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 2022  settembre 04 Domenica calendario

“NON SAREI PER UN NUOVO SCOSTAMENTO DI BILANCIO” – A CERNOBBIO VA IN SCENA IL CONFRONTO TRA I LEADER E LA MELONI, IN VERSIONE “DRAGHETTA”, GELA L’ALLEATO SALVINI: “SE L’ITALIA SI SFILA DAI SUOI ALLEATI, PER L’UCRAINA NON CAMBIA NIENTE, PER NOI SÌ” – IL “CAPITONE” NON MOLLA, TIRA FUORI LE SLIDE E ATTACCA DI NUOVO SULLE SANZIONI: “NON STANNO FUNZIONANDO” - LETTA SI LIMITA A RIPETERE LA SOLITA SOLFA: "SE VINCE LA DESTRA, BRINDANO PUTIN, ORBAN E TRUMP" -

(ANSA) – Contro i rincari "non sarei per un nuovo scostamento di bilancio. Penso si può provare a parlare con l'Ue per usare le risorse della nuova programmazione europea". Così la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni al Forum Ambrosetti di Cernobbio. "Non comprendo la timidezza europea sul prezzo del tetto del gas - ha aggiunto - che se oggi non c'è è perché non è conveniente alla Germania e all'Olanda". Oltre al price cap "si può scorporare l'energia elettrica dal gas - ha concluso - lo si può fare anche a livello nazionale". PNRR: MELONI, SI PUÒ PERFEZIONARE (ANSA) – “Non può essere un'eresia dire che il Pnrr non può essere perfezionato: è previsto nella norma": Giorgia Meloni, presidente di Fdi, lo ha sottolineato nel suo discorso al Forum Ambrosetti dove ha parlato in modo particolare di politica internazionale e di economia. Sull'energia lo scorporo fra gas ed energie da fonti rinnovabili "si può fare a livello nazionale" ha aggiunto calcolando che dovrebbe avere un costo di 3 o 4 miliardi. "Io non sarei per lo scostamento di bilancio - ha aggiunto - penso abbiamo altre risorse":

UCRAINA: MELONI, SFILARSI DA ALLEATI PROBLEMA PER ITALIA (ANSA) – "Se l'Italia si sfila dai suoi alleati, per l'Ucraina non cambia niente ma per noi sì": la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, al Forum Ambrosetti di Cernobbio ha parlato delle conseguenze negative di sfilarsi dalle sanzioni alla Russia e dalla vendita di armi. Una questione "di credibilità" ma anche economica, visto che l'80% dell'export avviene con l'Occidente.

CERNOBBIO, IL FORUM CON I LEADER DEI PARTITI MODERATI DA LUCIANO FONTANA Marco Bruna per www.corriere.it

Ore 13:26 - Salvini: «Auspico che si apra uno scudo europeo».

(Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio) Matteo Salvini: «La Lega ha sempre votato le sanzioni. Ma ora serve uno scudo europeo. Dobbiamo proteggere l’Ucraina sì, ma non vorrei che invece di aiutare l’Ucraina, si penalizzasse l’Europa. Auspico che si apra uno scudo europeo».

Ore 13:24 - Salvini ribadisce che le sanzioni alla Russia non stanno funzionando

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) Ringraziamento personale a Matteo Salvini che come prima slide del suo discorso tira fuori la citazione sul Corriere di Manfredi Lefebvre d'Ovidio, l'imprenditore delle crociere, nell'articolo del sottoscritto dell'altro giorno da Cernobbio. Wow. Lefebvre d'Ovidio diceva che nessuno osa dire che le sanzioni non funzionano «sennò viene triturato». In sostanza Salvini sta lavorando duro per dire che le sanzioni non stanno funzionando e non dev'essere un tabù dirlo.

Il leader della Lega parte con foga non minore della sua alleata Meloni. In questa speciale classifica, lui, lei e Calenda oggi competono per il primo posto. Letta sembra staccato in quarta posizione e Conte decisamente ultimo, dal suo collegamento di Napoli.

