Corriere della Sera, 13 settembre 2022
Milioni di persone vivono in schiavitù
Ci sono parole che fanno parte del nostro quotidiano ma che tendiamo emotivamente a collocare lontano dal presente, come se quello che evocano non ci riguardasse. Poi succede che una ricerca, uno studio, un approfondimento un po’ più lungo di 140 caratteri, ci costringa ad un brusco ritorno alla realtà. Una di queste parole è schiavitù: proprio ieri un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), di Walk Free e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, (Oim), segnala che è «drammaticamente salito a cinquanta milioni il numero di persone vittime di schiavitù “moderna” nel mondo». Poco meno dell’intera popolazione italiana. Cosa intendano queste agenzie con «schiavitù moderna» è presto detto: «Nel mondo 28 milioni di persone sono sottoposte a lavori forzati e 22 milioni costrette in matrimoni forzati», in totale sono 10 milioni in più rispetto alle stime del 2016. «Più della metà (52%) del lavoro forzato e un quarto di tutti i matrimoni forzati si concentrano nei Paesi a reddito medio-alto o alto, inoltre la maggior parte dei casi di lavoro forzato (86%) si registra nel settore privato». Quasi uno su otto di tutti i lavoratori forzati sono bambini (3,3 milioni) e più della metà sono vittime di sfruttamento sessuale. Infine, l’indagine segnala che i lavoratori migranti hanno una probabilità più che tripla di essere sottoposti a lavoro forzato rispetto ai lavoratori adulti non migranti. Il rapporto di queste agenzie propone ai governi una serie di raccomandazioni tra cui migliorare l’applicazione delle leggi e delle ispezioni del lavoro; porre fine al lavoro forzato imposto dallo Stato; estendere la protezione sociale e rafforzare le tutele legali, compreso l’innalzamento dell’età legale del matrimonio a 18 anni senza eccezioni (in molti Paesi non è proprio prevista). Quello che il rapporto non dice è che la schiavitù moderna l’abbiamo sotto gli occhi e troppo spesso voltiamo lo sguardo per non vedere. La schiavitù? Roba del passato.