il Fatto Quotidiano, 17 settembre 2022
Il voto estero
Ai primi scricchiolii del Governo dei Migliori, Marcello Sorgi buttò lì sulla Stampa: “Se Draghi fosse costretto a dimettersi… al Presidente della Repubblica non resterebbe che mettere su un governo elettorale, forse perfino militare… A mali estremi, estremi rimedi”. Paolo Mieli gli fece eco sul Corriere: “E se decidessimo di non votare mai più? C’è un’Italia che… auspica un futuro post elezioni con assetti più o meno simili a quello attuale. Draghi dovrebbe restare a Palazzo Chigi per il resto dei suoi giorni”. Non erano gridi di dolore di due cultori della stabilità (che pochi mesi prima avevano tifato sfegatatamente per la caduta del Conte-2 in piena pandemia, campagna vaccinale e scrittura del Pnrr, per mano di un partitucolo senza voti). Erano ballon d’essai per tastare il terreno. Ora che s’è deciso gentilmente di far rivotare gli italiani, i poteri interni ed esteri che da decenni ci tengono in ostaggio tentano di spaventarci a suon di dossier e pizzini, e pretendono pure di decidere chi potrà fare il ministro e chi no. Dicono di difendere la Costituzione e intanto ne violano l’articolo 1 (“…La sovranità appartiene al popolo…”, inteso come italiano). Dicono di difenderci dal fascismo e dal putinismo e intanto si comportano come i fascisti e i putinisti. Ma le ingerenze, se vengono da Usa e Ue, diventano buone e giuste.
Strepitoso, su Rep, l’editoriale “Gli Usa non vogliono Salvini al governo” di Stefano Folli che spiega, come se fosse la cosa più normale del mondo, che i dossier Usa a rate su presunti soldi russi a nonsisachi sono una “campagna” con un solo “obiettivo”: “il leghista”. Infatti “a Washington sarebbero lieti di un altro governo Draghi, magari per l’intera legislatura”. Ma purtroppo, “non potendo ignorare che in Italia si vota” (come negli Usa, se non andiamo errati), s’accontentano di far fuori un leader con patacche manipolate dalla stampa (italiana). Un’operazione terroristica contro un Paese alleato (o suddito?) che, per Rep, non è neppure un’“ingerenza”: solo un memo sugli “obblighi nel sistema delle alleanze”. Come se non ci fossero Paesi Ue e Nato che non applicano sanzioni alla Russia e non inviano armi all’Ucraina (non Ue né Nato) e l’Italia non fosse libera di bloccare le une e le altre in base all’interesse nazionale e alla Costituzione. Intanto imprecisate “cancellerie europee” minacciano di punire l’Italia se oserà votare “male”, come hanno appena fatto con l’Ungheria (Orbán è orrendo, ma purtroppo è stato eletto tre volte), ma non con la Polonia (altrettanto orrenda, ma graziata perché ultra-atlantista). Per fortuna abbiamo un premier che a questi impiccioni risponde per le rime: “Gli italiani hanno il diritto di votare chiunque vogliano”. Purtroppo è Sanna Marin e governa la Finlandia.