la Repubblica, 18 settembre 2022
Intervista a Paola Cortellesi
Complessa. Paola Cortellesi, che la interpreta nella serie diretta da Maria Sole Tognazzi – dal 21 su Sky cinema e su NOW la seconda stagione tratta dai libri di Alicia Giménez-Bartlett (Sellerio) – dice che ammira «la sua forza, la straordinaria capacità di non curarsi del giudizio degli altri, il suo sarcasmo: Petra mi ha dato la possibilità di tirarlo fuori».Ma anche le rocce si sgretolano ein questi quattro nuovi episodi: l’eroina che, dopo la fuga dell’amico ragno nella teca, resta davvero sola nella casa sulle colline di Genova, comincia a soffrire di solitudine. Sarà perché il fido Monte (Andrea Pennacchi) si è innamorato, progetta una nuova vita con Beatrice (Manuela Mandracchia), sarà perché l’indipendenza ha un costo; va bene stemperare tutto nelle battute, ma che fatica. Forse per Petra è arrivato il momento di aprirsi all’amore (Francesco Colella), ma lo scopriremo solo vivendo. Anche se fa molto ridere quando minaccia Monte: «Lo dico per la sua incolumità, non provi mai a piazzarmi con qualcuno».Cortellesi – che ha collaborato alla sceneggiatura con Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Furio Andreotti – lo dice subito: «Petra non mi somiglia, anche se in certi momenti la invidio per comedifende la sua libertà, i suoi spazi».Cosa l’ha affascinata di questa donna?«Non conoscevo Alicia Giménez-Bartlett ma quando mi hanno proposto il progetto ho divorato i libri. Mi è piaciuta l’ironia che caratterizza le storie e la forza di questa donna, così avanti, talmente emancipata da non aver bisogno di dichiararlo.Libera davvero senza non doverne fare un manifesto. La sua scelta di vita è anche egoista, non si occupa degli altri ma pensa a sé».Anche questo è un grande cambiamento.«Lo è e qualcuno penserà che non sia edificante: in genere siamo abituati a vedere un uomo che pensa solo a sé stesso. Quando mai vediamo in azione una donna che pensa a sé stessa? Nelle fiction sono madri, mogli, lavorano: sono sempre impegnate. Si occupano di tutto».In effetti Petra decide della sua vita, anche sessuale. C’è una battuta in cui recita: «Perché per gli uomini scopare è un vanto e per le donne una colpa?».«Già. Petra è padrona di sé stessa, in tutti i sensi. Fa la sua scelta di vita. Dice la verità, anche non nascondersi niente è dura. È dura confrontarsi con la propria coscienza, quotidianamente».Pensa che sia più difficile per una donna essere pienamente libera?«La libertà di non tenere conto del giudizio degli altri è la maggiore conquista nella vita, ti fa sentire forte ed è bellissima da raccontare. Difficilissima da realizzare. Perché, diciamo la verità, siamo tutti più o meno condizionati da quello che dicono gli altri. Ammiro chi riesce a ignorare i commenti».Ha detto che non le somiglia per niente.«No, e forse una personalità come la sua ispira diffidenza. La vorrei come amica se la conoscessi, ma forse non riuscirei a conoscerla profondamente, perché a tratti è respingente. Non è empatica. Però è una donna che evolve, che in questa seconda stagione si interroga sulla sua vita e ha il coraggio di cambiare senza tradire sé stessa. Non amo i sequel, ho fatto eccezione per il seguito diUn gatto in tangenziale.Petra mi ha affascinato e mi piaceil modo in cui lavoriamo con Maria Sole, straordinariamente attenta ai dettagli».Con i film ha esplorato il mondo femminile, cosa ha capito in più di sé stessa?«Che ormai sono matura, l’età mi aiuta a stare più dritta nelle cose, ho più fiducia in me stessa. Ho lavorato tanto, questo mestiere mi ha dato conferme. Le storie che spesso mi è capitato di raccontare girano sempre intorno alle difficoltà di affermarsi per le donne. Sono tutte romanzate, ma spesso ispirate dalla vita vissuta».È capitato anche a lei di sentirsi invisibile?«Certo. In Scusate se esistoraccontavamo la storia di una architetta, ignorata, che si finge uomo per far approvare il suo progetto. La sensazione di invisibilità l’ho provata a un tavolo di autori, tutti parlano, la tua opinione non conta. Unasituazione che non solo io, ma tante donne, hanno vissuto. Ma secondo me è un tema da affrontare anche con umorismo, la polemica trova il tempo che trova. E il pietismo non mi piace».Debutta come regista con il suo film.«Per me è la conseguenza naturale di un percorso. Sono contenta di esordire alla regia, da tanto sentivo il desiderio di raccontare una storia. Ma non mi chieda la trama...».È soddisfatta della sua carriera?«Non faccio cose nuove perché sono insoddisfatta ma perché sono curiosa, per crescere. Ho avuto quello che volevo, è un privilegio vivere della propria passione. Ho avuto molto più di quello che avrei potuto immaginare. Non sono ingrata, ero già contenta prima».