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 2022  settembre 10 Sabato calendario

Tutti i soldi della corona britannica

Era una delle donne più ricche al mondo: i suoi beni personali valgono circa 530 milioni di dollari. A capo di una delle imprese più redditizie del pianeta: la Royal Firm, anche detta l’azienda di famiglia dalle parti di Buckingham Palace, vale circa 28 miliardi di dollari. E guadagnava uno stipendio stellare: il fondo dei contribuenti, noto come Sovereign Grant, le fruttava una sovvenzione pari a più di 100 milioni di euro l’anno. Senza contare le entrate del Privy Purse, la rendita proveniente dal Ducato di Lancaster. Dopo 70 anni di regno la regina Elisabetta II lascia un’eredità economico-finanziaria immensa.
La buona notizia per Carlo III è che non dovrà pagare la tassa di successione, un’agevolazione concessa nel 1993 dall’ex premier John Major per proteggere la ricchezza della famiglia reale. Quella meno buona è che non erediterà l’impero da 28 miliardi di dollari della madre, ma dovrà accontentarsi di ricevere solo i beni personali che Elisabetta II gli ha destinato in esclusiva. Quadri di Monet, cavalli di razza, gioielli, beni immobiliari senza un vero valore economico come il Castello di Balmoral (chi lo comprerebbe oggi?), dove Elisabetta II si è spenta, e persino una quantità dei famosi Penny nero, il francobollo più raro al mondo.
Come detto i beni personali di Elisabetta II valgono oltre 530 milioni di dollari e in parte arrivano dall’eredità della Regina Madre, deceduta nel 2002, che tra le altre cose aveva lasciato alla figlia delle porcellane pregiate e una preziosa collezione di Uova Fabergé: beni per un totale di 70 milioni di dollari, secondo le dichiarazioni ufficiali. Dal padre, oltre al Castello di Balmoral, Elisabetta II aveva ricevuto Sandringham House, residenza di campagna nel villaggio di Sandringham nella contea di Norfolk.
MACCHINA DA SOLDI
Per quanto riguarda invece la Royal Firm, anche nota come Monarchy Plc, va detto che la regina non era l’unica azionista dell’azienda. Nel cda della ditta di famiglia siedono infatti Carlo III e la moglie Camilla, il principe William e la moglie Kate, la principessa Anna, il principe Edoardo e la moglie Sophie. Parliamo di una vera e propria macchina da soldi, che tra i suoi asset può vantare The Crown Estate, il portafoglio finanziario della Corona da 19,5 miliardi di dollari, Buckingham Palace, il Ducato di Cornovaglia, il Ducato di Lancaster e Kensington Palace. A giugno, la Crown Estate ha annunciato un utile netto di oltre 312 milioni di dollari per l’anno finanziario 2021-2022, 43 milioni di dollari in più rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda il Sovereign Grant, il sistema di finanziamento della Corona introdotto nel 2012, la sovvenzione è stata aumentata nel 2017-2018 al 25 per cento per sostenere la ristrutturazione di Buckingham Palace e dovrebbe essere ridotta al 15 per cento entro il 2028. Risultato? Nel 2020 la regina ha ricevuto dal Sovereign Grant 85,9 milioni di sterline, ossia oltre 102 milioni di euro. Il Sovereign Grant rassomiglia a un sussidio pubblico, a un reddito di sovranità potremmo dire, emesso in forma forfettaria dal ministero del Tesoro di Londra.
La sovvenzione veniva utilizzata dalla sovrana per pagare le spese ufficiali, dagli stipendi per il personale ai viaggi e le missioni all’estero. Ma, come detto, lo stipendio di Elisabetta II era alimentato anche dal Privy Purse, utile a coprire le altre spese. Alla fine di marzo dello scorso anno, il Ducato di Lancaster aveva 577,3 milioni di sterline di attività nette sotto il suo controllo, in grado di generare un surplus di 22,3 milioni di sterline.
L’AFFITTO
Elisabetta II non era però l’unica proprietaria di Buckingham Palace. Tuttavia tratteneva il 15 per cento degli introiti generati dal complesso immobiliare. Di recente un’agenzia londinese ha stimato che per affittare Buckingham Palace servirebbero oltre 30 milioni di sterline l’anno, dunque più o meno 35 milioni di euro. Carlo III ha più volte lasciato intendere che una volta salito al trono avrebbe aperto il più possibile al pubblico (e commercializzato) tutte le residenze reali. Insomma, il business della famiglia reale promette bene anche in futuro.