ItaliaOggi, 13 settembre 2022
Periscopio
Sono saltati giù dai piani in fiamme / uno, due, ancora qualcuno / sopra, sotto. / La fotografia li ha fissati vivi, / e ora li conserva / sopra la terra verso la terra. / C’è abbastanza tempo /perché si scompiglino i capelli / e dalle tasche cadano / gli spiccioli, le chiavi. / Solo due cose posso fare per loro – / descrivere quel volo / e non aggiungere l’ultima frase. Wislawa Szymborska, Fotografia dell’11 settembre.
Non dimenticheremo mai. Joe Biden, 11 settembre 2022.
Hanno violato la nostra città. Io sono uno dei newyorkesi più recenti, ma anche chi non ha mai messo piede a Manhattan ha sentito profondamente le sue ferite, perché New York, nella nostra epoca, è il cuore pulsante del mondo visibile. È la sboccata, abbagliante «città di orge, vagabondaggi e feste» di Walt Whitman. A questa luminosa capitale del visibile, le forze dell’invisibile hanno inferto un colpo spaventoso. Salman Rushdie, Gli attentati in America.
Il giorno dell’invasione dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022, resterà una data importante quanto l’11 settembre 2001. Sono le due date più importanti dall’inizio del XXI secolo. (…) L’11 settembre è stata l’epifania della prima figura del nemico, l’islamismo; il 24 febbraio della sua seconda figura, l’impero autocrate. Robert Redeker, Le Figaro.
È difficile vedere i risultati della guerra di Putin sin qui come qualcosa di diverso da un fallimento. William J. Burns, direttore della CIA.
La controffensiva ucraina (…) ha preso più di ottomila chilometri quadrati in sei giorni con perdite minime. I soldati di Kiev sono saliti fino al confine con la Russia senza incontrare resistenza ed è lo stesso confine dal quale le colonne russe avevano fatto irruzione durante le prime ore del 24 febbraio. Daniele Raineri, la Repubblica.
Mosca ha compiuto 875 anni e il presidente Putin ha trascorso la giornata presentando il suo regalo alla città: una ruota panoramica alta 140 metri, la più alta d’Europa. (…) Per un giorno [non ha parlato] d’«operazione speciale» né d’«Ucraina». Non un accenno al fronte, alla ritirata dalle città conquistate, alla fuga [davanti ai] soldati ucraini che puntano verso Donetsk. Micol Flammini, ilfoglio.it.
L’Universo russo è popolato da gente dotata di un codice genetico speciale! È una stirpe che non teme la morte e che disdegna le comodità inutili e gli agi. L’Universo russo offre ciò che l’Europa non possiede: il coraggio di ribellarsi al diktat d’una cultura e d’una mentalità straniera. Vladimir Putin (Elena Kostiouvitch, Nella mente di Vladimir Putin).
Lunedì 12 settembre. Come a Mosca nel dì di festa, anche nella prima pagine della Verità non si accenna neppure di lontano alla «ritirata strategica» russa. Niente, nemmeno una parola. In compenso si consiglia di leggere l’Edipo Re: quando «l’etica è smarrita», assicura, non c’è di meglio… Be’, c’è sempre il Gulag, dico io. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
È partito il «processo» a Letta. (…) Buttare la croce solo sul segretario, per la sconfitta – inevitabile – che arriverà sulla testa del Pd (una mazzata di proporzioni storiche) è forse ingeneroso. [Ma è anche] uno degli sport preferiti, dentro il Pd, partito nato «modello Crono»: i figli li mastica e poi li sputa. Ettore Maria Colombo, QN.
È sempre uno spettacolo sensazionale osservare come le stesse persone [convinte] che il vaccino sia un inganno delle multinazionali, lo sbarco sulla luna una messa in scena, la scienza un covo di affaristi, Zelensky un servo di Biden e i morti per strada manichini [possano] non farsi nemmeno una domanda sulle metamorfosi [elettorali] dei leader che si accingono a votare. Non hanno la cronologia di Google? Non gli funziona più l’accesso a YouTube? Concita De Gregorio, la Repubblica.
Matteo cambia partner politici come «pedalini», direbbe Giorgia in «slang» romanesco. Nel 2018 aveva firmato un patto elettorale con la Ducetta e il Cav, salvo cestinarlo subito dopo il voto. Storicamente è «fake news» che Sergio Mattarella gli abbia negato l’incarico per fare un governo di centrodestra; la verità, documentata nei verbali, è che quell’incarico il Capitano non lo chiese: sottobanco, aveva già fatto l’inciucio con Gigino Di Maio per spartirsi la torta a metà. Salvo, nel 2019, tentare di papparsela tutta intera perché aspirava ai «pieni poteri»: di lì il Papeete, la sbronza, il delirio e il mesto ritorno nel centrodestra. Ugo Magri, HuffPost.
Giorgia non [vuole essere una] donna sola al comando. Il Paese viene prima dei partiti. Sempre. Per il bene dell’Italia, se servisse, Giorgia chiamerebbe Letta senza nessuna esitazione. Guido Crosetto (Arturo Celletti, l’Avvenire).
[Giorgia,] sei una maschilista. Enrico Letta, titolo della Stampa.
Non dico «Giorgia stai serena». [Questo no]. Ma è semplice statistica: ogni due anni ho fatto cadere un governo. Matteo Renzi.
[Su per i] gradoni in pietra del Carso, custodi dei resti dei 100.186 caduti italiani nel primo conflitto mondiale, Matteo Salvini sale la via Eroica in jeans e Superga bianche. «Ho letto tutti i libri Mursia sulla Grande guerra», dice davanti a una corona di fiori. (…) Nessuno si avvicina, nessuno saluta il Capitano. «Siamo di destra», dice una coppia di Gorizia, «ma non si usano i morti per fare campagna elettorale». repubblica.it
Allora, ricapitoliamo: Draghi per i futuri governanti ha fatto danni enormi, ora però deve curare le ferite mortali del caro energia; poi, quando finalmente si toglierà di mezzo, sarà meglio seguire tutto quello che ha fatto in politica estera e di difesa, come si appresta a rassicurare Adolfo Urso, presidente del Copasir, nel suo imminente viaggio a Washington. Amedeo La Mattina, Linkiesta.
Nessuna corda si tira all’infinito. Prima o poi si spezza e, quando la corda si spezza, lo sciacquone s’inceppa. Roberto Gervaso.