la Repubblica, 17 settembre 2022
Intervista a Milly Carlucci
Costantino della Gherardesca, che a
Ballando con le stelleper lei si trasformò in margherita, mozzarella e aragosta, dice sempre che «per capire Milly Carlucci non bisogna fermarsi alle apparenze perché è una donna straordinariamente aperta. È avanti». La signora dal sorriso smagliante che appare inflessibile – non a caso la chiamano “il generale” – in effetti è molto più spiritosa rispetto a come appare in tv. Camilla Patrizia Carlucci compirà 68 anni il primo ottobre, fisico da ginnasta («Sono una sportiva, conosco la disciplina, sono stata operata di ernia del disco, mi alleno e seguo la dieta, non posso aumentare neanche di un chilo»), daL’altra domenica a
Scommettiamo che? con Fabrizio Frizzi, al Festival di Sanremo a
Fantastico, torna dall’8 ottobre su Rai 1 conBallando con le stelle.Il cast (tra i tanti Gabriel Garko, Paola Barale, Iva Zanicchi) darà spettacolo: «La pandemia è stata un’ emergenza continua. Ora si torna alla normalità, che vuol dire essere divertenti e divertiti, ma anche far pensare».
È davvero il generale Carlucci?
«Spero di essere una donna senza pregiudizi, coltivo l’insegnamento di mio padre, un uomo aperto. Era un generale dell’esercito, poteva essere una persona retriva, invece ci ha insegnato a non giudicare e a metterci nelle scarpe degli altri.
Quello che cerco di fare aBallando».
Il programma è cambiato, anno dopo anno, grazie al cast.
«Quando facciamo un cast portiamo un pezzettino della società che si evolve: siamo lo specchio di quello che matura fuori. Non siamo un mondo fasullo fatto di lustrini, siamo immersi nel nostro tempo. Il modo migliore non è prendere un podio e dire: vi racconto l’inclusione. Ma portare su Rai 1 persone diverse rispetto alla società stereotipata».
Perché in una gara di ballo il privato emerge in modo così forte?
«È successo con tanti concorrenti, le scelte di vita a volte seguono unpercorso doloroso e eroico. Non solo nel privato o alla sfera sessuale. Penso a una donna forte come Giusy Versace, che dopo un incidente in cui ha perso le gambe si è ricostruita una vita e una nuova normalità».
“Ballando” è super pop, quanto – tra risse e confessioni – è studiato a tavolino?
«Quello che succede accade lì, malgrado me e malgrado tutti. Non è vero che la polemica sia il succo e ilpepe degli show. Confrontarsi con una difficoltà artistica mette a nudo la sensibilità e il carattere. A un certo punto i concorrenti sentono di voler essere se stessi fino in fondo. Il rispetto è totale, raccontano quello che vogliono. Mi colpì molto Morgan che parlò del suicidio del padre».
Le risse la imbarazzano?
«Siamo latini e alla quarta parola alziamo la voce, chi risponde replica quell’altezza lì. Le cose che sipotrebbero dire all’inglese, con senso dell’umorismo, diventano pietre. Col mio sorriso che lancia coltelli non zittisco, ma invito a mantenere un tono nella conversazione».
Da quanti anni fa televisione?
«Ho cominciato nel 1977, a settembre saranno 45 anni. Tutti annunciano la morte della televisione generalista, che invece continua a esistere egregiamente. Siamo in difficoltà per la polverizzazione di canali, cento rivoli che impoveriscono il torrente principale. Ma questo deve sviluppare la capacità di parlare a tutti. Vinci se riunisci davanti alla tv la famiglia: bambini e anziani.
Succede con Ballando e con Il cantante mascherato».
Il sabato sera la sfida è con Maria De Filippi: amiche, rivali?
«C’è una cordialità reciproca che nasce da un grande rispetto, stimarsi non vuol dire essere uguali. Stimo Maria per quello che ha rappresentato e rappresenta nell’evoluzione del ruolo femminile in un ambiente dominato dagli uomini: oggi le donne sono conduttrici, direttrici artistiche e produttrici: lei è la televisione».
In tempi di divorzi celebri quanto ha contato avere un legame solido?
«Quando due persone si sposano non pensano di separarsi. Tante volte si cresce andando in direzioni diverse.
Io ho visto l’amore e la complicità nei miei genitori e nei miei suoceri; con mio marito Angelo abbiamo cercato di seguire quell’esempio».
Mara Venier ha detto: “Andare in pensione? col c***o”». Lei ci pensa?
«È il pubblico che decide, e a volte decide il destino di chi ha fatto un programma solo. Io amo visceralmente il mio lavoro, vedere realizzate cose che erano solo nella mia testa, capire come puoi emozionare il pubblico e portargli un sorriso, è bellissimo. Si crea una corrente di amore che non so quanti altri mestieri possono darti. Ma non penso di poterlo fare a dispetto del pubblico».