il Fatto Quotidiano, 10 settembre 2022
Ornella Vanoni con la febbre parla e straparla
Solo 38 gradi di febbre hanno impedito a Ornella Vanoni di essere presente fisicamente sul palco della Casa del Jazz di Roma alla festa del Fatto, ma non le hanno impedito di partecipare in videocollegamento da Milano, dove con lei c’era Claudia Rossi di Fq Magazine, mentre a intervistarla da Roma c’era Marco Travaglio. Ma ha promesso di esserci alla Festa del prossimo anno (“Sempre se sarò viva, perché qualche giorno fa mio figlio mi ha detto che morirò tra poco”). La cantante milanese, con la verve che la contraddistingue, si è concessa in un’intervista a tutto tondo, dalle vicende personali, con i suoi amori (Strehler e Paoli su tutti), i suoi momenti difficili e le esperienze di vita vissuta, alla sua storia musicale, passando per i temi di più stretta attualità, con la crisi energetica che morde e le imminenti elezioni politiche. Incalzata dalle domande del direttore del Fatto, la signora della canzone italiana ha detto di non temere l’inverno che ci aspetta: “Non moriremo di freddo, come non sono morta io nella seconda guerra mondiale: ero a Varese, non avevamo riscaldamento e in più ci bombardavano, ma dormivamo con tutti vestiti e abbiamo resistito. Vi consiglio di comprare un po’ di maglioni e stivali di pelo”. “Mi sembra decisamente meglio del Piano Cingolani”, ha aggiunto Travaglio.
Giudizi contrastanti sulla presidente del Consiglio in pectore Giorgia Meloni, che potrebbe diventare la prima donna premier: “La possibilità concreta che per la prima volta una donna possa rivestire questo ruolo è sicuramente un fatto importante, ma la Meloni, viste le sue proposte, non mi sembra a favore delle altre donne. Bisogna chiedersi perché chi candida le donne in Italia è la destra, a questa sinistra le sparerei”. E invita i giovani a recarsi alle urne: “Andate a votare, il futuro è vostro”. Ripercorrendo la sua storia musicale, dichiara di avere mantenuto un bellissimo rapporto con le altre cantanti che insieme a lei hanno fatto la storia della musica italiana, su tutte Mina: “Non mi sono mai sentita in competizione con lei, io ho una voce tutta in dentro, lei tutta in fuori, siamo due cose diverse”. Ancora vivo il ricordo del giorno in cui ha conosciuto Gino Paoli: “L’ho visto per la prima volta negli anni sessanta in un concerto a Parigi, ero convinta non sapesse suonare, poi qualche giorno dopo ci siamo ritrovati negli studi della Ricordi e lui era al pianoforte: in quel momento mi innamorai di lui. Ma anche dopo che è finita abbiamo mantenuto un bellissimo rapporto, anche con sua moglie Paola, il segreto del suo successo”. Le cose sono andate diversamente con il regista teatrale Giorgio Strehler, a cui la Vanoni è stata legata a metà anni ‘50: “Dopo che ci siamo lasciati mi ha odiato, mi stalkerava al telefono”.
Commosso il ricordo di Lucio Dalla: “Aveva un talento infinito, nessuno scriveva e cantava come lui, quando l’ho conosciuto ho capito subito che era un genio. Questo lo rendeva bellissimo”.