la Repubblica, 17 settembre 2022
Ultime sulla morte di Hasib. Si parla di una spedizione punitiva
Un ingresso muscolare a casa di Hasib Omerovic lo scorso 25 luglio. Un intervento energico. Forse per intimorire, che poi degenera nel peggiore dei modi. Il 36enne si terrorizza e si butta giù dalla finestra. È l’ipotesi che si sta facendo strada nell’indagine. Il motivo di un ingresso da “sceriffi”, a casa del rom, sarebbe collegato a un fatto privato. La nipotina di uno dei quattro poliziotti entrati nell’appartamento in via Gerolamo Aleandro sarebbe stata importunata nel quartiere di Primavalle, periferia nord di Roma, da una persona. Forse proprio da Omerovic? È la domanda che quel giorno ronza nella testa dei quattro agenti. Ed è una delle piste su cui lavora la procura di Roma e che spiegherebbe anche un atteggiamento particolarmente severo dei poliziotti di fronte al 36enne.
Anche perché sul conto di Omerovic, a Primavalle, iniziano a girare parecchie voci, per nulla positive. Si dice che sia un «molestatore di ragazzine». Niente di provato. Ma il chiacchiericcio circola sempre con maggiore insistenza e induce i poliziotti a voler verificarne l’autenticità prima che qualcuno possa passare alle maniere forti. L’identificazione, in questo senso, diventa un mezzo per muovere una prima indagine embrionale. Una prima verifica. L’atteggiamento degli agenti però, di fronte all’uomo, è particolarmente intransigente perché uno di loro forse sarebbe coinvolto in prima persona. Il motivo? La sua nipotina è stata disturbata da Omerovic. Il pm Stefano Luciani, che indaga per tentato omicidio e falso, lavora a questa ipotesi. Una pista su cui sono impegnati gli agenti della squadra mobile.
Dalla loro gli agenti hanno delle immagini già recapitate ai magistrati e che proverebbero come il 36enne abbia invece fatto tutto da solo. La prima foto scattata adHasib da un investigatore di lungo corso, forse il più esperto dei quattro, mostra il ragazzo seduto, in perfetta salute, con lo sguardo comunicativo e senza alcun segno in volto. Ciò, secondo gli agenti, che presto potrebbero essere iscritti formalmente nel registro degli indagati, starebbe a dimostrare il fatto che non è stato picchiato e che si è lanciato da solo. È la stessa spiegazione fornita al padre di Hasib, quando è andato a chiedere spiegazioni in commissariato.
La prima istantanea giocherebbe un ruolo determinante se messa a sistema con la seconda immagine, scattata solo due minuti più tardi e che mostra il 36enne sdraiato in terra dopo la caduta, sul retro del palazzo.
Tra il primo e il secondo scatto, stando agli orari registrati sul cellulare, intercorrerebbero solo due minuti, non di più: è il tempo che si impiega a uscire dall’appartamento e poi a fare il giro dello stabile, percorrendo una seconda rampa di scale, fino al ballatoio sul quale Hasib ha rischiato di morire.
In attesa che l’indagine faccia chiarezza, ieri il questore Mario della Cioppa ha rimosso il dirigente del commissariato Andrea Sarnari, che il 25 agosto era in ferie, e la vicedirigente Laura Buia «al fine di ristabilire un clima adeguato in commissariato». Il sostituto Roberto Ricciardi arriva da Viterbo. Si insedierà lunedì. Al momento preferisce non parlare.