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 2022  settembre 15 Giovedì calendario

In Germania stanno pensando di abbattere il tiglio di Hitler


Abbattere il tiglio di Hitler?
A volte si uccide un cane che ha il vizio di mordere, o è arrivato a sbranare un bambino, o un adulto. Condannato a morte, anche se la colpa è del padrone che lo ha allevato male, ed educato peggio. Ma si può arrivare ad abbattere un albero perché è stato piantato in onore di un essere malvagio, un dittatore? A Pullach, in Baviera, il consiglio comunale discute sul destino dell’Hitler-Linde, il tiglio piantato il 20 aprile del 1939, una domenica, per il compleanno del Führer, innanzi a una macelleria, nella centrale Kirchplatz. Hitler amava le querce, ma i tigli sono longevi, vivono anche mille anni, l’albero giusto per il Reich millenario. Alla guerra, all’inizio della fine, mancavano poco più di quattro mesi.

Il tiglio, registrato con il numero 569, non è in buona salute anche se ha appena 83 anni. Bernhard Rückerl, responsabile del verde cittadino, gli dà ancora un paio d’anni di vita: «L’albero sta per morire, e il motivo non lo sa nessuno». Sulla piazza si trova un altro tiglio, il numero 700, dal passato senza macchia, ed è in ottima salute, benché sia stata piantato nell’Ottocento, quando era cancelliere Otto von Bismarck.
Il tiglio dalle brune wurzeln, come scrive la Süddeutsche Zeitung, dalle radici brune, cioè naziste, è stato forse trascurato? Si risponde di no, viene regolarmente innaffiato e curato. Potrebbe essere salvato con cure costose, e ci si domanda se ne valga la pena. Il Bnd, uno dei servizi segreti, che aveva sede a Pullach, si è trasferito a Berlino, e da allora il municipio ha visto diminuire le sue entrate. La sindaca Susanna Tausendfreund è una verde e si trova innanzi a un problema di coscienza: abbattere l’albero e risparmiare, o salvare un tiglio incolpevole? E salvare l’Hitler-Linde a tutti i costi non metterebbe in cattiva luce Pullach?

Durante il III Reich vennero piantate un po’ ovunque querce in onore di Hitler, ma se ne è voluta perdere la memoria. Alle Olimpiadi del 1936, agli atleti vincitori fu consegnata anche una piccola quercia, sui 60 centimetri, in un vaso di porcellana. In tutto, 129. L’idea non era stata del ministro della propaganda Joseph Goebbels, ma di un semplice giardiniere berlinese, Hermann Rothe, come simbolo della cultura e della forza della grande Germania, e del Führer. Le Hitler-Eiche, dunque, sono state piantate un po’ ovunque all’estero. Alcune furono abbattute dopo la guerra, e altre salvate perché comunque erano il simbolo di una vittoria ottenuta nel Reich, nel regno del male.
Alla vigilia del Natale del 2013, sui giornali inglesi si parlò di una quercia dal «passato storico» nella contea di Norfolk. La pianta era stata danneggiata dal maltempo, e rischiava di crollare sui passanti. «Per un’altra quercia non esiteremmo, dovremmo abbatterla senza perdere tempo», disse il botanico Ashley Clarke, ma la quercia era l’ultima superstite delle quattro avute in dono ai Giochi di Berlino. Gli atleti britannici si erano dovuti accontentare di quattro medaglie d’oro. E la quercia, pochi anni dopo, scampò perfino a un bombardamento nazista. Era stata consegnata al velista Christopher Boardman, vincitore nelle gare disputate a Kiel, sul Baltico. Per i britannici, la quercia di Norfolk è un simbolo della resistenza ad Adolf Hitler.
Le due querce vinte dall’Olanda e piantate a Rotterdam sopravvissero quattro anni, fino ai bombardamenti a tappeto sulla città. La quercia vinta dal lottatore Frank Lewis e piantata nel parco dell’università di Oklahoma City, fu abbattuta dopo le proteste di uno studente ebreo. A Buenos Aires, la quercia vinta dalla squadra di polo, e piantata davanti allo stadio nel quartiere di Palermo, ha raggiunto un’altezza di venti metri, e nessuno pensa di abbatterla.
A Winterthur si è discusso a lungo sull’unica quercia vinta dalla Svizzera, grazie al ginnasta Georges Miez, sempre in ottima salute nel parco cittadino. Ma negli ultimi tempi è diventata meta di pellegrinaggio di elementi dell’estrema destra, orgogliosi che Miez, scomparso nel 1999 a 95 anni, abbia ricevuto la pianta dalle mani del Führer. Ma non è vero. Hitler non consegnò personalmente nessuna delle 129 querce. E la quercia è stata graziata.