il Fatto Quotidiano, 16 settembre 2022
Sesso, natura e politica: che bel Lawrence (inedito)
Concludendo il suo Viaggio in Italia (“Twilight in Italy”), uscito nel 1916, David Herbert Lawrence (Eastwood, 11 settembre 1885 – Vence, 2 marzo 1930) racconta di essersi seduto a Milano, “in piazza del Duomo davanti a un bitter Campari”, e di avere capito che “ovunque si sentiva che lo scopo era lo stesso: la meccanizzazione, la completa e perfetta meccanizzazione della vita”. Le intuizioni dell’autore di Figli e amanti e di L’amante di Lady Chatterley sulla riduzione degli esseri umani a macchine, espresse ben prima di tante analisi sociologiche degli anni 50-60, sono presenti anche in A proposito di donne e uomini. Il sesso, la famiglia, la società, una raccolta di articoli. Viene pubblicata per la prima volta in Italia dalla casa editrice Lorenzo de’ Medici Press, con le traduzioni di Laura Giorgi, Livia Cellentani e Priscilla Gaetani, e a cura di Fabio Norcini. L’edizione originale del volume, intitolato Assorted Articles, fu stampata da Martin Secker nel 1930. E il titolo anonimo, Articoli assortiti per l’appunto, come dice Fabrizio Bagatti, “deve averne velato l’esistenza agli editori italiani” per oltre novant’anni. Composto da articoli usciti in vari giornali, questo è un libro di Lawrence al cento per cento. Nel senso che vi sono tutti i temi a lui cari: l’amore, il sesso, i rapporti tra donne e uomini, l’educazione dei bambini, la natura, la schiavitù della civiltà. Fabio Norcini osserva nella postfazione che “pubblicò numerosi interventi su giornali e riviste negli ultimi anni di vita e anche in questi ‘pezzi di colore’, apparentemente svagati e contingenti, sparse a piene mani il suo wit (spirito) che più che satirico e/o umoristico è squisitamente politico. Volto prevalentemente a smascherare l’ipocrisia di quella civilisation che, secondo lui, rendeva schiavo l’uomo che, ormai, ‘osa qualsiasi cosa sulla terra tranne essere uomo’”. È il Lawrence, insomma, che scrive: “Se solo la nostra civiltà ci avesse insegnato come permettere all’attrazione sessuale di scorrere corretta e sottile, come mantenere il fuoco del sesso acceso e vivo, tremolante o illuminante o ardente in tutte le sue varietà di forza e comunicazione, allora potremmo, tutti noi, vivere le nostre vite come innamorati, il che significa che potremmo essere accesi e pieni di gioia in tutti i modi possibili e per tutte le cose possibili… E invece, quanta morta cenere nella vita di oggi!”. In Abbozzo di autobiografia, il testo che chiude la raccolta, la “morta cenere” della vita si identifica nell’esistenza delle classi sociali, in particolare della classe media. “La classe”, scrive, “crea un divario abissale, attraverso il quale tutto il miglior flusso umano si va perdendo. Non è il trionfo della classe media che ha creato questo distacco, ma il trionfo dei modi della classe media”. E continua: “In quanto uomo della classe operaia, sento che la classe media taglia fuori alcune delle mie sensazioni vitali, quando vi sono in mezzo. Ammetto che per la maggior parte sono persone affascinanti, educate e buone. Ma sono la causa che impedisce a qualche parte di me di funzionare. Qualche parte ne rimane fuori”. Rivendicando la nascita operaia, poi, afferma: “Non posso passare dalla mia alla classe media. Non posso, per niente al mondo, rinunciare alla parte di me più passionale e all’antica affinità di sangue con i miei compagni e gli animali e la terra, per quell’altra esangue e spuria concezione mentale, che è tutto quanto resta della coscienza mentale una volta che si è chiusa in se stessa”. Annota Norcini che la proposta di Lawrence “per rimanere umani non è mai scontata: ci indica che l’importante è non discostarsi dal flusso della vita e dell’amore e il suo monito ‘vivi e lascia vivere, ama e lascia amare’ è oggi più urgente e disperatamente inattuabile di sempre”.