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 2022  settembre 17 Sabato calendario

Intervista a Khaby Lame


Apre la porta l’uomo della security. Saliamo le scale ed entriamo in un salotto gigantesco. Tavolo nero enorme, a destra un terrazzo che sembra un giardino, sogno di ogni milanese. Giovani con sneakers ai piedi si aggirano per il piano con sigarette elettroniche alla mano e portatili sottobraccio. Quattro cani ci scodinzolano intorno. Siamo nella casa-studio di Alessandro Riggio, manager, amico e coinquilino di Khaby Lame, il ventiduenne italo-senegalese cresciuto nelle case popolari di Chivasso, Torino, diventato da poco il più seguito su TikTok con 149,5 milioni di follower e 79,5, sempre milioni, di seguaci su Instagram. Per dire, Chiara Ferragni ne ha 27,7.
La sua fama viene dai video in cui prende in giro altri utenti che fanno cose banali in modo complicato, lui li riproduce scegliendo la strada più semplice. Allarga le braccia, tira su le spalle, sbarra gli occhi: fa la Khaby move. Siamo in un quartiere del centro di Milano. Ci aspettavamo che il re dei social abitasse a City Life, terra di grattacieli e torri a specchio che fanno molto New York. Invece no. Vive nella parte più borghese e residenziale del centro storico. Parliamo con lui seduti su un divano beige di pelle: Khaby Lame è molto alto, si appoggia allo schienale e le gambe finiscono a penzoloni, senza toccare il pavimento. Sembra un bambino. Non conosce: Joe Biden, Meghan Markle, Sting. Conosce: Bill Gates, la Regina e Tupac. Ha appena ricevuto la cittadinanza italiana, ma non vuole essere strumentalizzato, perché di Giorgia Meloni, Enrico Letta e Matteo Salvini sa poco. Sa tanto, invece, di: Naruto e One Piece (sono anime). Ma anche di Corano, Juventus e Instagram.

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Quando ha superato la tiktoker Charlie D’Amelio, lei l’ha contattato?
«No, ma ha parlato bene di me. Ha detto che per due anni è stata prima e che è normale che qualcuno ti superi. È una creator bravissima».
Lei invece è?
«Anche io un creator, penso e faccio video. Ma sogno di diventare attore come Will Smith ed Eddie Murphy. Andrò in America a studiare».
Qual è il suo lavoro, esattamente?
«Pubblico due, tre video a settimana. Poi, sono diventato vicepresidente dell’agenzia del mio manager, la Iron Corporation. Lavoriamo con altri creator che pensano a contenuti per calciatori, per star».
LA SERIE | I MITI DEI GIOVANI
Stef e Phere: «Da un Gratta e Vinci a YouTube con 6 milioni di fan» Sangiovanni: «La prof mi disse che non ce l’avrei fatta. Giulia? Difficile vivere una storia normale»
Camihawke: «Il video della svolta? Sui punti fragola. Instagram non si adatta più a tutte le mie esigenze»
Salvatore Aranzulla: «Risolvo ogni giorno problemi tech. Altrimenti mi annoio»
Piero Armenti, imprenditore-urban explorer: «Spiego agli italiani che cosa fare a New York»
Rkomi: «Ero senza un soldo, mi sentivo uno sconfitto. Ma con Tedua e Sfera ce l’abbiamo fatta»
Mattia Stanga: «Prendo in giro tutti. Il segreto? Piaccio alle mamme»
In due anni è diventato milionario.
(Si imbarazza, e fa la Khaby move). «Guadagno con gli sponsor e la pubblicità».
Qual è la cosa più bella che le è successa?
«Comprare la casa alla mia famiglia, nell’hinterland di Milano. Abbiamo vissuto tutta la vita in sette in due stanze, ora abbiamo una casa normale. La più difficile invece è gestire la responsabilità di questa fama.Devo stare attento, mi seguono i bambini».
È abituato alla vita nuova?
«È magnifica. Anche se non esco quasi mai e se esco ho la sicurezza. Ma io sono sempre lo stesso. Ho fatto molti lavori, non avrei problemi a tornare ad aiutare in fabbrica».

