ItaliaOggi, 9 settembre 2022
I tedeschi bocciano lo Stato. Un sondaggio
I tedeschi sono cambiati, una volta, nei momenti di crisi, appoggiavano chi era al potere. Oggi, la maggioranza, dà voti negativi a tutti, dal governo ai postini. Raggiungono la sufficienza gli spazzini, compiono il loro dovere e le città sono pulite. E i militari, una promozione sulla fiducia, si spera che non debbano dare prova sul campo in un prossimo futuro.
La fiducia nello Stato è scesa a un livello mai così in basso nella storia, e í dati non dovrebbero essere messi in dubbio, l’analisi è stata compiuta dall’istituto demoscopico Forsa, su incarico del Deutschen Beamtenbundes, il Dbb, la federazione nazionali dei funzionari pubblici. Bocciati anche loro.
Appena il 29% dei tedeschi ritiene che lo Stato sia in grado di funzionare. Per un confronto, nell’estate del 2020, durante la pandemia, il 56% era convinto che lo Stato potesse far fronte ai suoi doveri. L’anno scorso si era ancora al 45%. Il crollo è dovuto alla politica di risparmio degli ultimi anni, ha spiegato Ulrich Silberbach, presidente del Dbb, che ha tagliato i fondi anche all’amministrazione pubblica. Cioè ai Beamte, in passato godevano di un grande rispetto. Ai tempi del Kaiser andavano in divisa, come ufficiali. Oggi, per il 45%, lo Stato spende troppo per l’amministrazione pubblica. E per chi vota Afd, il partito dell’estrema destra, gli scontenti arrivano al 69%.
I più contenti della burocrazia sono i verdi, tra loro gli scontenti sono il 34%. Il 55% li ritiene affidabili, ma l’85% li giudica poco flessibili, difetto di ogni burocrate.
Il 66% ritiene che lo Stato sia schiacciato dai compiti che deve affrontare, un voto negativo che va dai conservatori liberali a chi vota la Linke, all’estrema sinistra. E la percentuale è quasi uguale in ogni fascia d’età, solo i giovani, dai 18 ai 29 anni, sono più ottimisti, ma non di molto. Il 17% è convinto che non si sia in grado di affrontare la crisi energetica, l’anno scorso era il 4%. Il sondaggio chiedeva di dare un voto agli addetti dei vari servizi pubblici, come a scuola, dall’uno che equivale al nostro dieci, raggiunto da nessuno, al sei, bocciatura senza attenuanti. La sufficienza si aggira intorno al tre.
Gli spazzini sono in testa, con l’1,9. Sul podio, a sorpresa, con il 2, gli addetti alle biblioteche pubbliche, e in effetti non c’è confronto con le nostre (per colpa dei regolamenti, e del personale insufficiente). Al terzo posto, con il 2,1, i custodi dei musei, in genere gentili, competenti e orgogliosi del compito svolto. Seguono le maestre e i rari maestri dei Kindergarten (2,4). I poliziotti ottengono un voto di cui i colleghi in Europa potrebbero essere gelosi, un 2,5 che equivale a un nostro sette, alla pari con i bagni delle piscine pubbliche. Quest’estate che sta per finire, a Berlino si è già tornati a scuola, ha visto le piscine minacciate da gruppi di giovani scatenati, che hanno terrorizzato i bagnanti, e i Polizisten sono spesso intervenuti a fianco dei bagnini.
Infermieri e medici degli ospedali ottengono un 2,7, i magistrati si devono accontentare della sufficienza, un tre. Un sei meno, per gli impiegati delle imposte, il 3,1, come gli insegnanti delle scuole secondarie, Un 3,4 per gli impiegati degli enti sociali, e un 3,6, pari a un cinque e mezzo, per quelli dell’ufficio del lavoro.
In coda troviamo i ministeri regionali con il 3,5 e i ministeri federali con il 3,7. Una differenza di poco, ma per i tedeschi sono meglio i governi dei Länder che il governo centrale a Berlino.
Una volta, per fare carriera era indispensabile fare esperienza nelle regioni, o come sindaci nelle città più importanti. Willy Brandt fu a lungo borgomastro nella Berlino divisa dal Muro, Helmut Schmidt iniziò come senatore agli interni a Amburgo, città Stato. Helmut Kohl si fece le ossa nella sua piccola Renania Palatinato, Nell’attuale coalizione, prima di diventare ministro a Berlino, il cancelliere Olaf Scholz aveva dato ottima prova come sindaco di Amburgo. I verdi, Annalena Baerbock, ministra degli esteri, e il compagno di partito, Robert Habeck, ministro all’economia, sono stati promossi sul campo, senza esperienza. E sono in difficoltà.