La Stampa, 10 settembre 2022
Anche i Sex Pistols si inchinano alla Regina
A vent’anni Johnny Rotten dava alla Regina Elisabetta II dell’idiota asservita a un regime fascista, traduzione da God Save The Queen. A sessantasei compie un epico testacoda e pubblica un’immagine della defunta sovrana su Twitter che pare uscita da una celebrazione ufficiale, accompagnata da una strofa dell’inno britannico, Send her victorious.
Un punk redento? Un incendiario divenuto pompiere? Molto più coerente si rivela il cofondatore dei Pistols ed ex amico Steve Jones, che sullo stesso social trafigge la bocca della monarca con lo spillone dei punk, la incorona con la scritta God Save The Queen ma soprattutto rivendica lo spirito di quel pezzo esplosivo riportandone un brandello, She ain’t no human being, – non è un essere umano. La morte di Elisabetta fa uscire allo scoperto anche l’unica pistola del sesso che sapesse suonare, il bassista Glen Matlock poi rimpiazzato da Sid Vicious, teppista per vocazione i cui veri pregi erano animare i concerti scatenando risse ed essere il primo fan della band, oltre che amico stretto di John Lydon, con un commento rivolto al nuovo sovrano: «God save the king – hope he’s not a silly old thing…». Traduzione: «Dio salvi il re – spero non sia la stupida vecchia cosa…». Anche qui, come con Jones, confidenza col sistema pochina e rivendicazione dello spirito punk di un tempo. Un pensiero a parte andrebbe fatto su quanto ha reso in soldi (e a chi) la monarca selvaggiamente oltraggiata nel 1977. Oltre alle copie del 45 giri decorate con le labbra della Regina perforate dallo spillone c’era il merchandising dei Pistols, per tacere delle fortune da stilista di Vivienne Westwood costruite nel negozio di vestiti fetish del suo compagno nonché manager della band, a King’s Road a Londra. Il gruppo nacque proprio lì, con la Westwood lestissima a imparare la lezione e a fondare sul punk-rock una moda come un’altra, spesso con l’immagine della sovrana sulle t-shirt. La trasformazione di Elisabetta in marchio punk da rivendere nelle boutique era cosa fatta.