Ore 13:20 - Salvini tira fuori le slide

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) Meloni è la prima in questo panel fra i leader a Cernobbio a pronunciare la fatidica parola: «Bilancio» (nel senso dei suoi vincoli). Ma ora sta a Salvini, che avverte subito che ha cambiato all'ultimo il suo discorso. «Cambio programma e parto da quello che avete scritto voi del Corriere». Salvini tira fuori le slide! Brivido di incredulità in sala

Ore 13:19 - Meloni: «Il centrodestra ha un programma»

(Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio) Meloni: «Se c’è una missione comune del centrodestra? Intanto c’è un programma. La differenza tra il centrodestra e gli ultimi governi: ci sono sicuramente sfumature, ma sulla visione siamo fondamentalmente d’accordo: sulla centralità della famiglia, sul principio di abbassare le tasse…».

Ore 13:15 - Meloni si richiama a Gentiloni parlando del Pnrr

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) Stesso schema retorico di Meloni sul Pnrr. Come sulla globalizzazione si era appellata al nume liberal di Macron, sul Piano di ripresa si appella addirittura a Paolo Gentiloni (Commissario Ue e ex premier del Pd): «Anche lui - sostiene la leader di Fratelli d'Italia - ha detto che vari Paesi rivedono un po' il loro piano. Senza stravolgerlo».

Combattiva al solito, per niente intimidita dall'attenzione notevolissima, Meloni chiude parlando con foga e incassa un applauso francamente un po' breve e floscio della sala di Villa d'Este

Ore 13:11 - Meloni: «Il tetto al prezzo del gas non conviene a Olanda e Germania»

(Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio) Meloni: «Perché oggi non c’è il tetto al prezzo del gas? Perché non conviene a Olanda e Germania. Scorporare il prezzo dell’elettricità da quello del gas possiamo farlo anche a livello nazionale. Facciamolo senza aspettare l’Europa».

«Questa nazione non ha una politica e una strategia industriale da decenni. Io ho il pallino dell’economia blu legata al mare, visto che siamo al centro del Mediterraneo».

«Bravissimo Draghi. Ma perché non ha funzionato? Perché non aveva una maggioranza parlamentare coesa».

«Abbiamo bisogno di un ecosistema per l’economia. Propongo un taglio del cuneo fiscale di 5 punti per i redditi fino a 35 mila euro. La flax tax deve essere incrementale. Il reddito di cittadinanza è stat un fallimento»

Ore 13:08 - Meloni: «Autonomia strategica italiana anche a livello europeo»

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) Meloni abilmente si appella a Emmanuel Macron («che non è un pericoloso sovranista») per dire che l'Italia e l'Europa devono garantire la propria autonomia strategica. «Sì, anche a livello europeo, guarda un po'»

Ore 13:07 - Meloni: «La globalizzazione senza regole non ha funzionato»

(Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio) Meloni: «La globalizzazione senza regole non ha funzionato. Oggi dobbiamo pensare alle nostre catene del valore».

«Dobbiamo porci il problema delle catene del valore, con il reshoring, il friendshoring o il nearshoring, perché la divisione tra blocchi durerà. La guerra in Ucraina è la punta dell’iceberg di una divisione più ampia e duratura del mondo»

Ore 13:04 - La scommessa di Letta a Cernobbio

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) La scommessa di Letta oggi è Cernobbio è chiara: punta a convincere che con il Pd l'Italia sarà in quella che lui chiama «la serie A europea con Francia e Germania, e non nella B di Ungheria e Polonia». Ma ora tocca a Meloni, discretamente tesa. Dice che non vuole mostrare che lei è più brava «ma fare un ragionamento di scenario» perché «dobbiamo ripensare la globalizzazione senza regole». Coraggioso, anche perché non è esattamente ciò che la sala vuole sentirsi dire

Ore 12:58 - Letta: «Il Pnrr è la nostra stella polare»

(Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio) Letta: «Il Pnrr è la nostra stella polare: c’è tutto lì dentro, tantissimi soldi come mai visti. Là si gioca la nostra credibilità. No a rinegoziazioni».

