la Repubblica, 9 settembre 2022
Niente tacchi, ricci o cravatte. Il look casual di candidati
ROMA – Prima il taglio col Pd, poi quello per dare una bella sistemata alla chioma. Mentre Letta ancora stava con le “mani nei capelli” e denunciava il tradimento di Azione, i big del Terzo polo, uno dopo l’altro, sono andati subito dal loro parrucchiere di fiducia. Solito taglio corto per Matteo Renzi. Spuntatina per Carlo Calenda con riga da una parte da bravo ragazzo. Schiariture per Maria Elena Boschi.
«”Fai tu!”, mi hanno detto», confida Roberto D’Antonio parlando dei big di Azione e IV che si sono seduti nel salone a un passo da Montecitorio che in genere si apre per attrici, modelle e stelle della tv: «Erano sfiniti e volevano rimettersi un po’ in ordine. Se gli ho dato consigli nel look? Certo: gli ho detto di stare il più possibile… un passo indietro. Per rispetto degli italiani che non ne possono più e che tribolano con le bollette. A Giorgia Meloni invece ho consigliato – ma questo un po’ di tempo fa, perché lei ha il suo coiffeur di fiducia e io le ho fatto solo qualche piega – di non farsi i boccoli: troppo effetto bambola. E a quanto pare mi ha ascoltato: sempre più bionda e sempre più liscia. L’unica a cui stanno bene i ricci è Marianna Madia, perché i suoi sono naturali e le danno un’aria botticelliana».
Parola d’ordine, in questa campagna elettorale tanto improvvisa quanto “accaldata”, è vestirsi low profile.Con due significative eccezioni. In primis, naturalmente, Daniela Santanché, che l’altro giorno ha postato su Twitter un video dove indossa un completo bianco con piume di struzzo pendenti. E poi c’è, Marta Fascina, che per la parte di donna ombra del Cavaliere veste abiti da principessa Disney con tanto di cerchietto in tinta e acconciature alla Eva Kant.
Spariti o quasi dai guardaroba dei candidati a caccia di voti: completi, tailleur, tacchi 12. Poche giacche, poche cravatte. Antonio Tajani non osa mai, sempre uguale a se stesso. D’altra parte il rischio di sbagliare èdietro l’angolo, vedi Letta che indossa una cravatta rossa alla Trump proprio mentre rimprovera a “Giuseppi” Conte l’endorsement di “The Donald”. Tante le polo e tante le camicie, invece. Come quelle di Mara Carfagna (bianca) e Mariastella Gelmini (rosa) nel giorno del loro debutto con Calenda. Di più informale ancora c’è l’outfit da vera Generazione Z di Caterina Cerroni, candidata under 35 del Pd, tutta sneakers e maglia a righe. La più trendy tra i gazebo? Laura Ravetto, della Lega: jeans strappati, espadrillas e canotta. Una sorta di Sanna Marin (la premier finlandese che si scatena in discoteca) in salsa cuneese. Anche Giorgia Meloni, che sfodera da qualche tempobicipiti palestrati e grandi bracciali da schiava ai polsi, l’altra sera è arrivata nello studio di Bruno Vespa in tailleur, per poi togliersi la giacca e rimanere in camicia di seta con fiocco al collo e pendenti ai lobi.
Rimbocchiamoci le maniche, dunque, il motto in attesa del 25 settembre. E se Berlusconi è rimasto al look del ’94, in completo blu per lo sbarco su Tik Tok (più informale nelle pillole quotidiane su Instagram), Enrico Letta si propone spesso senza cravatta. «Ha adottato uno stile da week end in campagna: pantalone beige, giacca blu e camicia bianca», dice Stefano Dominella, che di Unindustria Moda è il presidente e della maison Gattinoni, l’amministratore delegato. Ancora più street stylel’abbigliamento di Calenda, che nonostante la sosta dal parrucchiere ha sempre i capelli scarmigliati: è spesso in polo blu molto oversize. «Ma a differenza di Renzi, con quei completi sempre un po’ lucidini, lui ha sempre l’aria sgualcita. Sarà per l’alone che ha spesso sotto le ascelle…», ipotizza impietoso l’ad di Gattinoni. Che non risparmia neanche il leader della Lega. Salvini appena caduto il governo Draghi si era tagliato la barba su suggerimento pare di Berlusconi, per poi affrettarsi a farla ricrescere «Sennò mi dicono che sembro un capitone!». «Povero Salvini, ce la mette tutta, ma non ha proprio buon gusto: sempre con le sneakers bianche ai piedi», continua Dominella. E chi se ne importa se a Venezia, abbracciato alla fidanzata Francesca, indossava un impeccabile smoking. Passa l’esame invece Debora Serracchiani del Pd: «Nel modo di vestire è al di fuori di qualsiasi moda. E per questo che ci prende spesso… così come Elly Schlein, la vicepresidente dell’Emilia-Romagna, perfetta nel suo stile “impreciso”». Ma la vera icona di moda in questa campagna elettorale da temperature tropicali, per Dominella è Emma Bonino, leader di +Europa. «Eleganza italiana con tocchi più etnici. Ed è magicamente diversa da tutte».