La Stampa, 17 settembre 2022
L’ultimo album di Eros Ramazzotti che sta per diventare nonno
Eros Ramazzotti non evita le domande scomode. È un quasi sessantenne che nella vita ha sempre mostrato una sincerità disarmante e interrogato risponde: «Laura Pausini ha fatto bene a non voler cantare Bella Ciao, è una canzone politica – e sdrammatizza con un sorriso –. Noi artisti non dobbiamo cantare né canzoni di destra né di sinistra né di centro. Lo sapete, è un momento speciale, dobbiamo parlare di musica. Non facciamo politica, facciamo musica». Ramazzotti sta per partire con un tour di settanta date, anticipate da un bel giro in Europa tanto che dopo il bel concerto spagnolo di giovedì sera alla Plaza de toros «La Maestranza» di Siviglia, la settimana prossima l’artista romano sarà per un poker di serate all’Arena di Verona, poi Grecia e Israele.
«Sono in forma anche se sto a invecchià», dice Eros mostrando i bicipiti scolpiti. Secondo i rumors degli ultimi giorni starebbe per diventare nonno, ma nessuno vuole confermare o smentire la notizia: né il cantante né tantomeno Aurora, la figlia nata dall’unione con Michelle Hunziker, presente al concerto di Siviglia insieme al fidanzato (neopapà) Goffredo Cerza. «No comment – replica Aurora a chi le chiede dopo il live se la voce è vera – rispettate il mio silenzio. Ogni cosa a suo tempo». Aggiunge Eros: «Non so di cosa state parlando. C’è troppo rumore, siamo qui per rilassarci, per divertirci». E per la musica: il 30 ottobre Ramazzotti parte con un tour mondiale da Los Angeles e settanta date nei quattro continenti sino a Caracas e una coda lunga, di nuovo in Italia, nel 2023. «Sono dispiaciuto di non poter cantare in Russia e Ucraina, so che lì mi amano tanto, ma c’è la guerra e problemi troppo grossi per la musica. Che faccio? – dice sussurrando appoggiato al bancone del bar – Vado a famme sparà?». Da artista di calibro internazionale, l’ex ragazzo di oggi ha anche il polso di come l’Italia è vista all’estero: «Non se ne parla molto bene, ma sono orgoglioso di essere italiano, dell’Italia bella. Esiste, dobbiamo solo cercarla e individuarla. È quando vinciamo, quando diamo il buon esempio, quando facciamo le cose belle che sentiamo la nostra terra e la gente lo percepisce a prescindere».
Il nuovo album Battito Infinito arriva a distanza di quattro anni dall’ultimo e dentro ci sono Jovanotti, Colapesce Di Martino che firmano Figli della terra, Paolo Antonacci Madonna de Guadalupe e il duetto con il suo alter ego madrileno Alejandro Sanz Sono scritto da Bungaro, Ama di Cheope (il figlio di Mogol) ma soprattutto Ogni volta che respiro un pezzo che gli almanacchi registreranno come l’ultima canzone pop scritta (per la musica) da Ennio Morricone e Mariella Nava. «Sembra incredibile – commenta Eros – che siano già passati 3 anni da quando ho iniziato a lavorare a questo progetto. Sono super carico e 12 canzoni nuove vorranno pure dire qualcosa».
La traccia che dà il titolo al disco racconta l’amore per il figlioletto Gabrio Tullio, avuto con l’ex moglie Marica Pellegrinelli. Tra gli autori rispunta la figlia Aurora, nella title track Battito Infinito: «Sono onoratissima che mi abbia voluto con sé in questo progetto che segna la sua rinascita come uomo e come artista. Papà è sempre stato molto protettivo perché nella vita ha sempre avuto paura potessi farmi del male, ma ho anche una mamma che si è sempre occupata di me. Non dimenticatevelo». Tra led, proiezioni 3D e giochi di prospettiva, il live ha ripercorso 35 anni di carriera in 25 canzoni e quasi due ore e mezzo di show dove non sono mancati i grandi successi che, se non li facesse si scatenerebbe la rivoluzione. «Sono emozionato: tornare sul palco è un modo per riabbracciare il pubblico che ha continuato a sostenermi per tutto questo tempo. Mi sono messo in gioco, seguendo ogni singola fase di questo lavoro, curando ogni suo dettaglio e sfumatura e in ognuna di queste serate ci sarà una piccola parte di me e della mia storia. Credo che questo sia il modo migliore per affrontare questo momento complesso e ricominciare a fare musica. Insieme». —