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 2022  settembre 11 Domenica calendario

"L’ESERCITO RUSSO HA PERSO IL 60% DEL SUO POTENZIALE MA È TROPPO PRESTO PER DIRE DOVE SI ANDRÀ A FINIRE” – NONOSTANTE I SUCCESSI UCRAINI SUL CAMPO DI BATTAGLIA, IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO BLINKEN RIMANE CAUTO E NON SI SBILANCIA SULLE SORTI DELLA GUERRA – E JOE BIDEN PENSA DI ATTINGERE ALLE RISERVE PETROLIFERE PER TENERE L’OFFERTA DI GREGGIO STABILE E MANIFESTARE CONCRETAMENTE AGLI EUROPEI LA SUA VICINANZA E FEDELTÀ... -

Lo sguardo americano si poggia su Izyum, snodo di un conflitto che va avanti da oltre sei mesi e che a Washington ritengono si protrarrà ancora a lungo. C’è cautela nelle stanze dell’Amministrazione che con più attenzione scrutano i movimenti in Ucraina sulla cosiddetta controffensiva di settembre.

La riflessione è che le armi inviate in sei mesi alle forze armate ucraine ora stiano effettivamente avendo un impatto importante; dall’altra però ci sono elementi che fanno dire negli ambienti del Consiglio per la Sicurezza nazionale che «ogni controffensiva ha un aspetto di attacco e uno di ripiegamento e che trarre oggi conseguenze su una inversione di tendenza definitiva è prematuro».

È una linea che ricalca quella del segretario di Stato Antony Blinken che venerdì ha ricordato che «è troppo presto per dire dove si andrà a finire» anche se ora l’Ucraina «sta agendo in modo risoluto con un piano deciso, rafforzato in modo determinante dalle risorse inviate», dagli americani e dagli alleati. Dinanzi alla bandiera ucraina tornata ieri nuovamente a sventolare a Izyum, il Dipartimento di Stato resta prudente e a La Stampa conferma che malgrado conquiste e avanzamenti, non ci sono elementi per proclamare una “major victory”.

La strada resta quindi quella di continuare a foraggiare la difesa ucraina. Dal 2014 Washington ha stanziato 17,2 miliardi di dollari per la sicurezza di Kiev: di questi 15,2 sono stati allocati dal gennaio 2021 quando si è insediata l’Amministrazione Biden, l’ultima tranche (per un totale di 1,75 miliardi) è stata annunciata questa settimana. 

È un aspetto su cui gli Stati Uniti non intendono retrocedere ma che implica una piena condivisione - non solo politica, ma anche economica - con gli alleati. Il Gruppo di Contatto che si è riunito a Ramstein giovedì ha dato pieno sostegno alla linea Usa. Il 28 settembre il sottosegretario alla Difesa per gli acquisti, Bill LaPlante, vedrà gli omologhi dei Paesi alleati per discutere di supply chain industriale e di come aumentare la produzione degli equipaggiamenti chiave. 

Un’altra indicazione che Washington è concentrata su un conflitto dilatato nel tempo nel quale l’America dovrebbe - secondo il general Philip Breedlove - dispiegare tutto il potenziale, senza perdersi in ragionamenti su quale sia il range di un missile piuttosto che un altro. La prudenza sull’andamento della guerra si basa su dati ed elementi finiti sulle scrivanie degli analisti americani.

Anzitutto c’è la certezza che la Russia non abbia esaurito il potenziale anche se la qualità - sia nei mezzi, sia negli uomini - è di livello inferiore al previsto. Ricorrere alle munizioni nordcoreane e ai droni iraniani, oltre che reclutare ogni risorsa possibile in patria e affidarsi a mercenari, è percepito come un segno di debolezza. 

Alcune stime rivelano che i russi hanno perso il 60% del proprio potenziale, ma a livello missilistico e di forza aerea sono ancora in posizione di vantaggio. Quel che gli americani hanno notato è che ora «i rinforzi non arrivano rapidamente» poiché molti hub logistici sono stati distrutti. E in questo è stato decisivo l’impiego di due armamenti: gli M142 Himars (16 sono impiegati) e i GMLRS, i cosiddetti Glimmers, montati su veicoli Bradley, lanciarazzi capaci di sparare munizioni sia a colpo unico sia a raffica e inviati «a migliaia» a Kiev ha detto il capo degli Stati Maggiori Riuniti Mark Milley evitando però di scendere nei dettagli. 

Da quando gli Himars sono entrati a regime a fine giugno, il numero dei soldati ucraini morti ogni giorno è sceso da 200 a 30. Il motivo è che ricorrere a lanciarazzi montati su piattaforme mobili e dotati di un range sino a 70 miglia (a seconda della versione) riduce i rischi di esposizione al fuoco nemico.

Se questo, ragionano analisti militari, impedisce quindi a Mosca di lanciare un’escalation, non le nega di protrarre l’occupazione e la durata del conflitto. È in questo scenario che il ricorso da parte di Putin all’energia come “arma” di ricatto per l’Europa è diventato un ulteriore elemento di preoccupazione per gli Usa. Biden starebbe anche pensando di attingere per la terza volta alle riserve strategiche per tenere l’offerta di greggio stabile e manifestare concretamente agli europei la sua vicinanza e fedeltà.