Corriere della Sera, 7 settembre 2022
Jet, treni e carri a vela. La battuta del Psg che non è piaciuta a nessuno
L’unico a ridere prima alla smorfia e poi alla mediocre battuta dell’allenatore Christophe Galtier in conferenza stampa è stato Kylian Mbappé, superstar del Paris Saint-Germain e della nazionale francese, già modello di comportamento e di impegno civile, da lunedì campione un po’ meno perfetto. Non si ride sui jet privati, non in Francia in questo momento.
La società Psg è oggetto di critiche da giorni perché sabato scorso ha postato su Twitter un video dall’aereo che stava portando la squadra a Nantes, per la partita poi vinta 3 a 0. Il centrocampista Marco Verratti inquadra il capitano Marquinhos, che mostra i suoi occhiali da sole gialli seduto accanto all’altra stella brasiliana Neymar Jr: «Bello no? Ti piace?», dice in italiano Marquinhos a Verratti, e Neymar Jr. grida «Bello ragazzo!». I campioni si divertono, sono spensierati e vogliono farlo sapere, il testo – «Bella atmosfera nell’aereo diretto a Nantes» – è innocente, e questo è il problema.
Da mesi anche in Francia imperversa la polemica sull’impatto ambientale ed energetico dei jet privati, dopo un’estate di incendi, caldo e siccità senza precedenti e nel momento in cui il governo chiede a tutti i francesi sacrifici come usare la lavatrice solo la notte o accorciare il tempo della doccia. Il ministro dei Trasporti Clément Beaune ha annunciato che vuole limitare l’uso dei jet privati, ormai associati a iper diseguaglianza e incoscienza civile, ma giocatori e società del Paris Saint-Germain sembrano ignari e sconnessi dalla realtà.
Nantes dista meno di due ore in treno ad alta velocità da Parigi. Era davvero necessario prendere l’aereo, per giunta privato? Lo ha chiesto in pubblico il capo dei Tgv, Alain Krakovitch: «Ri-ri-rinnovo la nostra proposta di un’offerta Tgv che sia adatta alle vostre esigenze specifiche: sicurezza, rapidità ed eco mobilità».
È vero che l’apparizione di Mbappé, Messi, Verratti e gli altri in una stazione ferroviaria scatenerebbe il caos, provocando ritardi e disagi agli altri passeggeri. Ma è vero anche che altri in Europa ci stanno provando: il grande Liverpool, per esempio, ha scelto il treno per andare a giocare contro il Fulham, a Londra, a 300 chilometri di distanza.
Quindi si può fare, o almeno se ne può parlare. Ma quando lunedì un giornalista ha posto la domanda a Galtier in conferenza stampa – «che cosa pensa della proposta del Tgv? Ne ha parlato con i suoi giocatori?» —, il coach ha fatto una pausa teatrale, ha guardato Mbappé seduto al suo fianco, facendolo scoppiare a ridere, e poi ha risposto: «A dire il vero, stiamo pensando di organizzare i nostri spostamenti in carro a vela», evocando lo sport praticato sulle spiagge ventose del Nord.
La battuta non è piaciuta a nessuno, dal governo – «Ironia fuori luogo», ha detto il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire – all’opposizione ecologista, che denuncia la «secessione climatica» in corso: tutti sono chiamati a ridurre i consumi, ma una classe di super privilegiati non si sente coinvolta. Delusione (ma anche indulgenza) per Mbappé, già campione di cause nobili – dalla lotta al razzismo al rifiuto delle scommesse come sponsor —, per qualche istante trasformatosi nel più superficiale dei 23enni.