il Fatto Quotidiano, 7 settembre 2022
In un paese normale Barca leader
C’è stato un tempo invero ormai lontano, in cui Fabrizio Barca veniva (giustamente) visto come uno dei migliori esponenti della sinistra italiana. Era assai stimato e quindi invitato. Dopo uno scherzo carognesco ricevuto in radio, ne nacque un caso nazionale. Oggi Barca fa molto meno notizia, forse perché ha sbagliato qualcosa lui (può essere) e forse perché siamo tutti sempre più rincoglioniti. Ieri, al Fatto, Barca ha detto che i 5 Stelle “appaiono ormai in evoluzione con consapevolezze di sinistra” e che il Partito democratico (non solo romano) ondeggia, non valorizza “le cellule sane in un corpo malato” e per questo gli arreca “una forte amarezza”.
Chissà perché, nel Pd (e informazione annessa), fanno quasi sempre strada quelli che guardano più a destra che a sinistra; che ritengono a prescindere che i 5Stelle abbiano la rogna; e che, tra cellula sana e malata, preferiscono la seconda. In un Paese (e partito) normale, i Barca sarebbero leader e i Marcucci, Romano, Sensi, eccetera – al massimo – portaborse. Tutto era e resta capovolto: anzitutto nel Pd.