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 2022  settembre 12 Lunedì calendario

MARINO NIOLA SPIEGA PERCHÉ ROBERTO DE SIMONE, "CHE VIVE IN UN VERGOGNOSO DIMENTICATOIO" È ANCORA L'ANIMA DI NAPOLI – FONDATORE DELLA NUOVA COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE, I SUOI SPETTACOLI SONO ORMAI ENTRATI NELLA MITOLOGIA DEL TEATRO ITALIANO (UNO PER TUTTI, LA GATTA CENERENTOLA)- "L'ISOLAMENTO DI DE SIMONE È UN ATTO SPREGEVOLE”, ANCHE RICCARDO MUTI TUONA CONTRO LE ISTITUZIONI DI NAPOLI COLPEVOLI D'INGRATITUDINE E DI IGNORANZA NEI CONFRONTI DI UN... -

«Roberto De Simone. Un genio ignorato dai più». A dirlo nei giorni scorsi è stato il grande Riccardo Muti, sparando ad alzo zero contro le istituzioni di Napoli e non solo, colpevoli d'ingratitudine e di ignoranza nei confronti di un personaggio che il mondo ci invidia.

«Musicista, compositore, regista immenso, vive in un isolamento che è un atto spregevole», non usa mezze misure il direttore della Chicago Symphony Orchestra. Non si può che dargli ragione. Visto che De Simone, fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare, è un artista di fama mondiale.

I suoi spettacoli sono ormai entrati nella mitologia del teatro italiano. Uno per tutti, La gatta cenerentola, che dal debutto, avvenuto il 26 luglio 1976 al Festival dei due mondi di Spoleto, ha girato il mondo per venticinque anni. In un Paese meno sciamannato e volubile del nostro sarebbe sempre in cartellone. Come succede a Broadway con West Side Story, My Fair Lady, Jesus Christ Superstar, A Chorus Line, alcuni dei quali hanno avuto qualcosa come settemila repliche e in certi casi vanno ancora in scena. In questa opera-fiaba gli aspetti più profondamente locali della cultura napoletana venivano resi universalmente comunicabili, tradotti in linguaggi alti e internazionali. Non a caso lo spettacolo è considerato un classico.

Come le commedie di Eduardo. E in certe università americane è materia di studio. Perché metteva a tacere il rumore fastidioso della napoletaneria più ruffiana. Per discendere verso le sorgenti poetiche di Partenope, verso quella profondità che fa della città una regione dell'anima che, come tale, appartiene al mondo.

E adesso il Maestro, alle soglie dei novant' anni, vive in un vergognoso dimenticatoio. E per il suo immenso patrimonio, fatto di libri, testimonianze, oggetti d'arte non si trova nemmeno un posto. Speriamo che la politica e la cultura provino almeno un po' di vergogna.