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 2022  settembre 17 Sabato calendario

L’Italia di Pasolini


Cammino lungo una strada di Roma. Sono venuto a scrivere un racconto. Ma un racconto per cosa? Sono venuto a prendere appunti per una visita guidata in un museo. Questo museo sarebbe dedicato a Pasolini. Per cominciare ho scelto una via del Quadraro perché si tratta di un luogo nel quale Pasolini ha girato Mamma Roma.
Vincenzo Cerami ha detto che «se noi prendiamo tutta l’opera di Pasolini dalla prima poesia che scrisse quando aveva 7 anni fino al film Salò, l’ultima sua opera» avremo il ritratto «della storia italiana dalla fine degli anni del fascismo fino alla metà degli anni ’ 70. Pasolini ci ha raccontato cosa è successo nel nostro Paese in tutti questi anni».
Dunque gli oggetti che devo acquisire e esporre nel mio museo sono da ricercare nella storia d’Italia e nella vita di Pasolini. Oggetti che sono disposti lungo cinquantatré anni tra il 1922 e il 1975. Vado a caso e pesco in un anno dell’immediato dopoguerra.
Il 13 giugno del ‘49 ilCorriere d’Informazione esce con un titolo a nove colonne “Scoperti in Val Padana vasti giacimenti di petrolio”. «Non è vero – scrive Giorgio Bocca – a Cortemaggiore è stata trovata solo una bolla che si esaurirà in poche settimane, ma è petrolio quello che esce da un pozzo in una campagna italiana, l’oro nero che abbiamo sempre invidiato agli altri». Su queste fondamenta illusorie Enrico Mattei fonda le basi di un impero, un po’ pubblico e un po’ privato.
Con una casta, una specie di nuova aristocrazia al comando: una razza padrona. Di Mattei, ex partigiano, si dice che sia tra i fondatori di Gladio, colui che fornisce il supporto logistico. Del suo successore, Eugenio Cefis, anche lui ex partigiano, si dice che sia tra i fondatori della P2. E Pasolini cosa scrive nel 1949? Cosa accade nella sua vita? Diventa segretario del Pci di San Giovanni di Casarsa, insegna materie letterarie nella scuola media di Valvasone. Denunciato alla fine dell’estate per atti osceni perde l’insegnamento e viene espulso dal partito «per indegnità morale e politica».
È una piccola macchinazione di provincia per creargli problemi. Scrive all’ex partigiano Ferdinando Mautino, nome di battaglia Carlino, che s’è preso l’onere di redarre la nota di espulsione per l’Unità ricordandogli che «come forse sai sono stato ricattato da un prete: o io la smettevo col comunismo o la mia carriera scolastica sarebbe stata rovinata». E poi: «Non mi meraviglio della diabolica perfidia democristiana; mi meraviglio invece della vostra disumanità (…). Malgrado voi, resto e resterò comunista».
Passa qualche settimana e, nei primi giorni del 1950, Pasolini è a Roma con la mamma Susanna. Una città ancora bombardata che si riempie di cantieri. Quelli delle cosiddette case- Fanfani. Il piano INA- Casa che darà un tetto agli italiani. Le case per la «gente perbene – come dice Anna Magnani inMamma Roma – case di signori»come quelle costruite lungo via Sagunto fino al boomerang di Largo Spartaco. «Tutto un quartiere di un altro rango» dice: quello nel quale porta a vivere suo figlio Ettore.
Ecco perché sono venuto a camminare lungo questa strada del Quadraro. Poco meno di trecento metri da via Selinunte a largo Spartaco. Questa breve strada è un oggetto da mettere nel mio museo, un pezzetto del ritratto della storia italiana che posso recuperare attraverso Pasolini. L’Italia di Mattei e del petrolio, del boom e delle speranze, dell’anticomunismo e dell’omologazione. Cammino lungo via Sagunto e vado verso l’antico acquedotto che sta nella campagna oltre via Selinunte.
«Giro per la Tuscolana comeun pazzo, per l’Appia come un cane senza padrone» scriveva inPoesia in forma di rosa mentre girava Mamma Roma. E parlava proprio di queste strade, di queste case «sprofondate nel cielo», dei «ruderi antichi di cui nessuno più capisce stile e storia».
Il mio Museo Pasolini è un posto nel quale ci sono oggetti accostati per analogia. Il poeta aveva usato il «sottoproletariato meridionale per analogia con quello ebraico al tempo di Cristo», così scrive nel ‘ 64. Non era un lavoro filologico. E neanche io ho cercato di farlo. Ho fatto degli accostamenti per raccontare la storia italiana attraverso la vita e le opere di Pasolini e viceversa.