Corriere della Sera, 8 settembre 2022
Il sondaggio di Pagnoncelli sulle regionali in Sicilia
Il prossimo 25 settembre, insieme alle elezioni politiche nazionali, si terranno anche le elezioni regionali in Sicilia. L’isola, solitamente considerata un laboratorio politico “sperimentale”, questa volta si presenta al voto con un’offerta politica molto simile a quella nazionale. Caterina Chinnici correrà sostenuta soltanto dai dem e dalla lista di Claudio Fava. Il M5S sostiene invece Nuccio Di Paola, capogruppo all’Assemblea Regionale Siciliana. Al contrario, anche in Sicilia il centrodestra è compatto, con la partecipazione anche della Nuova Dc di Totò Cuffaro e la lista Popolari e Autonomisti. Infine, anche in Sicilia il cosiddetto terzo polo presenta la sua candidatura in autonomia, sostenendo l’attuale vicepresidente della Regione Gaetano Armao.
Vi è, tuttavia, un elemento di forte differenziazione rispetto alla competizione nazionale: la candidatura di Cateno De Luca. L’ex sindaco di Messina si presenta come indipendente ed è forte del sostegno di numerose liste e di un ampio e crescente sostegno popolare. Il sondaggio condotto tra gli elettori siciliani mostra infatti che nelle intenzioni di voto Schifani è in testa con il 28,7% dei voti validi, ma al secondo posto troviamo proprio De Luca con il 23,5%. Seguono Chinnici (22,1%) e Di Paola (19,5%). Più staccati Armao (4,6%), e gli altri candidati. De Luca gode di una notorietà anche maggiore rispetto all’ex presidente del Senato (l’81% dei siciliani lo conosce, almeno per sentito dire, contro il 71% di Schifani). A questo primato, De Luca associa un buon gradimento complessivo, raccogliendo discreti giudizi anche al di fuori del suo elettorato.
Nel voto per le liste (è possibile il voto disgiunto) la lista «De Luca sindaco di Sicilia» è prima, avanti di un’incollatura al M5S (rispettivamente 18,7% e 18,4% dei voti validi). In corsa per il terzo/quarto posto Fratelli d’Italia (15,6%) e Pd (15,5%). Il centrodestra è complessivamente avanti, con il 33,6%, alla coalizione di De Luca (23,7%), al M5S (18,4%) e al centrosinistra (17,3%). Più staccata la lista di Azione e Italia viva a sostegno di Armao (4,7%).
La partita sembra quindi aperta a più esiti possibili. I siciliani vanno al voto in una fase delicata dal punto di vista sociale ed economico: l’economia è profondamente segnata da molti anni di difficoltà, e il tessuto sociale mostra ormai da tempo segni di logoramento che danno spazio a manifestazioni di insoddisfazione, marginalizzazione e rabbia che, come in altri contesti del Sud, sono più evidenti che nel Centro-Nord. Anche il fenomeno del voto che potremmo semplicisticamente definire «di protesta», che qui nel 2018 ha premiato ampiamente il M5S, si appresta a giocare un ruolo non secondario. C’è una percezione della politica come inadeguata e distante che nelle ultime tornate elettorali aveva ingrossato le fila dell’astensione. In questa occasione l’affluenza potrebbe essere puntellata, almeno in parte, dalla concomitanza con le Politiche: stimiamo infatti un dato di poco superiore al 50%.
In questo contesto, la vittoria alle prossime regionali appare ad oggi ancora pienamente contendibile da parte dei quattro principali candidati: Schifani è forte soprattutto del sostegno di una coalizione consolidata e data per favorita a livello nazionale, che potrebbe far scattare un effetto di trascinamento in grado di garantire la vittoria finale anche nell’isola. Il centrosinistra contrappone Caterina Chinnici, una figura apprezzata anche al di fuori della coalizione, che attiva un flusso di voto disgiunto in suo favore ma parte da una base di consenso limitato per le liste a suo sostegno. Tra De Luca e Di Paola sembra profilarsi una contesa soprattutto per il voto degli «insoddisfatti», all’ombra di una forte tentazione per il non voto da parte dei ceti più marginali e in difficoltà economica. I 5 Stelle hanno perso l’appeal e la credibilità di cinque anni fa ma sono in risalita a livello nazionale e Conte sa di avere in Sicilia un bacino privilegiato. De Luca è il candidato che si è mosso più in anticipo, ha consolidato la sua candidatura indipendente e ha schierato una potente macchina da voti sul territorio. Sulla base dei dati emersi nel sondaggio odierno rimane il dubbio che se il Pd e i 5 Stelle avessero evitato la rottura avrebbero potuto esprimere il presidente della Regione. Nei pronostici degli elettori De Luca sembra essere favorito (dal 22% degli elettori) su Schifani (18%) e Chinnici (8%), mentre solo chance marginali vengono attribuite a Di Paola (ma 1 elettore su 2 ancora non si sbilancia). In questo inedito intreccio tra voto nazionale e voto regionale, non resta che attendere per vedere se prevarranno gli orientamenti di voto o i pronostici dei siciliani.
(ha collaborato Andrea Scavo, direttore di ricerca Ipsos)