«La nostra Europa è la foto del treno che va a Kiev con i leader di Italia, Francia e Germania. L’Italia, la Francia e la Germania sono l’Europa. L’Italia non discute con l’Europa, l’Italia è l’Europa».

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) Letta azzarda: «Uso di rado le note personali, ma stavolta sì. La prima volta ho partecipato nel secolo scorso e nell'ultimo decennio sono venuto qui 7 volte in veste privata perché insegnavo a Parigi. Molti oggi mi hanno chiesto: ma non ti sei pentito di essere tornato in politica?». «No», dice lui, «non sono pentito perché non c'è onore più grande che battersi per cambiare il destino del proprio Paese». Con questa battuta Letta chiude e prende un discreto applauso (non lunghissimo). Anche se è esattamente lo stesso passaggio che Letta aveva già tentato l'anno scorso, con lo stesso effetto...

Ore 12:54 - Letta: «Noi del Pd siamo stati i più leali con il governo Draghi»

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) Mentre Letta parla, Meloni ascolta scura in volta e a braccia incrociate. Letta rivendica: «Noi del Pd siamo stati i più leali con il governo Draghi, chi l'ha fatto cadere si è assunto una responsabilità grave». Fino ad ora il dibattito sembra svilupparsi come lotta attorno a un convitato di pietra: Mario Draghi.

La sala ascolta Letta con cura: «Impegniamoci tutti a evitare la recessione. Come? Portando avanti i due rigassificatori di Ravenna e Piombino, che vanno costruiti», continua Letta. Nelle ultime settimane la sindrome Nimby sulla nave Golar Tundra della Snam, da ancorare a Piombino, sembra (quasi) sparita dalla campagna elettorale.

Ore 12:52 - Letta: «Il futuro dell'Italia è in gioco»

(Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio) Enrico Letta: «Il voto conta. Chiediamolo agli inglesi quando hanno votato per la Brexit. Le conseguenze dureranno per tutta la vita. Il futuro dell’Italia è quello di una grande potenza industriale, ma il futuro dell’Italia è in gioco. Ci sono difficoltà, ma anche tanti segnali di speranza».

Ore 12:51 - Letta: «Nessuno di noi può dire che non c'era negli ultimi 15 anni»

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) Ora sta a Letta: «Nessuno di noi può dire che non c'era negli ultimi 15 anni», debutta sicuro. «Tutti noi c'eravamo, tutti noi dobbiamo fare un discorso di verità sulle responsabilità comuni di questi ultimi 15 anni».

Ore 12:47 - Conte lontano da manager e banchieri

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) È interessante notare che per il secondo anno di seguito Conte sia il solo leader politico a partecipare al dibattito del Forum Ambrosetti in collegamento. Il candidato dei 5 Stelle non sembra di aver fretta di avere una photo opportunity fra i manager, i banchieri e i grandi imprenditori di Villa d'Este, così come andare a Davos è improvvisamente diventato fuori moda per leader europei, tra questi Emmanuel Macron e Boris Johnson: farsi vedere fra i ricchi non porta bene, nell'epoca delle rivolte dal basso.

Ore 12:46 - Conte: «Il superbonus edilizio? Possiamo scendere dal 110% a un tasso più basso»

(Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio) Conte: «Il superbonus edilizio? Possiamo scendere dal 110% a un tasso più basso. Ma in Italia non c’è stato un aumento dei costi delle costruzioni rispetto agli altri Paesi europei. È una fake news. Il cashback? Grazie a quella misura aumento incredibile dello Spid: siamo arrivati a 27 milioni, oggi siamo a 30 milioni di registrati».

