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 2022  settembre 05 Lunedì calendario

Intervista a Ficarra e Picone

Dopo aver provocato la chiusura anticipata dalla carriera politica di Nello Musumeci, il governatore della Sicilia rimasto infilzato in occasione di un evento in cui sciaguratamente prese parte insieme ai due, Ficarra&Picone ci hanno preso gusto con la politica.
“Sul Ponte abbiamo dato. Del resto, lo diceva già il grande Pino Caruso, la Sicilia ha tutto. Manca il resto”.
Secondo me questa è la campagna elettorale più brutta, più scontata, più fredda.
Picone: Non ti seguo. La campagna elettorale è come Sanremo. Sanremo è Sanremo, nessuno può permettersi di cambiarlo. Io resto sempre molto colpito dalla campagna elettorale. E coinvolto. Non me ne perdo una puntata.
Ficarra: Ho notato che Berlusconi sta facendosi crescere i capelli. Ha capito che a Forza Italia manca un volto femminile performante. E lui può, con una punta di rossetto, fare anche la prima donna.
Picone: Tik Tok Tak. È veramente un grande influencer. Hai visto come fa dondolare la testa?
Ficarra: Capo comico superlativo sempre sopra una spanna a quegli altri due che ora vorrebbero fargli le scarpe.
Picone: Il duo Renzi-Calenda vorrebbe imitarlo ma non ci riesce. Certamente fanno ridere, a volte anche parecchio, non ho capito chi guida e chi fa il passeggero. Ma è un duo in forte crescita di risate.
Ficarra: La risata come elemento costitutivo del discorso politico, dell’impegno pubblico. È come per noi, sono quasi come noi.
Fanno ridere? Vi fanno ridere?
Ficarra: Ridere e riflettere.
Picone: Riflettere e anche un po’ piangere.
Sulla scena adesso c’è in prima fila Giorgia Meloni. Donna, mamma, cristiana, eccetera.
Ficarra: L’ho vista al comizio in trasferta, era in terra di Spagna. Forte, grande timbro vocale e ritmo. Secondo me potrebbe fare la politica lì e fregarsene di Roma.
Picone: Se devo dirla tutta, c’è una grande somiglianza artistica, nel senso che a volte mi sembra Laura Pausini. La Pausini ha iniziato a cantare in Italia ma poi è esplosa nei Paesi di lingua spagnola.
Ficarra: Meloni ce la ritroviamo premier a Madrid in men che non si dica. Hai visto come azzanna, attacca, morde? La destra dà il meglio se habla español. Perfetta. Già me la immagino a un comizio in piazza ad Alicante che grida: “Soy una mujer!”
Anche voi ritenete dunque che Mario Draghi resterà a capo del governo dopo l’esito elettorale.
Ficarra: Dico una cosa impegnativa e già so che mi accuseranno di essere negazionista. Secondo me Draghi non esiste e non è mai esistito. È tutto spirito, non corpo.
Picone: È un gioco mentale di Enrico Letta. Vuoi Draghi? Ti mando Draghi? È tutta una provocazione più spirituale.
Ficarra: Infatti Draghi non c’è.
Qui c’è dell’invidia.
Picone: Dici che se Grillo è riuscito a fare un partito, Ficarra può a buon titolo fare il deputato?
Il pallore del ministro della Salute cosa vi suggerisce?
Picone: Mangia, Roberto. E poi una scappatella in spiaggia.
Ficarra: Speranza è l’ospedale fatto persona. Gracile, pallido, debole. Il suo corpo narra la sanità pubblica.
Picone: Non vorrei ora essere io negazionista, ma penso che in Italia gli ospedali non esistano. Ci sforziamo di credere agli stolti che indicano col dito il pronto soccorso e si perdono la luna in corsia.
Ficarra: Ci sono i primari, manca il resto.
E Salvini cosa vi sembra?
Ficarra: Mi pare tale e quale a Cassano, il calciatore nato a Bari vecchia. Si incaponiva nei dribbling e perdeva palla. Talento evaporato. È stato poi vampirizzato. Amen.
Picone: Ti garantisco che prossimamente Salvini è in grado di presentarsi con la maglietta “Prima l’Europa”. Stupirà tutti!
Tutti meno uno. Quell’uno chi è?
Ficarra: Ogni volta che il Sole si alza c’è un uomo che si guarda allo specchio, si dà un buffetto sulle guance e dice: ma chi me lo doveva dire?
Picone: È Giuseppe Conte che si domanda se esiste o è solo un avatar.
Ci sarebbe anche Di Maio da considerare.
Ficarra: È finito il tempo, mica possiamo stare dietro a tutti? I pesci piccoli non li consideriamo.
Picone: Sarà per un’altra volta, dai!