ItaliaOggi, 14 settembre 2022
Sui politici canadese piovon insulti e ghiaia
La politica può fare paura. «Se ti metti in gioco per il tuo paese e la tua sicurezza e quella della tua famiglia vengono minacciate è naturale pensare: chi me lo fa fare?». Catherine McKenna parla per esperienza personale. Ex ministro dell’ambiente del Canada nel primo governo di Justin Trudeau, durante la passata legislatura ha subito minacce online e abusi verbali. A Ottawa capita sempre più spesso che gli esponenti di ogni fazione vengano insultati fisicamente o sul web. Tanto che in molti temono per la loro incolumità.
Lo stesso Trudeau era stato colpito da alcuni frammenti di ghiaia lanciati dai manifestanti No-vax durante la campagna elettorale per le ultime elezioni federali. All’inizio dell’anno il leader dell’Ndp, Jagmeet Singh, è stato molestato verbalmente in occasione di un evento. L’ultimo caso riguarda l’attuale vicepremier, Chrystia Freeland, insultata pesantemente e apostrofata come «traditrice» da un uomo durante una visita in Alberta.
Un’escalation di episodi di rabbia e violenza che preoccupa, e non poco, chiunque frequenti i palazzi della politica o le aule istituzionali del Canada. L’ex ministro Lisa Raitt ha condannato duramente l’aggressione verbale a Freeland, twittando che «l’intimidazione fisica non è una forma di espressione democratica». Il conservatore Gerard Deltell, dal canto suo, ha spiegato ai ministri che dovrebbe essere garantita una sicurezza «degna di un paese del G7».
Ai ministri canadesi non viene assegnata automaticamente la scorta, ma possono richiederla in base a specifiche minacce. McKenna ha confessato alla Bbc di temere che possa accadere quel che è successo nel 2016 nel Regno Unito, quando una parlamentare laburista, Jo Cox, venne assassinata da un estremista. Lo scorso giugno il ministro della pubblica sicurezza, Marco Mendicino, anch’egli vittima di minacce di morte, ha annunciato che i parlamentari canadesi riceveranno dispositivi di allarme mobili dopo che diversi di loro hanno pubblicamente criticato la Royal canadian mounted police, la polizia a cavallo, per non aver affrontato adeguatamente i problemi di sicurezza.
Audrey Champoux, che fa parte dell’ufficio stampa di Mendicino, ha rivelato che le autorità stanno prendendo le minacce «molto seriamente» e che continuano a valutare «altre opzioni» per mantenere i membri del parlamento al sicuro. «Questa non è una questione di parte, ma piuttosto una questione di sicurezza pubblica che riguarda direttamente la sicurezza della nostra democrazia», ha sottolineato. Le molestie verbali, hanno notato gli osservatori canadesi, spesso colpiscono in modo sproporzionato le donne, i membri della comunità Lgbt e le minoranze etniche.
Freeland ha annunciato che le minacce ricevute non le impediranno di tornare in Alberta, che è «piena di persone gentili e accoglienti», aggiungendo che uno «spiacevole incidente non cambia le cose». McKenna, invece, ha detto di temere che il tono sempre più crudo della politica canadese e l’incapacità di proteggere adeguatamente i rappresentanti di partiti e istituzioni possano dissuadere potenziali futuri esponenti, in particolare giovani donne, dall’intraprendere una carriera nel servizio pubblico: «Per la democrazia sarebbe terribile».