È andato su TikTok quando ha perso il lavoro.
. «Era l’inizio della pandemia. Non sapevo come dirlo ai miei genitori, il mio stipendio era fondamentale. Ma non mi sono buttato giù e mi sono dedicato a quello che non avevo mai potuto fare: creare. Sono stato sei mesi chiuso in casa a fare video».
Perché non ci ha provato prima?
«Prima del Covid non ho mai avuto tempo. Ho iniziato a lavorare a 17 anni, facevo il muratore, il magazziniere. Da ragazzino supplicavo i miei amici di fare qualche sketch, ma loro mi abbandonavano per le poche visualizzazioni, a me non interessava».
Le manca Chivasso, il paese in cui ha vissuto da quando è arrivato dal Senegal?
«Sì. I ragazzi delle case popolari sono la mia famiglia. Anche senza soldi, nel nostro zero eravamo felici».
Su Instagram ha postato una foto con Snoop Dogg.
«L’ho incontrato in un evento di TikTok. Mi ha invitato nel suo studio: una bomba. Abbiamo giocato a basket e mangiato insieme. Mi ha regalato una catena e ora ci scriviamo su Instagram, lui mi chiama nephew, io uncle».
Com’è l’America?
«L’avevo vista solo in video e dicevo “wow che posto”. L’ho capita su una scala mobile. Ho guardato su e ho visto il mondo».
Che cosa intende?
«Su quella scala mobile c’era il cinese, il peruviano, la tailandese, l’afroamericana e c’ero io. Ho detto “wow, ma siamo tutti qui, c’è il mondo intero”».
La fermavano?
«Ovunque, mi dicevano “I know you” dalle macchine. Anche lì non posso girare. Ma lo potevo immaginare, nella top five dei Paesi che mi seguono ci sono: Stati Uniti, Brasile, Messico, Indonesia e Russia. L’Italia non c’è, ho solo tre milioni di follower».
Quindi Snoop Dogg è l’incontro più bello di sempre.
«No, Messi. E poi Bolt».
Perché?
«Ho sognato anche di diventare un velocista come lui. Ho corso per la Chivasso e vincevo. Ma poi non avevo più soldi per l’iscrizione».
Ora cosa sogna?
«Di diventare un attore e vincere l’Oscar, magari fra dieci anni».
Sognava la cittadinanza?
«Mi sono sempre sentito italiano. Ho fatto richiesta tanto tempo fa. Sono molto contento di averla ricevuta, e spero che anche altri ragazzi come me, miei amici, la ricevano presto».

La sua famiglia ce l’ha?
«Nessuno. Anche loro sono in lista da tanto».
Qualcuno ha cercato di sfruttare il suo successo?
«Molte persone. Aiuto chi posso, anche sui social. Ma mi fa strano quando mi contattano i compagni di classe che non mi hanno mai calcolato. Quando andavo a scuola stavo sempre sulle mie perché non ero visto bene dai genitori, ero quello delle case popolari, un possibile delinquente. Ricordo che gli adulti dicevano proprio non giocate con lui».
Qual è il ricordo più bello che ha?
«Il compleanno dei miei 12 anni. Per la prima volta mia mamma aveva organizzato una festa a casa. Ero felicissimo perché sono venuti tutti. Chi se lo aspettava?».
E il ricordo più brutto?
«Quando ci stavano per sfrattare perché eravamo indietro con i pagamenti».
Chi è Khaby Lame?
«Un nerd che gioca a Fifa. Un appassionato di anime che per imparare l’inglese guarda i cartoni animati. Un musulmano che non beve e non fuma, che sa i versetti del Corano (imparati in Senegal) e prega cinque volte al giorno».
Fidanzata?
«L’ultima l’ho lasciata un anno fa. Per vincere l’Oscar mi devo concentrare».