La Stampa, 17 settembre 2022
Quei Sessantotto miliardi di dollari che hanno lasciato i mercati finanziari europei
Fuga dall’Europa. Sessantotto miliardi di dollari hanno lasciato i mercati finanziari europei da inizio anno. Trentatre miliardi di dollari solo sul comparto azionario, secondo i dati della società di analisi economica Refinitiv. Il maggiore deflusso nel comparto dal 2016 a oggi. Non è un problema limitato a una singola classe di asset. Anche sul fronte degli Exchange traded fund (Etf), i fondi negoziabili come titoli azionari. Altri dieci miliardi che hanno lasciato il continente negli ultimi sei mesi, riporta Citi. A essi si aggiungono i circa 25 miliardi di dollari con cui i fondi Usa, come spiegato dall’Institute of international finance (Iif), hanno puntato contro l’euro. Il conto totale, contando anche le scommesse contro i titoli di Stato italiani – circa 39 miliardi di dollari – tocca quota 108 miliardi di dollari.Guerra, inflazione, crisi energetica. L’incertezza intorno all’Europa è crescente. La conseguenza è che gli investitori internazionali stanno scaricando i titoli europei quest’anno, cercando di ridurre al minimo l’esposizione. Come fatto notare da Isabella Rosenberg, economista di Goldman Sachs, a fine luglio si è registrata «la 24esima settimana consecutiva di deflusso di capitali dai titoli del comparto azionario e di quello obbligazionario dell’Europa occidentale». Il saldo era negativo per circa 72 miliardi di dollari dall’inizio del conflitto in Ucraina. Quattro i settori più colpiti dalla fuga: energetico, materie prime, banche e assicurazioni, manifattura. A preoccupare sono le conseguenze del conflitto in Ucraina, ma non solo. Morgan Stanley, lo scorso 29 luglio, ha evidenziato come un numero sempre maggiore di investitori abbia voglia di avere più liquidità in portafoglio. Fenomeno che sta continuando, secondo Wells Fargo.I gestori di fondi preferiscono acquistare asset azionari diversi da quelli europei. «C’è preoccupazione intorno al comparto dell’energia per via delle rinazionalizzazioni», evidenziano gli analisti di Bank of America – Merrill Lynch. «Le possibilità che un deflusso continui da qui a fine anno, così come nel primo trimestre del 2023, sono elevate». A sottolinearlo è la banca scandinava Nordea, che segnala la sfiducia degli investitori istituzionali statunitensi. BlackRock e Bridgewater, per rimarcare i due fondi più grossi, hanno puntato contro l’area euro proprio a causa delle incognite legate alla situazione ucraina. Citadel e Millennium, fra gli hedge fund, hanno fatto lo stesso.A disperdersi è anche la presenza dei soggetti stranieri su Piazza Affari, come rimarcato dall’ultimo rapporto Unimpresa. Solo in Italia tra la fine del 2019 e il primo trimestre del 2022, la percentuale del capitale delle società italiane quotate in Borsa detenuta dagli stranieri è calata dal 49,06% al 45,34%. «I disinvestimenti dei fondi esteri sono una spia che – secondo il presidente Giovanna Ferrara – dovrebbe far scattare l’allarme rosso nel mondo economico-finanziario». I partiti che formeranno la nuova maggioranza di governo dovranno «promuovere, senza indugi, tutti gli interventi necessari a invertire la tendenza e trattenere i capitali dentro i nostri confini, evitando massicci disinvestimenti».Altro fronte da monitorare è l’euro, che ha già sperimentato un periodo di magra per quanto riguarda i capitali in entrata. Non a caso, la moneta comunitaria è scivolata sotto la parità contro il dollaro statunitense a più riprese nell’ultimo mese. La situazione peggiorerà, avverte Vasileios Gkionakis, analista di Citi: «Sarà molto complicato per l’euro trovare il supporto della Bce». Più aumentano i tassi, più ci sarà pressione sul cambio. Con la conseguenza che l’attrattività dell’euro verrà meno anche per gli investitori extra-Ue. —