la Repubblica, 17 settembre 2022
Il ritorno di Richetti
La storia è complessa e l’argomento scivoloso, di sicuro però rischia di franare sopra la campagna elettorale di Azione e del terzo polo. Protagonisti: il presidente del partito guidato da Carlo Calenda, Matteo Richetti, e una donna di cui non sappiamo il nome che lo denuncia per molestie sessuali. Lo fa parlando aFanpage, non ci sarebbe una denuncia vera e propria alle autorità. La testata in realtà non aveva fatto il nome del politico coinvolto, si era limitata a raccogliere la testimonianza attorno ad un misterioso senatore; sulla cui identità le voci si sono rincorse per tutto il giorno e alla fine la conferma è arrivata direttamente da Azione con un comunicato in difesa di Richetti: «Attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate, la persona in questione sta molestando da mesi il senatore e la sua famiglia. Tutto il materiale è in mano alla magistratura». Chi dice la verità? Va detto che voci di questo tipo, di una certa spregiudicatezza di un noto politico, erano state riportate già daDagospia a dicembre dello scorso anno. Su altri siti poco noti invece si faceva già il nome e cognome di Richetti con accuse e ricostruzioni molto pesanti. Fatti che non costituiscono alcuna prova, ovviamente.
Per adesso né Richetti né il legale che sta assistendo il senatore, Fabio Lattanzi, parlano.
Però – si racconta citando una denuncia presentata da Richetti quattro giorni fa – la ragazza avrebbe attribuito falsi messaggi sul cellulare al politico. Memorizzando un numero di telefono sul suo smartphone a nome di Richietti. Dopodiché avrebbe inviato i messaggi scabrosi riportati da Fanpage. Il senatore, ribadiscono delle persone a lui vicine, già in passato era stato vittima di attacchi diffamatori, tanto che la polizia postale aveva oscurato dei profili Facebook fake impiegati per offenderlo.
Il racconto dell’accusatrice, invece, inizia a Palazzo Madama nell’ufficio del senatore (di cui, come detto, lei non fa mai il nome), per un colloquio di lavoro. Sin da questo primo appuntamento il parlamentare avrebbe lanciato frasi ambigue e provocatorie come «non passarmi troppo vicino così, sono pur sempreun maschietto». Poi, prosegue la donna nell’intervista in cui ha il volto oscurato, una volta uscita dall’ufficio arrivano subito messaggi del tipo «quando ti vedo ho reazioni fisiche incontrollate». Poi la donna descrive il profilo di uno stalker: chiamate continue, richieste di cancellare alcune foto sui social. Fino alla richiesta di tornare nel suo ufficio a Palazzo Madama. Qui, sempre secondo l’accusa contenuta nel video della donna, con la porta chiusa a chiave prima lui le garantisce il lavoro, poi dice di volere qualcosa in cambio e la bacia. Di fronte al rifiuto della donna, lui avrebbe insistito cercando di toccarla. Lei scappa e poi scrive: «Perché mi hai messo le mani addosso dentro al Senato?», si legge in uno degli sms riportati daFanpage. «Perché sei bellissima», la risposta del senatore. La donna minaccia di denunciarlo e nella chat arriva la seguente risposta: «Sì, certo,denunci un senatore con l’immunità. Stai perdendo l’uomo e l’occasione della tua vita».
A questo punto la donna dà al senatore dello “schifoso”. Replica: «Ma smettila di fare la perfettina, se non volevi che ci provavo non ti mettevi la gonna, che era un chiaro segnale, ti mettevi i pantaloni e facevi la frigida. Con questi movimentifemministi del cazzo vi siete tutte montate la testa». La storia prosegue con un colpo di scena: la perquisizione in casa della donna a seguito di una denuncia da parte del parlamentare e con la descrizione di un comportamento maschilista delle forze dell’ordine. Perciò, sostiene lei, ha desistito a controdenunciare.