La Stampa, 15 settembre 2022
Marracash parla della campagna elettorale
C’è chi lo ha definito «l’ultimo intellettuale», certo è che è il primo rapper a vincere il premio Tenco. Marracash ha tenuto martedì al Forum di Milano ha tenuto il primo dei sei concerti in città (fino al 21 settembre): da buon rapper dà un grande peso alle parole, senza reticenze anche se c’è da tirare in ballo la politica. Come nella canzone «Quelli che non pensano», in duetto con Coez, dove un paio di anni fa diceva: «L’ignoranza sventolata come bandiera, il sonno della ragione vota Lega».
Marra, e oggi cosa vota il il sonno della ragione?
«Non guardo al 25 settembre con speranza, secondo me cadremo dalla padella nella brace. Non vedo molta luce né da una parte né dall’altra. Finora la campagna elettorale è stata una vergogna tra le più grandi degli ultimi anni».
Si teme l’astensionismo dei delusi dalla politica, lei cosa farà?
«Be’ li capisco, hanno ragione. Io anche in quello ero un pioniere già molto tempo fa. È da un pezzo che evito».
C’è del disagio.
«Ho letto un tweet di Sfera Ebbasta che ha scritto: "Siamo sempre più gli uni contro gli altri, bianchi contro neri, ricchi contro poveri, cristiani contro musulmani e via dicendo. La verità è che occupiamo tutti lo stesso mondo e nessuno è meglio di nessuno". E grazie al cavolo, tweet banalissimo, è quello che ho detto con il mio disco "Noi, loro, gli altri". Non era difficile arrivarci, ma adesso questo disagio è sempre più palpabile».
La destra potrebbe vincere e Giorgia Meloni potrebbe diventare la prima premier donna.
«E adesso sono tutti qua a sparare contro la Meloni ma son certo che chi le sbraita contro le stia facendo un favore. Ricordo la campagna degli artisti che invitavano a non votare Salvini: non ha funzionato con la Lega anni fa e lui ottenne un sacco di voti. Lo stesso è successo con Trump in America. Le campagne "contro" ottengono solo l’effetto contrario. Detto questo è un po’ strano che la Meloni, una donna, si faccia portavoce di idee conservatrici in totale contrapposizione con il movimento femminista che in questi anni ha ottenuto molto. Anche per lei».
Eppure nella sua canzone "Giorni stupidi" parla della prima donna Presidente, immagino non si riferisse a lei.
«Assolutamente no. Parlavo di influencer e in particolare mi riferivo alla Ferragni (ride, ndr). Anche se ormai c’è poca distinzione fra politici e influencer».
Laura Pausini ospite di un programma tv spagnolo si è rifiutata di cantare "Bella Ciao": «Non canto canzoni politiche», ha detto.
«Per la mia salute mentale da mesi non sono sui social e non ne so nulla... e faccio benissimo».