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 2022  settembre 15 Giovedì calendario

Negli Usa, con la crisi, si rinuncia a tutto ma non al mascara

Toglietele tutto. Ristoranti, feste, eventi mondani. Ma non il mascara. «È qualcosa di cui non posso fare a meno». Karla Maldonado, 26 anni, è un’assistente sociale di Portland, nell’Oregon. Maldonado ha ridotto le spese, dato l’aumento dei costi che non ha risparmiato neppure gli Usa: meno cene fuori, pochi ricevimenti, niente più cinema. Però non lesina sul trucco degli occhi: il mascara, l’eyeliner, l’ombretto che indossa prima di recarsi al lavoro. Per quelli i soldi ci sono. Diversi rivenditori statunitensi hanno ridotto le prospettive finanziarie a causa del risparmio al quale sono obbligati i potenziali clienti per via dell’inflazione, che anche ad agosto si è attestata all’8,3%. C’è un settore, però, che non ne ha risentito: quello della bellezza.

Target, Kohl’s, Macy’s e Nordstrom, le principali catene americane del comparto, hanno evidenziato forti vendite di articoli di bellezza nei loro rapporti sugli utili del secondo trimestre fiscale. Walmart, il più grande rivenditore al dettaglio degli Usa, sta assistendo a un aumento dello slancio nel suo business di bellezza, citando un incremento delle vendite nei cosmetici e nei settori pelle e capelli. Anche Ulta Beauty, il più grande rivenditore di prodotti di bellezza del paese, ha reso noto che le vendite complessive sono aumentate di quasi il 17% nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2021.
Gli americani, dopo mesi trascorsi dietro gli schermi di Zoom a causa della pandemia, sono di nuovo in giro. E vogliono apparire al meglio. I colleghi d’ufficio, alcuni dei quali si incontrano per la prima volta, stanno cercando di fare buona impressione. Nel frattempo, le persone escono e si riuniscono per feste estive e barbecue, per dimenticare il periodo passato in pigiama davanti a Netflix. Un’altra possibile spiegazione del motivo per cui il settore della bellezza prospera quando i consumatori sono più preoccupati per le loro spese è una teoria di lunga data nota come «indice del rossetto», secondo la quale le vendite di colori per le labbra aumentano durante i periodi di recessione economica.
Il ragionamento è semplice: quando il sentiment dei consumatori declina, gli americani cercano piccoli modi per sbizzarrirsi, per esempio acquistando un nuovo rossetto invece di alternative più costose che non possono più permettersi. Per altri, la propria versione del rossetto potrebbe essere una birra a buon mercato o un caffè macchiato da Starbucks, che ha registrato entrate record ad agosto per il suo terzo trimestre fiscale.
Le vendite di cosmetici sono aumentate anche durante la depressione della fine degli anni venti del secolo scorso e la recessione nei primi anni 2000. Il che confermerebbe la teoria. Anche in questo periodo di crisi economica ed energetica gli americani hanno acquistato più trucco per occhi, viso e labbra, con aumenti che vanno dal 2 al 12%. «I clienti non sono disposti a rinunciare ai loro acquisti di prodotti di bellezza», ha detto all’Associated Press l’amministratore delegato di Kohl’s, Michelle Gass. «Le persone hanno bisogno di sentirsi bene in questo momento con così tanta pressione su di loro». È una questione di benessere fisico ed emotivo. C’è trucco e non c’è inganno.