la Repubblica, 16 settembre 2022
Ultimo giorno di scuola a Montecitorio
In tanti a Montecitorio, in questo pomeriggio da ultimo giorno di scuola, faticano a nascondere il rimpianto. A cominciare dal presidente, Roberto Fico. Si presenta alla buvette per un caffé. Strette di mano. Pacche sulle spalle. «Per me è stato un onore assoluto presiedere l’assemblea. L’ultimo saluto vorrei rivolgerlo agli italiani e alle italiane che in questi anni difficili sono stati vicini alle istituzioni e noi a loro, in modo degno», dice con un velo di commozione. Fico lascia. Era qui dal 2013. L’M5s non l’ha ricandidato.
È l’ultima seduta, muore una legislatura pazza. Tre governi di colore diverso. Luigi Di Maio che passa dall’impeachment a Mattarella alla candidatura col Pd. Il trasformismo resta una grande malattia italiana. Ancora ieri i cambi di casacca annunciati sono stati ben dieci. Il gruppo misto è arrivato così a contare oltre cento deputati.
Due anni fa, per il Covid, misero i banchi in Transatlantico. Un inedito. Nell’emiciclo le mascherine stavolta sono pochissime. Il Covid sembra un brutto ricordo. Enrico Letta però la indossa. Per tutto il pomeriggio resta incollato al suo posto. Attorno a lui impazza il festival dei selfie.
È anche l’ultima volta con 630 deputati. Ne torneranno solo 400. I più rassegnati sono i Cinquestelle. Nel 2018 entrarono a Montecitorioin 221. Oggi sono rimasti in 96. Dovrebbero farcela in 50-60, se i buoni sondaggi saranno confermati dalle urne. Ma dei vecchi saranno in pochissimi. Dice Stefano Buffagni, 39 anni, uno che non tornerà: «Ho dato tutto me stesso per servire al meglio il Paese, sicuramente avrà commesso qualche errore, ma sono certo di potermi guardare allo specchio e di incrociare gli occhi di mio figlio con orgoglio». «Che piaccia o non piaccia abbiamo cambiato questo Paese. È stato un onore», scrive Sergio Battelli, ex M5s, ora con Impegno civico. «Oltre al Paese siete cambiati tu e Di Maio». «Cercati un lavoro!», gli scrivono acidi su Facebook. La star naturalmente è Giorgia Meloni. A fine seduta si piazza ai piedi del banco della presidenza per salutare Fico, e viene assalita dai deputati del centrodestra. Reclamano una foto o un incoraggiamento. Ai cronisti che la fermano confessa: «Questa campagna elettorale non mi dà tregua. Perché ho tenuto i capelli legati durante il confronto con Letta? Perché non riesco più ad andare dal parrucchiere! Non ho tempo per nulla. Dopo il voto però tornerò a svegliami alle 6 e mezzo per correre in palestra. Altrimenti divento come l’omino Michelin».
È ai saluti Pierluigi Bersani, che sta facendo intensamente campagna elettorale. Si congeda Renato Brunetta, dopo 14 anni. «Mi sento come alla fine dell’esame di maturità, sono qui da sedici anni», ammette Micaela Biancofiore. Il leghista Claudio Borghi fa un tour fotografico nei bagni che poi posta. Lui forse tornerà. La pd Alessia Morani scrive su Twitter: «See you soon». Antonio Palmieri, che ha curato tutte le campagne elettorali di Berlusconi sin dal 1994, posa davanti all’emiciclo: «Dal 29 maggio 2001 ho cercato di fare del mio meglio». Dopo tre legislature lascia Barbara Saltamartini, leghista. «Me ne vado con un bagaglio di esperienza che sarà prezioso nei giorni che verranno».
L’ultimo voto è sull’aggiustamento di bilancio. Matteo Dall’Osso, 44 anni, ingegnere emiliano, passato dal M5S a Forza Italia, e poi da Coraggio Italia di nuovo a Forza Italia, si iscrive all’ultimo minuto al Gruppp Misto. Si filma mentre compie il dovere finale: un’astensione. È l’unico in tutta l’aula.