il Fatto Quotidiano, 4 settembre 2022
Casellati alla fiera del pecorino
Dimenticare la nobiltà veneta, i gàla eleganti del Campiello, l’abito lungo che fa il monaco figurarsi i gioielli di famiglia: Sua presidenza Maria Elisabetta Alberti Casellati è arrivata a Potenza, suo nuovo fortino elettorale d’adozione ora che per lei Silvio Berlusconi ha fatto aprire un paracadute lucano schierando nel collegio della natìa Padova, la capogruppo del Senato Anna Maria Bernini, bolognese doc. E allora eccola di bianco vestita per lo sbarco in Basilicata e pare un’epifania ché lei con quella terra a centinaia di chilometri da casa non c’entra eppure già l’adora per quanto sia più tipo da Cortina e se si tratta di mare Sardegna, l’Elba, Forte dei Marmi al massimo: ieri Casellati è giunta nel capoluogo lucano per presenziare al gran debutto dei candidati, affiancata dal governatore regionale già Generale Vito Bardi e dal soldato Giuseppe Moles trombato – pardon –, sacrificato per assicurare un seggio sicuro proprio a lei che giura: non si allontanerà da lì manco un minuto fino al responso delle urne, più o meno. “Sarò in Basilicata in pianta stabile fino al 25 settembre perché ho voglia di visitare questa regione antica in lungo e in largo” ha sottolineato quando in effetti i doveri già la richiamano a Palazzo. “La prossima settimana devo essere a Roma proprio perché abbiamo il decreto Aiuti bis che toccherà ancora molti punti che riguardano l’energia”. Ma pace, l’affetto che già sente tanto la onora: un cittadino la omaggia di un portafortuna speciale, un peperone crusco, simbolo della cucina locale, altro che grazie dei fior. E lei sorride, saluta, si fa fotografare con chi è lì per accoglierla sempre sotto l’occhio vigile dei suoi fedelissimi consiglieri a partire dal portaborsetta e pure dal capo di gabinetto ed ex Guardasigilli Nitto Palma che non la perdono mai di vista.
Non c’è rischio, del resto: la sua mise ricercatissima in traforato di seta candido non passa inosservata e nemmeno gli orecchini chandelier, bianchi pendagli a risaltar quel fil d’abbronzatura e quegli occhi incorniciati da due, forse addirittura tre rime di eyeliner come ai tempi della regina Cleopatra. Casellati non si sente un pesce fuor d’acqua tra gli altri aspiranti al seggio come lei, ma lucanissimi. Premiati ieri dall’immancabile telefonata di Silvio Berlusconi per dare l’avvio alle danze, un po’ spompo in collegamento, ma insomma ha detto quello che doveva dire: che sarà un successone per Forza Italia, che è uno scandalo che ancora esista la questione meridionale quando lui sta ormai su tiktok, che “la Basilicata è una regione piccola, ma che è capace di grandi traguardi”. E lo dice a ragione: nel 2003 da premier tentò di fare realizzare a Scanzano Jonico, nel Materano, la pattumiera per le scorie nucleari di tutta Italia e quelli, come un sol uomo, lo respinsero con perdite. Quisquilie che l’ex Cav dimentica di ricordare. Non si scorda invece di rassicurare il buon soldato Moles: “gli sono grato anche per la sensibilità con la quale ha voluto compiere un passo di lato, rinunciando a candidarsi ma collaborando attivamente alla campagna elettorale. Posso garantire che il suo impegno non verrà dimenticato: lui sarà il primo nella lista dei sottosegretari che presenteremo alla coalizione”.
Moles dunque è sistemato e pure Casellati che dopo Potenza è stata accolta a Filiano, patria di formaggi e latticini di prim’ordine (oltre che paese natale del governatore Bardi) dove sempre vestita da gran dama ha visitato gli stand della 48° edizione della Sagra del pecorino lucano che non è – come detto – lo stesso che stare al 60° del premio Campiello, ma insomma. Oggidì invece sarà a Viggiano dove sono in programma i festeggiamenti in onore della Madonna Nera, patrona della Basilicata. Lei che, a parte Berlusconi, ha venerato in vita sua solo Sant’Antonio da Padova, simbolo dell’orgoglio dei veneti che sono usi inginocchiarsi ma esclusivamente per pregare.