la Repubblica, 11 settembre 2022
Sirsky, lo stratega di Zelensky
Il presidente Zelensky ha fatto tre consigli di guerra in cinque giorni la settimana scorsa e lui c’era sempre, il generale Oleksandr Sirsky, 57 anni, comandante delle forze di terra, assieme ad altre figure di primo piano come il capo dell’intelligence militare Kirilo Budanov. In retrospettiva si capisce perché: Sirsky è l’ideatore del piano che ha ingannato i russi e ha fatto credere loro che la prossima battaglia sarebbe stata senz’altro nel sud dell’Ucraina e li ha convinti che sarebbe stata una buona mossa spostare laggiùventicinquemila uomini e lasciare sguarnito l’est. Il generale ha individuato un punto debole sul fronte russo a sud di Kharkiv, difeso da riservisti della finta Repubblica di Luhansk con molta poca voglia di combattere al posto dei soldati russi e il resto è quello che vediamo in questi giorni: i soldati ucraini stanno dilagando, hanno ripreso enormi porzioni del territorio che avevano perso cinque mesi fa e i russi sono in fuga e devono fronteggiare una delle umiliazioni più cocenti della loro storia militare. Due giorni fa il generale Sirsky è apparso a Balakliya, calmo e armato, mentre faceva un discorso ai suoi soldati e parlava della prossima conquista di Izyum – che il giorno dopo è caduta. «Ci sono molte altre città davanti a noi», ha aggiunto. Si dice che Sirsky abbia avuto qualche difficoltà a far approvare il suo piano, che adesso sta avendo successo oltre ogni ragionevole aspettativa.Dalla sua ha il vantaggio di essere il comandante che a febbraio ha mantenuto il sangue freddo e ha difeso la capitale Kiev dalle colonne di corazzati russi. Anche in quel caso con un bluff, fece credere ai russi che fosse possibile spingersi in avanti. Prima di diventare un comandante in Donbass negli anni del conflitto contro separatisti filorussi, si è occupato di cooperazione con la Nato – e anche oggi è in contatto con gli alleati occidentali, che mettono a sua disposizione oltre alle armi una mole di informazioni d’intelligence aggiornate quasi illimitata. Nel marzo 2021 il generale era apparso vicino al comandante di terra delle forze Nato, Roger Cloutier, per spiegare che in sei anni sedicimila ucraini sono stati addestrati al combattimento dalla Nato nell’ambito di un programma di aiuti che oggi si dimostra utile, se non preveggente.