Diritto del lavoro e Diritto sociale europeo all’Istituto universitario europeo; membro del comitato che fornisce un parere sui candidati all’esercizio delle funzioni di giudice e di avvocato generale della Corte di giustizia europea e del Tribunale. Ultima pubblicazione: «Possono le Corti costituzionali e la Corte di Giustizia Ue parlare un linguaggio comune?». Per Sciarra, insomma, diritto comunitario e diritto nazionale sono un tutt’uno. Non riesce proprio a vederli in contrapposizione. «Noi (riferendosi alla Corte costituzionale italiana, ndr) siamo dentro l’ordinamento giuridico europeo. Mai acritici, ci confrontiamo. Rispettiamo e applichiamo le sentenze della Corte di giustizia» in quanto «i valori europei sono i nostri valori».
Per Sciarra, insomma, non è nemmeno pensabile che ci possa essere un contrasto. Dice ancora: «Qualche altra Corte costituzionale ha posto il problema, noi no». Eppure è un tema della campagna elettorale, posto con forza da Giorgia Meloni, su chi debba avere la supremazia. Messaggio secco: «Non c’è un ordine gerarchico».
Quei diritti comuni e condivisi, ci tiene a ribadirlo, sono il divorzio come l’aborto, la libertà di circolazione, le pari opportunità, l’indipendenza della magistratura, il trattamento umano del detenuto.
Sulle donne, «il modo migliore per far emergere le donne è offrire, soprattutto alle giovani, le stesse occasioni di crescita formativa, e di ingresso nel lavoro». Sugli incidenti sul lavoro, «l’Italia ha un corpo di norme molto avanzato. Saremmo idealmente in un contesto avanzato, ma questo non ci può consolare. Ci sono errori, omissioni, a monte di questi eventi drammatici. C’è bisogno di insistere. C’è una scarsa attenzione nell’attuarle nel modo migliore». Sui suicidi in carcere, «è tema drammatico; la Corte è impegnata a garantire condizioni carcerarie compatibili con la dignità sancita dai principi costituzionali».
E poi c’è tanto altro. Nei giorni dell’alluvione delle Marche, il rispetto del paesaggio, che è anche buon governo del territorio. «La Corte, con le sue decisioni sulla tutela del paesaggio, ha da tempo affrontato temi ambientali e creato la tutela dell’ambiente». Il rifiuto di politiche discriminanti nei confronti dello straniero, «in nome anche del principio europeo di libera circolazione».
La Corte costituzionale di Silvana Sciarra si pone in totale e dichiarata continuità con quella di Giuliano Amato. Per lei, come per il suo predecessore, la bussola sarà «il rispetto per le istituzioni», la «sobrietà che accresce l’autorevolezza, così come la trasparenza e l’indipendenza, cuore del nostro lavoro», «la capacità di ascolto». Sguaiati urlatori, prego astenersi. —