La Stampa, 10 settembre 2022
Harry resta solo e senza eredità
E Harry? Sempre solo, anzi solissimo. Macché rappacificazione davanti al letto di morte della nonna, reunion familiare listata a lutto, embrassons-nous nel dolore, e scordiamoci il passato. La famiglia resta rigorosamente divisa. Per ragioni logistiche, Harry è arrivato a Balmoral per ultimo e dopo che la morte della Regina era già stata annunciata. Ed è ripartito dopo appena dodici ore, ieri, primo ad andarsene dal castello alle otto del mattino, e con una faccia ancora più scura di quanto facesse supporre la luttuosa circostanza. Quanto alla moglie Meghan, ha insolitamente mostrato la qualità che più le manca, il buongusto, non facendosi vedere.
I parenti insomma restano serpenti. Harry ha fatto la sua scelta, rinunciando a far parte della Ditta, come i Windsor chiamano la loro famiglia, e la Ditta continuerà a fare a meno di lui. Specie se, come si dice, Carlo III intende «restringerla» ai soli royal che effettivamente ci lavorano: dunque, pollice verso per il fratello Andrea, travolto dagli scandali, e per il secondo figlio, travoltosi da solo con le sue polemiche interviste e la decisione di vivere in America facendo il famoso di professione. Magra consolazione, scrive il Guardian che, secondo le regole stabilite dal nonno di Elisabetta, Giorgio V, nel 1917 (quando, in piena grande guerra contro i tedeschi, pensò bene di cambiare il nome della famiglia da Sassonia-Coburgo-Gotha nell’inglesissimo Windsor), i nipoti del Sovrano hanno diritto al titolo di principe. Quindi i figli di Harry e Meghan, Archie, tre anni, e Lilibeth Diana, 15 mesi, potrebbero diventare altezze reali. Nella famigerata intervista con Oprah Winfrey, Meghan aveva fatto intendere che ad Archie non fosse stato assegnato il titolo per il colore della sua pelle. Un’accusa peggio che infamante: ridicola, per un’Elisabetta II che buttò fuori il Sudafrica dal Commonwealth per via dell’apartheid, litigò con la Thatcher per il sostegno al governo razzista rodhesiano e che definì «una delle esperienze eccezionali della mia vita» l’incontro con Mandela.
Harry & Meghan potrebbero anche ricevere nulla del patrimonio della nonna. Da mesi i giornali britannici si interrogano sul testamento di Elisabetta II che, beni della Corona a parte, aveva un patrimonio stimato da Forbes in 447 milioni di dollari. Secondo alcune fonti, nello scorso agosto la Regina avrebbe depennato il nipote ribelle dalla lista degli eredi, e con lui i pronipoti. Idem per i circa trecento gioielli di proprietà personale di Elisabetta: andranno, pare, a Kate Middleton, l’impeccabile moglie di William, e alla loro figlia Charlotte.
Insomma, benché il loro portavoce non ufficiale, Omid Scobie, assicuri che, prima di ritornare nelle ex colonie, i Sussex resteranno nel Regno durante tutto il lutto, il barometro familiare dei Windsor segna sempre tempesta. I rapporti fra William e Harry, più che freddi, sono inesistenti, e in un’altra improvvida intervista Meghan aveva spiegato che Harry pensa di «aver perso» suo padre, obbligando il futuro Carlo III a far sapere l’ovvio, cioè che lui i figli li ama entrambi.
Un vero peccato, anche perché Harry è sempre stato il nipote preferito della Regina. Per cominciare, assomiglia moltissimo all’amato Filippo. Harry ricevette il privilegio, più unico che raro, di poter portare la barba, e anzi è uno dei rari membri della Royal family a essere andato barbuto all’altare. Anche Filippo, quando di mestiere faceva ancora l’ufficiale di marina, la barba la portava, e se la fece ricrescere quando fece il giro del mondo senza la moglie. Esistono poche foto del duca di Edimburgo in versione lupo di mare, pelo compreso, ma la somiglianza con Harry è impressionante (e smentisce, per inciso, le molte illazioni sulla sua effettiva paternità: il principino non somiglia affatto al padre, ma è uguale al nonno). Ma poi Harry ricorda Filippo anche nel carattere impetuoso, impulsivo e gaffeur, che ha provocato spesso l’imbarazzo generale ma l’indulgente divertimento di Elisabetta, che di gaffe non ne ha mai fatte. Per lei, che Harry abbia deciso di abbandonare la Ditta, il Regno e, più in generale, il suo ruolo è stato un dolore e anche uno spreco, perché Harry ha quelle doti di empatia e comunicativa che non sono la principale qualità di William, diligente ma noioso. Tuttavia non è la prima volta, nella storia dei Windsor, che il matrimonio con un’americana divorziata provoca disastri.