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 2022  settembre 08 Giovedì calendario

Alla Juve, in rosso di 250 milioni, non resta che sperare nella Champions


inviato a parigi
Per la gloria e per la storia, ma anche per il denaro. La missione in Champions si fa ancora più delicata per la Juventus dopo la sconfitta di Parigi e le previsioni di un deficit da 250 milioni di euro nel bilancio chiuso lo scorso 30 giugno. Mercoledì prossimo i bianconeri si giocano tantissimo, non solo a livello sportivo, contro il Benfica che guida il gruppo insieme al Psg. Non è ancora uno spareggio, ma la Juve sa che non può sbagliare allo Stadium contro i portoghesi anche per questioni economiche. Il forte passivo era stato previsto dalla società, che in questi mesi ha accelerato l’opera di risanamento con un mercato dove è stato registrato un attivo di 33 milioni oltre ad un taglio di 20 milioni sul monteingaggi, ma la situazione peggiora rispetto allo scorso anno (-210 milioni). La stima è stata resa pubblica ieri da Exor, che controlla il club presieduto da Andrea Agnelli, con il conto della seconda semestrale che prevede perdite per 132 milioni dopo che nei primi sei mesi il rosso aveva toccato quota 119.
Il dato ufficiale del 5° bilancio consecutivo in negativo verrà reso noto nelle prossime settimane dalla stessa Juventus, in vista dell’assemblea dei soci di fine ottobre, ma il quadro economico è già chiaro adesso e rende ancora più fondamentale la qualificazione agli ottavi di Champions. Concludere il girone nel migliore modo possibile, infatti, permetterebbe di incassare almeno 70 milioni di euro (solo l’ingresso nelle migliori 16 frutta quasi dieci milioni) e su quella cifra la Juve ha sempre contato. Da quando è tornata stabilmente nella coppa più importante e più ricca, ovvero dal 2012/13, in una sola occasione non ha conquistato la qualificazione agli ottavi (accadde nove anni fa con Antonio Conte) e per due volte ha disputato la finale con incassi record.
Al netto dei 3,5 milioni che la Juve vedrà trattenersi dagli incassi finali dopo la sentenza Uefa sul Fair Play Finanziario, i soldi in ballo sono tanti e la squadra di Allegri non può scherzare con il fuoco in un momento così delicato. «Dobbiamo rimanere sereni ed essere fiduciosi – ha detto il tecnico dopo la prima sconfitta stagionale -: la prestazione c’è stata nella ripresa e da qui non bisogna ripartire, ma bisogna crescere. Dobbiamo essere dentro alla partita più a lungo e nel modo giusto». Proprio la continuità si sta dimostrando il peggiore dei difetti juventini, ma contro il Psg si è rivisto lo spirito di squadra. «Stiamo maturando – spiega Mattia Perin, una sorpresa che si è trasformata in certezza -, anche se probabilmente non siamo ancora realmente consapevoli della nostra forza e di quello che possiamo fare».
Pesano gli infortuni che hanno minato il terreno, ma all’appello mancano anche i senatori. Cuadrado, Bonucci e Alex Sandro – 100 anni in tre – sono in difficoltà a livello fisico e neanche l’esperienza li sta aiutando. Allegri sa che deve dosare il turnover perché in alcuni reparti la coperta è corta, però a livello tattico sta utilizzando più moduli (dal 4-3-3 al 4-4-2 passando per il 3-5-2) e adesso può contare su Paredes in cabina di regia (102 palloni toccati a Parigi), mentre il doppio centravanti Vlahovic-Milik è una formula che funziona e su cui è giusto insistere per far tornare i conti almeno sul campo. —