La Stampa, 10 settembre 2022
Lunedì si torna a scuola
Senza mascherina ma anche con 150 mila insegnanti in meno secondo i sindacati, che andranno rimpiazzati con i supplenti. Senza dad, ma con la prospettiva della settimana corta per risparmiare sulla bolletta energetica. E poi i soliti problemi delle classi pollaio e dei bus dove si sta ancora pigiati come prima perché il rinforzo delle linee è rimasto per i più un miraggio. Dopo gli altoatesini che hanno già iniziato lunedì, la prossima settimana via via in tutte le regioni suonerà la prima campanella, posticipata al 19 settembre solo in Sicilia e Valle d’Aosta. Ma anche questa volta sarà un rientro a ostacoli. Tra concorsi ordinari e straordinari, stabilizzazione degli insegnanti di sostegno, più i concorsi “Stam” per le materie scientifiche, sono andati a buon fine 50 mila assunzioni mentre a 45 mila tra insegnanti e personale Ata assunti con Covid non è stato rinnovato il contratto. «Le 50 mila assunzioni sono quelle a cui si riferisce il ministro dell’Istruzione Bianchi, ma un conto sono i concorsi un altro i posti scoperti che erano 250 mila lo scorso anno e sono almeno 150 mila quest’anno, da coprire con i supplenti», precisa Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’associazione nazionale presidi. Tutto questo con buona pace della sbandierata «continuità didattica». «Stiamo facendo le opportune verifiche con gli uffici regionali e abbiamo anticipato le procedure ma allo stato attuale possiamo dire che ripartiamo da una scuola dove non mancano i docenti» ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Che poi però sembra indirettamente ammettere che non tutto sia proprio in ordine quando ai presidi che chiedono di procedere con la chiamata diretta degli insegnanti replica di «tenere in considerazione la richiesta», ricordando però «che il Parlamento è andato nella direzione dei concorsi».
«Mancano docenti di sostegno, collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici mentre continuiamo ad aspettare le pubblicazioni con gli esiti degli incarichi a tempo determinato. In queste condizioni è impossibile cominciare il nuovo anno» è la controreplica a distanza della Uil scuola di Napoli e Campania, dove i cancelli si dovrebbero riaprire martedì. Ma a tenere banco è la chiusura delle scuole il sabato per risparmiare sulla bolletta energetica. Idea che sta prendendo piede nel governo, mentre Bianchi si limita ad una mezza apertura quando a una domanda sullo stop anticipato risponde: «Io non ho chiusure, ma il mio principio è di partire dalle esigenze dei ragazzi e di garantire la didattica nel modo migliore». La settimana corta scolastica solleva comunque un coro di no tra i sindacati, con lo Snals che parla di questione mal posta, «perché la flessibilità didattica può avere solo ragioni didattiche-educative». In ogni caso in classe si torna senza mascherine, che dovranno essere indossate solo dai fragili. E per combattere il Covid finestre aperte anche d’inverno. Perché della ventilazione meccanica si è deciso di fare a meno anche questa volta.