il Fatto Quotidiano, 8 settembre 2022
Elodie è la nuova Ferilli
Salvini la incupisce, Meloni la disturba per il livore, la Lega per la disumanità, la destra per la illiberalità. Elodie ha il timbro, il tono, la risolutezza, quella voglia di rifiutare il nascondiglio, una scelta che trent’anni fa ci fece apprezzare Sabrina Ferilli e la sua esplosiva, rossa romanità. Non solo attrice, non solo sex symbol ma anche volto definito e deciso di sinistra. Elodie fa la cantante (con recenti e fortunate prove cinematografiche) e ha di sicuro il fisico statuario, la beltà espansiva e se possibile ancora più scenica, l’eleganza del portamento e persino la tranquilla riduzione genetica con la quale si descrive. “Io ho le tette, ma anche lei. È solo una questione di ghiandole. A me più grandi, a lei più piccole”, dice al giornalista maschio che la intervista.
Volendoci applicare alle differenze, che non sono poche e forse nemmeno trascurabili, Sabrina, a proposito di tette, disse: “Camminare e non essere volgare con tutte queste tette è impossibile”. Riferiva della misura, della dimensione e dell’imbarazzo che la coglieva nel governare tutta quell’eccedenza. Era la Ferillona. Imbarazzo che la accompagnava anche quando le chiesero di votare il Pd al tempo di Renzi: “Il partito della Nazione? E che cosa è? Un po’ sopra, un po’ sotto. Un po’ fatto di buoni e un po’ di cattivi”.
Elodie è la Ferillona di questo nuovo tempo. Il suo corpo ha quella estensione nella bellezza, è ancora più definito, più simbolicamente e provocatoriamente femminile. E la forza della sua genetica, il colore più scuro della sua pelle, creola per parte di mamma, borgatara del quadrante nord di Roma dove viveva suo padre, autodidatta perché così ha deciso, e di sinistra. Risolutamente, definitivamente. Elodie dà la linea a Enrico Letta e ha buoni motivi per farlo: “La sinistra ha bisogno di un volto. La gente ha necessità di un viso, di un corpo, di una vita in cui riconoscersi”. La sinistra, quel che c’è o che rimane, finora ha solo lei come portavoce pop. Troppo poco. Anche se le parole di Elodie (Di Patrizi il cognome) sono affilate come lama d’acciaio. “Giorgia Meloni sembra un uomo del 1922”, ha detto di lei e ha chiuso la partita. Nessun politico avrebbe saputo polemizzare con migliore compiutezza storica, dire di più senza aggiungere nulla e sistemare Giorgia nel recinto delle sue passioni, nel calore della fiamma che arde ancora oggi per ricordarle chi, in quel lontano 1922, guidò la marcia su Roma.
La sinistra senza leader si trova dunque questa cantante quasi tra i piedi, senza averla né cercata né aiutata. Elodie esce dalla borgata e si dirige nelle discoteche del Salento dove – meno che ventenne – fa la cubista. Grazie a Maria De Filippi che con Amici le offre una strada, una possibilità, sbuca nel mondo della canzone. Ad Amici la Ferilli compare come giudice, della De Filippi è amica e anche socia.
Sabrina aveva il papà dirigente del Pci in Regione, quello di Elodie è un militante del Quartaccio immaginiamo assai devoto. Dentro l’anima di Roma, e le sporcizie della Capitale, Sabrina ha mosso i passi extracurriculari. Ha chiamato, per dire, l’allora sindaco Alemanno “lo screanzato”, ha virato verso Virginia Raggi dopo la defenestrazione di Ignazio Marino, “’sta ragazza esile mi sembra il caso di aiutarla col voto” per poi revocare la fiducia quando il disastro capitolino divenne ingestibile.
Ferilli comunista dichiarata, ma attiva politicamente dentro il cerchio della Città eterna e comunque nel seno di Botteghe Oscure. Altra classe anagrafica, allevata ai discorsi di Berlinguer e Napolitano.
Elodie ha invece tenuto a mente soprattutto i diritti. Quelli conquistati che, come ha ricordato dopo le decisioni della Corte suprema americana sull’aborto, possono andare perduti: “I diritti possono sempre toglierceli”.
I diritti. Quelli all’identità, alla sessualità, alla genitorialità, ai diritti dei senza diritti come gli immigrati: “Chi è Giorgia per giudicare il giusto e l’ingiusto? È Dio?”. Madrina del pride, ha aiutato sua sorella a rivendicare la propria omosessualità e stava per andare incontro a Matteo Salvini in aeroporto: “Perché è così disumano? Poi ho evitato”. Elodie, la nuova Ferillona chiede alla sinistra un leader. E la sinistra, spezzettata e immiserita in questa campagna elettorale, che sembra finita prima ancora di essere iniziata non ha tempo, voglia, possibilità, misura di offrirlo. Mentre la destra, che con Giorgia Meloni s’avvia al governo, manca di tutto il resto. “La Meloni è antifemminista e io non la voterei mai” ha detto la grecista Eva Cantarella. Proprio quel che ha spiegato Elodie: “Una donna che sembra un uomo del 1922”.