Marco Giusti per Dagospia, 10 settembre 2022
LO STREAMING DEI GIUSTI – IL NUOVO “PINOCCHIO” SEMIANIMATO DIRETTO DA ROBERT ZEMECKIS PER DISNEY, NON PUÒ CHE ESSERE UNA DELUSIONE, MA È PIENO DI IDEE ANCHE INTERESSANTI PER UNA RILETTURA CRITICA DELL’ORIGINALE DEL 1940 - MOLTI AVRANNO DA DIRE SULLA BALENA O IL PESCECANE, QUI CHIAMATO MONSTROO, PERCHÉ PINOCCHIO NON TROVA GEPPETTO DENTRO ALLA PANCIA DELLA BALENA, MA FUORI E SOLO DOPO VENGONO INGHIOTTITI TUTTI E DUE. UFFA. DETTO QUESTO, VOGLIO L’OSCAR PER BATTISTON – VIDEO -
Introdotto fin dal logo della Disney dal Grillo, cioè Jiminy Cricket, doppiato da Joseph Gordon-Levitt, che ci riconduce al primo Grillo disneyano, descritto dal suo animatore Ward Kimball come un “Mr Pickwick senza orecchie, naso e capelli”, il nuovo “Pinocchio” semianimato, attori veri + personaggi animati, che trovate su Disney+ diretto da Robert Zemeckis proprio per la Disney con rispetto e amore per il grande classico del 1940, non può che essere una delusione, ma è pieno di idee anche interessanti per una rilettura critica proprio dell’originale del 1940.
Non può, ad esempio, riportarci al Pinocchio semplice, ragazzotto americano con gli occhi spalancati pronto all’avventura di prima della guerra, più vicino a Topolino che al Pinocchio monello collodiano, ma cerca di ripeterne il fascino da burattino animato, con le rotondità del volto e gli eleganti guantini bianchi. Tanto che perfino Geppetto, un Tom Hanks in carne e ossa identico al Geppetto originale, alla fine lo preferirà così, di legno (animato), piuttosto che vederlo trasformato in bambino.
Lezioncina moderna sull’accettare se stessi e i propri figli per come siamo e come sono, ovvio, senza il finale cattolico del miracolo collodiano o la rilettura critica che ne stravolgeva il segno di Carmelo Bene. Zemeckis elimina completamente l’ambientazione tirolese, austro-tedesca del 1940. Pensato da Disney per il mercato europeo e tedesco in particolare aveva spostato l’azione in un vago Tirolo abbandonando la Toscana miserabile ottocentesca di Collodi, dove i poveri avevano ancora gli abiti lisi settecenteschi dei padri se non dei nonni, e si era così ritrovato un film costosissimo e inesportabile con l’arrivo della guerra in Europa e la scoperta del vero volto di Hitler.
Zemeckis, anche se non riesce a staccarsi dagli orologi a cucù, coi quali gioca coi tanti personaggi disneyani, da Dumbo a Paperino al Woody di Toy Story, torna in Toscana. Il circo di Mangiafuoco o Stromboli, interpretato dal vero Giuseppe Battiston, bravissimo, uno dei migliori che ci siano mai stati assieme a Franco Javarone, si prepara alla tournée a Siena, sentiamo. Quindi siamo nella zona.
Purtroppo, l’ambientazione toscana è una variante un po’ forte rispetto al personaggio proprio di Pinocchio, identico all’originale, e un po’ stride. Stridono ancor di più le battute moderne, la Volpe, Honest John che spiega a Pinocchio come diventare “influencer”, la spiegazione del nome Pin-occhio e le battute su Chris Pine (oddio, no!). Non stride, invece, in epoca di cast multietnici la fatina turchina nera di Cynthia Erivo, sarà lei a cantare “When I Wish Upon a Star”, e non Jiminy Cricket.
Va detto però che Zemeckis rispetta l’idea che sia la fatina a dare al Grillo l’incarico di essere la coscienza di Pinocchio e sposta la canzone, resa celebre dall’interpretazione successiva di Louis Armstrong, dal Grillo doppiato da Cliff Edwards, unico cantante bianco che cantava da nero (fu Dandy Crow in “Dumbo”), alla fatina, che diventa nera anche perché la canzone, nella nostra immaginazione, è nera. La trovo una delle idee che più mi piacciono della versione Zemeckis. Il Gatto e la Volpe sono identici a quelli del 1940, ma non hanno lo stesso fascino, e il numero magistrale di Walter Catlett di “Hi-Diddle-Dee-Dee . An Actor’s Life for Me”, è ridotto da Keegan-Michael Key a poca cosa, perché non ci sono più quei movimenti di camera spettacolari che non si erano mai visti in un cartone animato. Il fascino di Pinocchio del 1940 era anche nei suoi prodigi tecnici.
E’ bella invece la scena del paese dei balocchi e dell’omino di burro, Luke Evans, cattivissimo, belle le trasformazioni in ciuchini. Molti avranno da dire sulla Balena o il Pescecane, qui chiamato Monstroo, perché Pinocchio non trova Geppetto dentro alla pancia della Balena, ma fuori e solo dopo vengono inghiottiti tutti e due. Uffa.
Detto questo, e detto che mi piacciono sia il gattino Figaro che il pesciolino Cleo, che fa molto Pixar, vi consiglio di vedere la versione di Zemeckis, ma solo come lettura critica di un capolavoro impossibile da rifare. Voglio l’Oscar per Battiston. Su Disney+.