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) Ops, incidente del collegamento: si interrompe l'audio di Conte, la sala rumoreggia, poi l'ex premier riprende rivendicando il successo del cashback (ha aumentato la digitalizzazione del rapporto fra cittadini e Stato). E si dice molto preoccupato del numero crescente dei contratti a termine. Ormai Conte è oltre il tempo assegnato e chiede uno «statuto degli imprenditori». L'applauso è nettamente breve e debole in sala.

Il direttore del Corriere Luciano Fontana sollecita Conte: «Lei ha detto che l'agenda Draghi non le piace. Cosa intende?». Risposta: «Dire dei sì e dei no lo fanno tutti i governi, non solo Draghi. Noi avevamo chiesto un confronto a Draghi, per una questione di responsabilità. Quanto al metodo Draghi, è pericoloso che le forze politiche si rifugino in lui, è un metodo emergenziale. Quelli che dicono di volerlo riportare a Palazzo Chigi, hanno chiesto la sua disponibilità? Sennò stiamo parlando del nulla. Le elezioni sarebbero comunque arrivate presto, lo dico per tutti gli orfani del metodo Draghi». Zero applausi in sala.

Ore 12:39 - Giuseppe Conte: «Dobbiamo abbracciare la transizione ecologica»

(Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio) Giuseppe Conte: «I mancati investimenti di oggi, significano un aumento dei costi sociali di domani. Immaginate come avremmo potuto affrontare oggi la crisi energetica senza il green deal Ue del 2019. Dobbiamo abbracciare la transizione ecologica e avere da parte della Bce le risorse adeguate. È vero che abbiamo un’inflazione che non vedevamo da decenni, ma determinata dai colli di bottiglia delle catene di approvvigionamento. Dubito che l’abbandono di acquisti da parte della Bce siano le scelte migliori. L’inflazione è una tassa occulta che erode il potere di acquisto delle famiglie, soprattutto quelle più povere».

Ore 12:36 - Conte in collegamento: «Mi scuso, ma avevo un impegno precedente a Napoli»

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) Dopo Calenda inizia a parlare Giuseppe Conte e si percepisce un calo di tensione e di attenzione in sala a Cernobbio, forse in parte perché è il solo leader in collegamento («Mi scuso, ma avevo un impegno precedente a Napoli», dice).

Conte parla da due minuti e ha già citato McKinesey e la Oxford Review of Economic Policy, snocciolando un numero considerevole di numeri. Vuole dire che investire nel Green Deal «triplica i posti di lavoro. E dobbiamo avere un atteggiamento diverso da parte della Bce». Vorrebbe che i programmi di acquisto dei titoli di Stato continuassero. Dice: «Dubito che sia la scelta giusta abbandonarli, non torniamo all'austerità che ci ha reso fanalino di coda in Europa»

Ore 12:31 - Calenda: «Ci piacciono tanto Draghi e Mattarella»

(Federico Fubini , inviato a Cernobbio) Calenda: «Al ministero ho fatto Industria 4.0 e ho recuperato 12,5 miliardi che nessuno aveva speso, perché il problema dell’Italia non è fare progetti ma realizzarli. Vogliamo spezzare il bipopulismo che ha affondato l’Italia. Il quadro internazionale ridisegna le rotte del nostro export verso i Paesi democratici e la Bce non ci garantirà più gratis».

Calenda parta, Tajani e Salvini sbirciano i cellulari. Ma Calenda non si ferma: «Non c’è un pericolo fascismo in Italia, c’è un pericolo anarchia: non si riesce a fare niente. Mancano 11 termovalorizzatori e 3 rigassificatori e ogni volta è una battaglia. E non possiamo nazionalizzare tutto, chiedere allo Stato di fare tutto quando non riesce a svolgere i suoi compiti fondamentali. Smettiamo di sommergere le persone di bonus per nascondere i problemi».

