Corriere della Sera, 4 settembre 2022
Il Papa azzera l’Ordine di Malta
CITTA’ DEL VATICANO L’odissea dell’Ordine di Malta, che dura da sei anni, è forse alla svolta finale: ieri il Papa ha azzerato le cariche e ha promulgato una nuova Carta costituzionale dell’Ordine e un nuovo codice per la sua vita interna. Il Pontefice ha convocato il Capitolo generale per il 25 gennaio 2023: rinnoverà le cariche, che il decreto papale ha sciolto, appunto, sostituendole con un Sovrano consiglio provvisorio incaricato di preparare lo stesso Capitolo.
La previsione è che le nuove cariche – compresa quella del Gran Maestro – possano arrivare per marzo, ma non mancano incertezze, stante la conflittualità interna e la presumibile resistenza alle decisioni papali da parte di numerosi «cavalieri» e di varie associazioni aderenti all’Ordine. Questo è infatti una realtà complessa, dove non mancano contrasti di linea e di interessi, anche economici, tra le diverse componenti. Il nucleo è quello di un ordine religioso che conta una cinquantina di membri, i cavalieri della seconda cerchia sono invece 13.500, mentre la terza cerchia di dipendenti e volontari operanti in strutture ospedaliere e umanitarie sono più di 100 mila, distribuiti in 120 Paesi.
L’appello al Papa da parte di componenti interne ha portato negli ultimi anni a una serie di interventi vaticani ispirati al principio della sudditanza dell’Ordine alla Santa Sede: sudditanza che una parte degli appartenenti contesta appellandosi alla «sovranità» della sua struttura che gode di capacità diplomatica e che ha ambasciatori in 112 Paesi.
Coadiuvato dai cardinali Silvano Maria Tomasi (delegato papale per l’Ordine) e Gianfranco Ghirlanda (giurista gesuita, principale estensore della nuova Costituzione) e appellandosi al pronunciamento di un «tribunale cardinalizio» del 1953, Francesco afferma nel decreto pubblicato ieri la piena dipendenza dell’Ordine dalla Santa Sede. «Le due qualità di Ordine sovrano e di Ordine religioso – afferma nel decreto – sono intimamente connesse tra di loro». La prima è «funzionale» alla seconda e quindi, «essendo un Ordine religioso», esso «dipende, nelle sue diverse articolazioni, dalla Santa Sede».
Chi nell’Ordine non condivide questa interpretazione riduttiva della «sovranità» si appella alla storia dell’istituzione e alla sua denominazione (Sovrano Militare Ordine Ospedaliero) e sostiene che dipende dal Papa solo per l’aspetto religioso e non per le altre «articolazioni». Vedremo se la forte decisione papale di ieri avrà ragione rispetto a questa componente interna nostalgica di prerogative e titoli che Bergoglio reputa anacronistici.