la Repubblica, 14 settembre 2022
Secondo Kurt Volker anche Fdi ha preso soldi dai russi
«Le simpatie per la Russia della Lega e di Berlusconi erano note, ma ora il ritornello costante è che anche Fratelli d’Italia abbia ricevuto qualche aiuto». È il sorprendente commento di Kurt Volker, ex ambasciatore Usa alla Nato col presidente Bush e inviato speciale per l’Ucraina con Trump, alla denuncia del segretario di Stato Blinken: «Sapevamo da anni che i russi spendono per influenzare le elezioni in tutto l’Occidente. Cercano di promuovere la divisione nelle nostre società e fra i nostri paesi. Questi 300 milioni non hanno fruttato molto, però hanno migliorato le prospettive di alcuni partiti, come quello di Le Pen in Francia e Fratelli d’Italia da voi».
Come usano i soldi?
«Dipende dai paesi e dalle circostanze. L’utilizzo più facile sono i social media, per promuovere la loro narrativa. A volte i fondi vanno ai partiti in Europa, o anche ai singoli politici, con pagamenti diretti oppure affari conclusi da compagnie russe che beneficiano questi politici, creando in loro un interesse diretto ad aiutare Mosca».
Vede un collegamento tra la denuncia di Blinken e il fatto che tra dieci giorni in Italia si vota?
«Certo. C’è la preoccupazione che ungoverno di estrema destra in Italia sia più favorevole alla Russia.
Ricordiamoci però che tra due mesi ci sono le midterm negli Usa, e i democratici vogliono ricordare ai nostri cittadini che quanto sentiranno durante la campagna elettorale potrebbe essere ispirato o promosso da Mosca».
Davvero l’allarme riguarda anche Fratelli d’Italia?
«Non ho prove dirette personali, ma è un ritornello costante che c’è stata qualche assistenza. Se guarda bene la loro linea politica, alcuni aspetti riflettono le posizioni russe».
Si riferisce a Fratelli d’Italia o alla Lega?
«La Lega è in circolazione da parecchio tempo ed era noto che riflettesse le prospettive russe. FdI èuna formazione più recente, anche se erede di altri partiti, ed è cresciuta in maniera straordinaria nell’ultimo anno. Ciò obbliga a porsi domande su quali sono le fonti dei loro finanziamenti, delle posizioni prese e dell’aumento della popolarità».
Loro dicono che sono atlantisti e resteranno fermi nel sostegno all’Ucraina. Teme che sia solo una mossa elettorale?
«Non lo sappiamo, perché finora non hanno mai guidato il governo e non possiamo prevedere come reagiranno. È vero che negli ultimi tempi hanno detto le cose giuste e se andranno al potere dovremmo incoraggiarli anche a farle. Però come si comporteranno davvero è un’incognita».
Vale anche per la Lega?
«Sì, ma in questo caso qui ci sono le prove quanto meno delle discussioni avvenute sui finanziamenti».
Si riferisce alle conversazioni di Savoini al Metropol?
«Certo».
E sospetta anche di Forza Italia?
«Sì. È interessante che Berlusconi non fosse così filo russo, quando aveva fatto il premier la prima e la seconda volta, ma alla terza è completamente cambiato».
Perché?
«Ha sviluppato uno stretto rapporto personale con Putin, e forti relazioni di business con la Russia».
Come giudica gli sviluppi militari in Ucraina?
«Sapevamo che l’apparato militare russo era esausto. Kiev ora ha armi migliori, più precise e di lunga gittata, e le sta usando bene. La controffensiva continuerà».
Perciò Putin cerca di usare le influenze politiche?
«Certo. Sta perdendo militarmente e soffrendo sul piano economico.
Quindi deve usare i canali della disinformazione per dare l’impressione che le cose vadano meglio della realtà e dividere gli occidentali come ultima arma. Ma non ci riuscirà».