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 2022  settembre 05 Lunedì calendario

Abbiamo sempre meno tempo libero. I numeri

Il tempo a proprio uso e consumo, per sé, è l’oro del terzo millennio, un lusso tra i lussi. È un bene di difficile amministrazione, chiede infatti disciplina, strategie, oltre che la fortuna di nascere nel posto giusto: in Norvegia – per dire – cultura e organizzazione sociale sono come il vento in poppa per arrivare a una buona gestione del tempo. C’è però una verità di fondo. Non sempre e non tutti, a parità di condizioni, sappiamo far buon uso del tempo, anzi – per dirla con Seneca – non è che ne abbiamo poco, il punto è che ne sprechiamo molto. Vanno poi fatti dei distinguo poiché entrano in campo le differenze di genere, di cultura, di anagrafe. Una cosa è certa: il tempo è una delle risorse più democratiche a nostra disposizione considerato che il budget è uguale per tutti ed equivalente a 24 ore al giorno, vale a dire 8.760 l’anno.
Prima questione. Per la giornata tipo, vale ancora la scansione di 8 ore di lavoro + 8 ore di sonno + 8 ore di svago? Non proprio e non ovunque. In Cina, per esempio, il fondatore di Alibaba, Jack Ma, ha messo il sigillo definitivo su una prassi diffusa coniando la formula 996: si lavora dalle 9 del mattino alle 9 di sera per 6 giorni a settimana. Al di là degli estremi Made in China, oggi le variabili incidono più delle costanti. Lo smart working, per esempio, sta impattando non poco sulla gestione del tempo, la digitalizzazione delle nostre vite abbatte le sane barriere fra vita privata e professionale, tutto è più liquido e difficilmente misurabile.
Stando al Better Life Index elaborato dall’Oecd (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), nei Paesi Ocse un lavoratore a tempo pieno dedica il 63% della propria giornata, circa 15 ore, alla cura personale (mangiare, dormire, vestirsi..) e al tempo libero dunque a socializzare con amici e familiari, a fare sport, leggere, guardare la tv, occuparsi dei propri hobby e giochi. Ore che salgono a 16,5 in Italia. Il tempo rimanente è assorbito dalle attività legate alla professione.
Questa è la statistica che nasce facendo una media tra gli stili di vita di occupati, più o meno occupati, disoccupati e ahimè i neet (not in education, employment or training) ovvero i giovani che né studiano né lavorano e di cui l’Italia detiene il triste primato europeo. Le indagini Istat su «L’uso del tempo» chiariscono cosa accade in quelle 16,5 ore che di fatto si riducono parecchio per effetto del lavoro non retribuito, ma sempre lavoro è, o meglio è la classica cornice che si mangia il quadro. Entriamo nei dettagli.
Gli italiani dai 15 anni in su dedicano giornalmente 3 ore e 46’ al lavoro non retribuito dunque alla cura della propria casa (il 74,4% circa 2 ore e 48’) e delle persone che ci vivono (10.8%), al volontariato organizzato (4,9%) e agli spostamenti legati allo svolgimento di tali attività (9,6%). Siamo il quinto Paese per tempo destinato al lavoro non retribuito, dietro di noi vi sono Ungheria, Romania, Polonia e Serbia. Le donne italiane e le romene detengono il record di ore dedicate a tali attività (5 ore e 9’) con una differenza sostanziale rispetto agli uomini italiani (2 ore e 16’). Le casalinghe vi dedicano 6 ore e 58’ al giorno e sono dunque i soggetti che contribuiscono maggiormente a questa forma di produzione. All’estremo opposto troviamo gli studenti, con solo 53’ al giorno. La medaglia per la raggiunta parità di genere nei tempi di lavoro, retribuito e non, spetta alla Norvegia, quindi a Germania, Austria e Paesi Bassi.
TEMPO LIBERO
Il Paese europeo con più tempo libero a disposizione è la Finlandia (5h50’) seguita dalla Norvegia (5h40’), Scandinavia isola felice insomma. Fanalino di coda la Romania con 4h23’. L’Italia si guadagna un quint’ultimo posto con 4h54’. La quantità di tempo libero a disposizione muta con l’età. I giovani sotto i 24 anni vi dedicano il 22,6% della giornata (5h25’), gli adulti tra i 25 e i 44 anni il 16,4%, ma dopo il 45 anni la percentuale sale toccando il massimo quando si supera la soglia dei 65 anni dedicando ben il 26,5% della giornata. Le più svantaggiate sono le madri lavoratrici fra i 25 e i 44 anni che hanno solo 2h35’ al giorno di tempo libero contro le 3h41’ delle coetanee occupate single o in coppia senza figli e le 3h28’ a disposizione dei padri di pari età.