Chiude con un applauso forte e molto prolungato della sala. E poi aggiunge: «Draghi è ancora alla guida del paese mentre noi giochiamo a racchettoni in campagna elettorale. Dobbiamo cercare di tenercelo. Come? Nella destra si detestano più di quanto si detesti Salvini con Fratoianni, lo sanno tutti».

Calenda parte subito incassando un doppio applauso quando dice: «Ci piacciono tanto Draghi e Mattarella ma poi non possiamo votare persone che sono l'opposto di Draghi e Mattarella».

Ore 12:30 - Calenda: «Serve Mes sanitario oltre a Pnrr»

«La scuola e la sanità oggi, in Italia, sono un disastro. Dobbiamo prendere il Mes sanitario, oltre al Pnrr, per avere strutture e medici che lavorano bene». A dirlo il leader di Azione, Carlo Calenda, intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio.

(Marco Cremonesi, inviato a Cernobbio) Un altro punto dell’intervento di Carlo Calenda, mentre racconta il suo programma «permeato di spirito repubblicano che punta su sanità e educazione» è l’invito a «non pensare di nazionalizzare tutto, dall’acciaieria più grande, a Telecom fino all’acqua pubblica: oggi la rete meno efficiente Europa è gestita da 2500 società, all’80% pubbliche, poltronifici per la politica».

Ore 12:23 - Calenda: «Ricominciamo dal metodo di Draghi»

(Giuliana Ferraino, inviata a Cernobbio) Carlo Calenda, leader di Azione: «Non possiamo ricominciare come negli ultimi 30 anni. C’è stata una frattura in questa legislatura che ha chiamato l’italiano più famoso del mondo e poi lo ha sfiduciato. Non possiamo fare come nel Monopoli e tornare al via. Quindi ricominciamo dal metodo di Draghi, che è abbastanza semplice: dire i sì e i no. Draghi ha detto quello che bisognava fare. Il problema dell’Italia non è la mancanza di soldi ma la capacità di realizzare le cose».

Ore 12:20 - I leader dei partiti a Cernobbio

(Federico Fubini, inviato a Cernobbio) Matteo Salvini e Carlo Calenda si presentano senza cravatta ma in camicia bianca e giacca blu, Giuseppe Conte in collegamento da Napoli esattamente uguale. Invece Antonio Tajani ed Enrico Letta optano curiosamente per abiti blu scuro e cravatte azzurrine curiosamente simili. Giorgia Meloni, unica donna, in camicia bianca a maniche corte. Parte Calenda, in virtù dell'ordine alfabetico.

(Marco Cremonesi , inviato a Cernobbio) Precisa come un orologio, Giorgia Meloni arriva a villa d’Este alle 12 in punto. È pronta per l’appuntamento conclusivo dell’annuale forum Ambrosetti (The European House): vestita di bianco con uno chemisier dorato, è la più attesa - almeno per l’attenzione dei reporter - alla tavola rotonda guidata dal direttore del Corriere, Luciano Fontana. [...]

Ore 11:46 - Letta: «Se vince destra brindano Putin, Orban e Trump»

«Le parole di Salvini di ieri sono state chiarissime, ci hanno detto quale sarebbe la strada dell'Italia se vincesse questa destra: una strada di un'Italia che si ritroverebbe fianco a fianco con Putin. La sera del 25 settembre se vincesse la destra colui che brinderebbe innanzitutto sarebbe Putin, poi Orban e Trump. È esattamente l'opposto delle relazioni internazionali del futuro che noi immaginiamo». Lo ha affermato il segretario del Pd, Enrico Letta, intervenendo all'apertura della campagna elettorale di +Europa.

Ore 11:45 - Calenda: «Rigassificatori anche militarizzando»

«Di rigassificatori ne servono tre, uno a Ravenna, uno a Piombino e l'altro al Sud. E se non si riescono a fare perché c'è una opposizione. Ricordo che a un certo punto si militarizza e si fanno fare lo stesso». Lo ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, al Forum Ambrosetti.