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 2022  settembre 14 Mercoledì calendario

I partiti di venti paesi sono stati finanziati dai russi. Lo dice un rapporto dell’intelligence Usa

NEW YORK – La Russia ha speso almeno trecento milioni di dollari, dal 2014 ad oggi, per finanziare partiti politici e candidati in due dozzine di paesi, allo scopo di influenzare i risultati elettorali e dirottare i sistemi democratici degli avversari. È la denuncia contenuta in uno straordinario démarche che il segretario di Stato Blinken ha inviato lunedì alle ambasciate Usa in oltre cento paesi, in cui descrive le operazioni condotte da Mosca per interferire nei processi politici delle altre nazioni, e come Washington può rispondere, con misure che vanno dalle sanzioni economiche al bando dei viaggi. I nomi dei paesi e dei politici coinvolti non sono stati rivelati, ma sono concentrati soprattutto in Europa, e non sfugge che tra una decina di giorni andrà alle urne proprio l’Italia, dove nel recente passato sono state scoperte operazioni lanciate dalla Russia per spionaggio, finanziamento almeno tentato di forze politiche, e attività di disinformazione.
Una fonte dell’amministrazione,spiegando il motivo dell’iniziativa di Blinken, ha detto al Washington Post che lo scopo è contrastare le operazioni del Cremlino in Europa, Africa, e altri continenti presi di mira. «Facendo luce sul finanziamento politico segreto russo e sui tentativi di minare i processi democratici, stiamo avvisando questi partiti e candidati stranieri che se accettano segretamente denaro di Mosca, noi possiamo denunciarli e lo faremo». Ad esempio, ha citato un paese asiatico dove l’ambasciatore russo avrebbe dato milioni di dollari in contanti a un candidato presidenziale. I funzionari – sempre secondo il Washington Post – hanno affermato che le forze legate al Cremlino hanno utilizzato società di comodo, think tank e altri mezzi per influenzare gli eventi politici, a volte a beneficio di gruppi di estrema destra. Il cable nomina gli oligarchi russi coinvolti negli “schemi di finanziamento”, tra cui Yevgeniy Prigozhin e Aleksandr Babakov.
Negli ultimi anni, la lista delle ingerenze russe si è sempre più allungata: il referendum per la Brexit in Gran Bretagna; la vittoria di Trump nelle presidenziali del 2016, dopo il furto delle email personali di Hillary Clinton; le presidenziali francesi, per indirizzare la sfida fra Macron e le Pen; i disordini catalani in Spagna; le elezioni tedesche, a favore dell’estrema destra; il referendum costituzionale in Italia, per affondare il progetto di Renzi; il movimento No Vax, diffuso un po’ ovunque in Europa.
In Italia sono state rivelate le campagne di disinformazione, e l’utilizzo diffuso dei social media per diffondere notizie false che promuovevano gli interessi di Mosca. La Lega aveva firmato un accordo di collaborazione politica con il partito di Putin, e il suo leader Matteo Salvini ha spesso difeso pubblicamente le posizioni del Cremlino, inclusa la sua recente partecipazione al forum di Cernobbio, dove si è presentato con una serie di slide per spiegare perché le sanzioni imposte alla Russia dopo l’invasione illegale e non provocata dell’Ucrainanon starebbero funzionando. Il leader della Lega ha anche frenato sulla prosecuzione degli invii di armi a Kiev, come peraltro quello del Movimento 5 Stelle Conte, proprio mentre la controffensiva lanciata da Zelensky ricacciava indietro le forze di occupazione di Mosca. In passato poi erano state pubblicate le registrazioni delle conversazioni avute nell’ottobre del 2018 da Gianluca Savoini, braccio destro di Salvini per la Russia, all’hotel Metropol. La magistratura aveva aperto un’inchiesta su questo episodio, sospettando che si discutesse di finanziamenti illeciti, ma l’indagine non è stata ancora conclusa.
Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno ribadito in varie occasioni durante la campagna elettorale in corso che continueranno ad appoggiare l’Ucraina, ma resta da vedere se potranno mantenere la promessa, una volta al governo con il sostengo decisivo dei parlamentari della Lega. Lo scetticismo verso la Ue è poi una posizione apprezzata a Mosca.