Corriere della Sera, 7 settembre 2022
Intervista a Vanessa Incontrada
L’agenda di Vanessa Incontrada non ha buchi liberi da qui a fine 2023. Il via è con i Tim Music Awards (venerdì e sabato su Rai1), Striscia la notizia a ottobre, Zelig a novembre, il teatro, la fiction Fosca Innocenti, un film. «Quello dei Music Awards è un palco su cui sono a mio agio, sono una festa, non li vivo come l’Oscar della musica, come una gara rigorosa, ma come un premio a chi ha venduto di più. Tra me e Carlo Conti (conducono insieme da 11 anni) si è instaurato un rapporto speciale, lui non è abituato alla coppia, di solito conduce da solo, ma abbiamo trovato un’alchimia magica».
Cosa la colpisce di Carlo Conti?
«La sua capacità di non tradire mai emozioni, dice sempre che è super tranquillo. Io invece provo sempre l’adrenalina del via, il nervosismo dei primi minuti. Lui sembra impermeabile, è perfetto, molto tecnico, preciso; io cerco di destabilizzarlo con la mia improvvisazione, il gobbo non lo leggo mai. Mi piace mandarlo fuori gioco». Ride. «Se gli devo trovare un difetto dico che è troppo abbronzato».
Con Siani farete ancora coppia a «Striscia»...
«Alessandro sa lavorare benissimo in coppia, non è incentrato su se stesso. Ed è così anche a luci spente, porta ogni giorno dolci a tutti, a tutto lo staff. Se dici che hai voglia di una bottiglia di vino, lui il giorno dopo ne porta quattro. È di una generosità incredibile, sia nel lavoro sia nella vita privata».
Poi «Zelig». Claudio Bisio è un marito mancato?
Su Rai1
L’attrice conduce
i Music Awards: è una festa, su quel palco
mi trovo a mio agio
«Sì, il mio Claudio è proprio un marito mancato. Ci sono cresciuta con lui, tutto quello che so l’ho imparato da lui, abbiamo un rapporto molto intenso, abbiamo vissuto mesi e mesi di lavoro, ci lega un affetto enorme. Professionalmente ha una capacità unica di ascolto – è un dono, mica si impara —, sa essere sempre attento a quello che uno dice, è da lì che arrivano le sue battute. È un improvvisatore nato».
Lei come gestisce la sua popolarità?
«Sembra un paradosso per chi fa il mio mestiere, ma per carattere non cerco di stare al centro dell’attenzione; anche a scuola, da ragazzina, per scelta mi mettevo sempre come ultima della fila. Ovvio che facendo questo tipo di lavoro un po’ di egocentrismo devi averlo, ma ci sono diversi modi di essere egocentrici. Io ho scelto una vita molto diversa, ho preferito vivere in un piccolo centro (Follonica): personalmente mi fa stare più tranquilla sulla mia vita privata, sulla gestione di mio figlio quando viaggio per lavoro; mi piace stare in un ambiente protetto, un posto piccolo, dove conosco tutti».
Tra poco ci sono le elezioni. Una donna potrebbe essere finalmente a capo del governo...
«Giorgia Meloni mi fa molta paura, non amo e non condivido il suo tipo di politica. La manifestazione a cui ha partecipato in Spagna con Vox mi ha scosso molto, perché conosco bene Vox, portavoce di un estremismo di destra per me inconcepibile. Da una donna io mi aspetto libertà, apertura mentale, invece sento discorsi che me la fanno sembrare un politico del 1920. Io credo anche nelle regole, ci devono essere, ma su certi temi – l’aborto, l’inseminazione artificiale, l’adozione, le famiglie che non devono essere per forza uomo-donna – dovremmo essere già avanti, invece percepisco che con un politico come lei retrocediamo. E mi spaventa. Vorrei ascoltare parole di libertà, non solo libertà di parola».