La Stampa, 8 settembre 2022
Usa, la Fed alza i tassi contro il carovita anche a costo di aumentare la disoccupazione
L’inflazione sta colpendo soprattutto le famiglie e le persone a reddito medio-basso, per questo la Federal Reserve continuerà la battaglia contro il caro prezzi. E se sarà necessario la politica rialzista dei tassi di interesse proseguirà a lungo. È stata Lael Brainard, vicepresidente della Fed, a formulare in un discorso a New York la più nitida delle indicazioni sulla strada che imboccherà il Board della Banca centrale americana quando si riunirà il 20-21 settembre.
L’ipotesi di un rialzo consecutivo dei tassi di interesse di 75 punti base è dato quasi per scontato. Sin dal discorso di fine agosto a Jackson Hole, Powell aveva lasciato intendere che il cammino era tracciato; ieri Bernard è stata ancora più esplicita non solo ribadendo l’ipotesi di un rialzo di 0,75% ma anche che «la politica dei tassi alti resterà». Non è a questo punto escluso che il costo del denaro – oggi fra il 2,25 e il 2,50% – possa attestarsi a fine 2022 sul 4%, oltre la forbice 3,25-3,50 prevista a inizio estate.
Benché l’inflazione abbia dato segnali di muoversi lungo il plateau, l’aumento su base annua ha raggiunto il livello più alto da 40 anni. La crisi delle catene di fornitura, la massiccia immissione di denaro con le politiche di stimolo fiscale durante la pandemia e la guerra in Ucraina hanno spinto sempre più verso l’alto gli indicatori. Secondo Brainard ci sono segnali che in alcuni settori i prezzi stiano iniziando a calare, ma è importante mantenere alta l’attenzione. La politica monetaria «resterà restrittiva per il tempo necessario per rafforzare la fiducia in un trend consolidato e calante dell’inflazione». Anche a costo di garantire un periodo di crescita sotto la media e vedere salire la disoccupazione (attualmente al 3,7%).
A confermare la direzione dell’economia americana sono i dati del Beige Book, ovvero il report dei 12 distretti in cui opera la Fed pubblicati ieri sera e che offrono un andamento del manifatturiero, dei servizi e di altri settori. Il report evidenzia nuovi aumenti dei prezzi e prospettive per la crescita economica deboli, confermando il trend registrato a fine luglio quando il Pil americano aveva registrato una contrazione. —