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 2022  settembre 06 Martedì calendario

L’Africa compra i droni turchi



Il drone turco Bayraktar TB2 si è dimostrato piuttosto efficace. Impiegato da più parti e in vari conflitti, ha attirato l’attenzione dei Paesi africani, specialmente quelli più poveri, per i quali i droni offrono la possibilità di sviluppare una notevole potenza aerea senza l’ingente costo di una flotta di velivoli da combattimento. Ecco perché Bayraktar TB2, in Africa, è sempre più ricercato.




Mentre l’Ucraina ha intensificato la resistenza contro la Russia, e molto prima che l’artiglieria pesante occidentale e i lanciarazzi iniziassero ad arrivare, il governo di Kiev utilizzava i droni di fabbricazione turca.


La parola Bayraktar è un simbolo di resistenza e al drone sono state dedicate canzoni e persino un cucciolo di lemure nato nello zoo della capitale ucraina. L’arma aveva già dimostrato la sua affidabilità nella guerra del Nagorno-Karabakh del 2020. Ma gli ammiratori del Bayraktar TB2 non si limitano all’Europa orientale e al Caucaso.


Nelle ultime settimane il velivolo è stato consegnato in Togo, che sta lottando per frenare l’infiltrazione di combattenti jihadisti che si spostano a Sud del Burkina Faso.




Lo scorso maggio, invece, il Niger ha acquisito una mezza dozzina di Bayraktar TB2 da schierare contro i gruppi di ribelli nella regione del Sahel, nel Sud del deserto del Sahara. Alla Turchia sono arrivate richieste d’acquisto anche da Etiopia, Marocco, Tunisia e Angola.


Togo e Niger, in particolare, stanno cercando di frenare le bande mobili e altamente motivate di militanti islamici, che si accampano nella boscaglia e si muovono rapidamente attraverso il terreno sterrato del Sahel in motocicletta per tendere imboscate e attacchi a sorpresa. Ed è qui che entrano in gioco i droni turchi, fornendo al Togo e al Niger la capacità di sorveglianza aerea nazionale per cercare di individuare gruppi di combattenti militanti e, potenzialmente, colpire contro di loro.


L’utilizzo dei droni non è una novità nel Sahel. Sia la Francia che gli Usa hanno basi di droni in Niger, che operano a sostegno della strategia di sicurezza del governo. Per potenze più grandi come l’Etiopia, dove il governo federale ha combattuto il Fronte di liberazione del popolo del Tigray, i droni sono strumento prezioso per espandere la capacità militare complessiva.


La partnership di fornitura con la Turchia per Togo e Niger è politicamente utile, riducendo la loro dipendenza pubblica da strette alleanze di sicurezza con la Francia, l’ex potenza coloniale riguardo alla quale una parte significativa dell’opinione pubblica interna rimane a disagio.


E Ankara che cosa ci guadagna? La diplomazia dei droni e il partenariato militare sono diventati uno strumento significativo nella politica estera del presidente Recep Tayyip Erdogan a Sud del Sahara, integrando punti di forza più consolidati come la costruzione di aeroporti e altre infrastrutture.


All’interno dell’élite politico-imprenditoriale turca c’è anche una connessione personale: Baykar Technologies, l’azienda privata turca produttrice del drone Bayraktar TB2, è guidato da due fratelli, uno uno dei quali, Selçuk Bayraktar, è sposato con Sümeyye, la figlia più giovane del presidente turco Erdogan.