il Fatto Quotidiano, 17 settembre 2022
Nessun partito italiano ha preso i soldi dai russi. Lo dice Mario Draghi
Mario Draghi ha escluso con nettezza che l’intelligence Usa abbia documentato fondi russi ai partiti italiani, raccontando la sua telefonata con Antony Blinken: “Il Segretario di Stato mi ha confermato l’assenza di forze politiche italiane nella lista di destinatari di finanziamenti russi”. Era forse la sua ultima conferenza stampa da presidente del Consiglio, ha risposto con un secco “no” alla domanda su un possibile secondo mandato raffreddando le suggestioni calendian-renziane e ha distribuito severe bacchettate a Matteo Salvini, a Giorgia Meloni e a Giuseppe Conte.
Verso il capo della Lega, che critica le sanzioni contro Mosca, è stato duro: “C’è quello che ama i russi alla follia e vuol togliere le sanzioni e parla tutti i giorni di nascosto con i russi”, ha detto, facendo pensare a possibili informazioni di intelligence sulle relazioni di Salvini, tema delicato trattandosi di un senatore della Repubblica. Non si è fatto pregare per censurare il voto contrario di Fratelli d’Italia e della stessa Lega, all’Europarlamento, sul documento che definisce l’Ungheria di Viktor Orbán “minaccia sistemica” e “autocrazia elettorale”, possibile preludio alle sanzioni previste dall’articolo 7 del trattato Ue: “Noi abbiamo una certa visione dell’Europa, difendiamo lo Stato di diritto, siamo alleati alla Germania e alla Francia. Cosa farà il prossimo governo non lo so. Ma mi chiedo, uno come se li sceglie i partner? Certo, c’è una comunanza ideologica ma anche credo sulla base dell’interesse degli italiani. Chi sono questi partner? Chi conta di più?”. E certamente ce l’aveva con il M5S e il suo predecessore a Palazzo Chigi quando ha rivendicato la sua posizione ultra atlantista sull’Ucraina: “Non si può votare per le armi e poi dire no, inorgoglirsi per l’avanzata ucraina quando si è votato contro l’invio di armi, si voleva che si difendessero a mani nude?”, ha affermato, rivendicando il sostegno alla “guerra di liberazione” di Kiev senza accennare alle perplessità crescenti in Italia e in Europa per l’assenza di ipotesi di soluzione del conflitto innescato dall’invasione russa di febbraio. Un Draghi che si vuole fuori dai giochi politici, ma quasi in campagna elettorale: “La mancanza di coerenza e trasparenza – ha detto – indebolisce un Paese”.
Per quanto la conferenza stampa fosse dedicata ad altro, la domanda sul sospetto di finanziamenti russi ai partiti italiani era attesa. Draghi non si è tirato indietro e ha spiegato la telefonata con Blinken, aggiungendo che il Segretario di Stato Usa “si è anche riservato di verificare se ci fosse evidenza in altri documenti a disposizione delle autorità americane e si è impegnato di comunicarlo tramite canali istituzionali – ha detto–. Successivamente, come ha riferito il sottosegretario Gabrielli, oggi (ieri, ndr) al Copasir, i vertici dei servizi segreti italiani hanno avuto contatti con i loro omologhi statunitensi e in queste conversazioni l’intelligence americana, che è diversa dal Dipartimento di Stato e dal Tesoro, ha confermato di non disporre di alcuna evidenza di finanziamenti occulti russi a candidati e partiti politici che competono nell’attuale tornata elettorale”.
“Nessuna interferenza russa, possiamo dire che il caso è chiuso”, ha dichiarato Adolfo Urso, presidente FdI del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica dopo l’audizione, ieri mattina, di Franco Gabrielli, sottosegretario delegato ai Servizi, che “al momento” ha appunto escluso informazioni Usa su finanziamenti ai partiti italiani. “Non sono emersi profili concernenti la sicurezza nazionale del nostro Paese”, scrive Urso in una nota. Dicono un po’ tutti “al momento” perché, come spiegano fonti politiche e di intelligence, in Italia il rapporto del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca sui 300 milioni corrisposti dal 2014 in poi a forze politiche di tutto il mondo, anche europee, non è neppure stato trasmesso; c’è solo il cablo oggetto delle rivelazioni dei giorni scorsi oltre ai continui contatti a livelli operativo. Le agenzie Usa che maneggiano informazioni in giro per il mondo sono tante e le operazioni che possono mascherare e dissimulare finanziamenti alla politica ancora di più. Finora, a quanto risulta, per l’Italia non sono state documentate.