Cosa si fa nel tempo libero?
Gli spazi per il tempo libero si concentrano dal pomeriggio in poi, crescono significativamente dalle ore 19 con apice dopo le 21. Ma cosa ama fare la gente quando finalmente si riprende il bene più prezioso, il tempo? In tanti Paesi guardare la televisione è la principale attività di tempo libero, tale per l’80,3% degli italiani e addirittura per il 90,4% degli over 65 che mediamente seguono la tv per quasi due ore al dì. I giovani sono i meno intrigati dal piccolo schermo, la quota scende al 71,1 per cento.
In quasi tutti i Paesi Ocse la vita sociale rappresenta la seconda voce per quota di tempo libero, assorbe mediamente 53’ ovvero il 18,1% del tempo libero. La palma di chi preferisce starsene per conto suo va agli Estoni che alle relazioni sociali dirette antepongono l’uso delle nuove tecnologie (11,8 per cento), così come in Spagna e Lussemburgo si preferisce fare sport o altre attività all’aperto. Socializzare è una priorità per Italia, e tanto per sfatare luoghi comuni anche per la Norvegia. Sono i giovani tra 15 e 24 anni a registrare la quota massima di tempo dedicato a tali attività (27,7 per cento), con livelli di partecipazione del 70,2 per cento. Mentre all’opposto sono le persone di 65 anni e più quelle che hanno più difficoltà nel mantenere vive le relazioni interpersonali, però dipende dal Paese, e questo nel bene e nel male. Negli Usa, per dire, negli anni Sessanta era solo 1 ottantenne su 10 a vivere in solitudine, ora sono 4 su 10.
La terza attività prediletta è il dolce far nulla, lo ammette il 42,9 per cento delle persone disposta a cedere all’ozio ben 40’ al giorno, minuti che salgono dopo i sessant’anni e si riducono per i giovani.
Seguono le attività sportive e le attività all’aperto come le passeggiate (10,9 per cento del tempo libero), che riguardano il 30% della popolazione per una durata media di 32’ al giorno. I più attratti dal movimento sono gli studenti (14 per cento). Purtroppo la lettura è coltivata solo da 1 italiano su 4, la quota doppia tra i laureati che vi destinano il 10,7 per cento del loro tempo libero. I lettori più accaniti – manco a dirlo – sono gli scandinavi.
Quali sono le attività meno amate?
Le faccende domestiche sono il cruccio di tanti, di sicuro le incombenze più fastidiose: cosa comprensibile. Una ricerca condotta nel 2019 da Jonathan Gershuny e Oriel Sullivan per il Centre for the Time Use Research registra l’alto tasso di chi ammette di non trarre soddisfazione dal proprio lavoro. Anche gli studenti non impazziscono dalla gioia quando fanno i compiti, ma qui non servono ricerche particolari: tutti siamo stati studenti, chi più a lungo, chi meno.
SONNO E SPORT
In Europa si dorme circa 8h30’. A dormire più di tutti sono i Romeni con 8 ore e 52’, seguiti dagli Estoni con 8 ore e 50’, mentre a dormire di meno sono i Norvegesi con solo 8 ore 7’. In Italia il dato preoccupante è il 10,5% dei giovani di 15-17 anni che dorme meno di 7 ore, il 6,7% dei 18-25enni addirittura meno di 6 ore. A dormire troppo sono invece il 54,8% delle persone oltre i 65 anni (più di 9 ore). Pochi vanno a coricarsi allo scoccare delle 22, i più chiudono la giornata alle 23. Sette italiani su dieci già dormono alle 23.40, solo 1 su 10 resta sveglio fino all’1.
L’Italia con mezz’ora al giorno dedicata a sport e a passeggiate è al quinto posto della graduatoria dei Paesi più attenti all’attività fisica, a pari merito con l’Austria, ma dopo Spagna (45’), Finlandia e Lussemburgo (35’). Se poi si considerano anche gli spostamenti giornalieri a piedi o in bicicletta, allora risulta che il tempo che gli italiani dedicano all’attività fisica è di 53’.