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 2022  settembre 03 Sabato calendario

COME LO SFANGHIAMO L’INVERNO SENZA IL GAS RUSSO? – MOSCA NEL 2021 HA FORNITO IL 38% DEL METANO UTILIZZATO IN ITALIA. ORA LA PERCENTUALE È SCESA INTORNO AL 18-20 PER CENTO. SONO CIRCA 13-14 MILIARDI DI METRI CUBI. CON LO STOP IMPORT RUSSO, DOVREMO RIDURRE LA DOMANDA DI 6 MILIARDI DI METRI CUBI, PARI A CIRCA L'8% DEL FABBISOGNO. SOLO AGENDO SULLE UTENZE CIVILI CON DUE GRADI E DUE ORE IN MENO AL GIORNO DI RISCALDAMENTO NEGLI EDIFICI. SE IL CLIMA FOSSE MITE, SAREBBE TUTTO PIÙ SEMPLICE -

1 Se l'Unione europea metterà il tetto al prezzo del gas, la Russia minaccia di non fornire più il suo metano all'Europa. Il G7 pensa di mettere il tetto anche al petrolio. Che cosa succederebbe? Qual è il livello di sicurezza energetica del nostro Paese? E su quali riserve possiamo contare? L'Italia come altri Paesi europei ha un sistema di riserve sia petrolifere sia di gas. Per il gas si parla di stoccaggi: si tratta di depositi dove viene immesso (in gergo si dice «iniettare») metano che si compra giornalmente. La stagione di stoccaggio inizia ad aprile e termina a ottobre.

L'Italia ha una capacità di stoccaggio pari a 17,5 miliardi di metri cubi (di cui 4,5 sono riserve strategiche). I depositi ora sono pieni all'82,5%. L'obiettivo del governo è di arrivare al 90% entro ottobre.

2 Dove sono? I depositi sono ex pozzi di estrazione ora esauriti. In tutto sono tredici campi. Nove sono gestiti da Stogit, una società controllata da Snam, tre da Edison e uno, piccolo, da Ital Gas Storage. Si trovano prevalentemente nel Nord Italia (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) mentre due sono in Abruzzo. Sono pozzi sotterranei collegati alla rete dei gasdotti. Le riserve strategiche si possono utilizzare in stato di emergenza: la decisione spetta al comitato di emergenza gas del Mite.

3 Quanto dureranno? Il sistema di depositi copre complessivamente circa il 20% del fabbisogno annuale di gas dell'Italia che nel 2021 ha toccato i 76 miliardi di metri cubi. La durata delle riserve dipende dal consumo. Attualmente (dati Snam relativi a ieri) il nostro Paese ha un afflusso di gas pari a 192 milioni di metri cubi, di cui circa 25 milioni provenienti dalla Russia, che fino al 2021 era il nostro primo fornitore e ora è scivolata dopo l'Algeria e l'Azerbaijan. Ieri poco meno di 150 milioni di metri cubi sono stati consumati e il resto è stato messo nelle riserve.

In inverno, quando i riscaldamenti sono accesi, il consumo sale a 300-330 milioni di metri cubi al giorno e arriva a 400 milioni nei giorni di freddo eccezionale. Calcolando una media di 350 milioni di metri cubi, le riserve basterebbero per una quarantina di giorni, ma questo senza considerare gli altri flussi di gas che l'Italia ha.

Il nostro Paese è uno di quelli che più hanno diversificato, riceve il metano anche dal Nord Europa attraverso Passo Gries in Piemonte, dall'Azerbaijan dal Tap in Puglia; in Sicilia a Mazara del Vallo arrivano i flussi dall'Algeria (oggi nostro primo fornitore) e a Gela arriva il gas della Libia. Poi ci sono anche i tre rigassificatori, che trasformano gas naturale liquefatto in metano.

Complessivamente il nostro Paese ha una capacità di rigassificazione di oltre 15,25 miliardi di metri cubi l'anno. Il governo vuole aumentare la capacità di rigassificazione e Snam ha comprato due navi rigassificatrici da 5 miliardi di capacità ciascuna: la prima potrebbe essere operativa la prossima primavera, la seconda dal 2024.

4 Come funzionerebbe il sistema Italia se Mosca chiudesse i rubinetti ? La Russia nel 2021 ha fornito il 38% della materia prima, ora è scesa intorno al 18-20 per cento. Ciò significa che la Russia annualmente fornirebbe circa 13-14 miliardi di metri cubi.

Con lo stop di import russo, e quindi in caso di scenario peggiore, secondo il ministro Roberto Cingolani dovremo ridurre la domanda di 6 miliardi di metri cubi, pari a circa l'8% del fabbisogno. Solo agendo sulle utenze civili.

Da qui due gradi e due ore in meno al giorno di riscaldamento negli edifici. Enea calcola anche che serviranno almeno due settimane in meno di accensione da programmare magari a inizio novembre e fine marzo quando le temperature sono più clementi. Se il clima fosse mite aiuterebbe a superare l'emergenza.

5 Abbiamo riserve anche di petrolio?  In Italia consumiamo 65 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all'anno (dato Unem). Una direttiva europea prevede che nell'ambito della sicurezza energetica si debbano avere solo scorte strategiche obbligatorie di petrolio.

Le scorte sono gestite da Ocsit, l'Organismo Centrale di Stoccaggio Italiano. Gli obblighi sono in carico agli operatori. Ogni anno viene stabilito l'ammontare in coordinamento con l'Aie. In base al decreto pubblicato a maggio 2022 dal ministero della Transizione ecologica, per il 2022 l'ammontare complessivo di scorte di sicurezza è di oltre 9,7 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti, un livello superiore al 2021 quando le scorte erano state fissate sopra 8 milioni di tonnellate.