il Fatto Quotidiano, 3 settembre 2022
I 50 ecomostri di Cortina
L’immagine dal drone è impressionante. L’enorme sbancamento a cielo aperto di Col Drusciè, sotto l’immensa bellezza della Tofana, è uno sfregio immondo, un’eredità lasciata dai Mondiali di sci del 2021, l’anticipazione di quella che potrebbe diventare Cortina d’Ampezzo nei prossimi anni, con la benedizione olimpica. La consigliera comunale Roberta De Zanna con il suo gruppo di minoranza ha fatto volare un drone per documentare ciò che le parole non possono descrivere. Sullo sfondo il paese è adagiato placidamente tra gli abeti e i prati, in primo piano una specie di cava si è divorata il bosco. Avevano spianato tutto per ampliare le piste, speravano che bastasse mascherare dal basso, inerbandone una parte. È rimasta la desolazione. La foto è stata mostrata in consiglio comunale l’altra sera: “Questo non è uso civico, ma incivile del territorio. Questo è il regalo dei Mondiali: cosa dobbiamo aspettarci per le Olimpiadi?”, ha domandato la consigliera al neo sindaco Gianluca Lorenzi.
Cinquanta progetti. Una risposta c’è già. È contenuta nel Masterplan fatto redigere in vista dei Giochi da Regione Veneto, Provincia di Belluno e Comune di Cortina. Si tratta di cinquanta progetti che, se attuati, ridisegneranno il volto del paese e cambieranno anche lo splendido paesaggio in cui è inserito. Ci sono opere collegate direttamente alle gare per 200 milioni di euro. Poi cinque importanti interventi stradali, compresa una variante già finanziata per 300 milioni di euro, in terreno franoso. Come non bastasse: 9 parcheggi, interrati o scoperti, un collegamento sotterraneo per pedoni, una nuova cabinovia che parte dal centro, l’ammodernamento di quattro impianti esistenti, l’ampliamento di due bacini artificiali per produrre la neve da sparare sulle piste, 8 interventi di rimodulazione morfologica (a fini ambientali) e altri 14 a fini di parcheggio. Cinque dei progetti (tangenziale e villaggio olimpico compresi) sono in ambito di rischio idrogeologico, altri quattro in ambito di vincolo forestale e idrogeologico. Tutto qui? Ci mancherebbe. C’è un doppio progetto di collegamento intervallivo con impianti a fune, in aree assolutamente strepitose come Cinque Torri e Passo Giau, non lontano da quel paradiso in terra che è l’altopiano del Mondeval.
Pista bob, ma non solo. I finanziamenti si mescolano, in un partenariato pubblico-privato da quasi 100 milioni. Molti studi sono allo stadio di pre-fattibilità, altri sono già sulla carta. Solo in parte i soldi ci sono, attinti dal pentolone delle Olimpiadi gestito da Infrastrutture Milano-Cortina, ma quando conviene i finanziamenti saltano fuori, come dimostrano i progetti di nuove case e alberghi. In ogni caso si profila un cantiere infinito nel cuore delle Dolomiti, patrimonio Unesco. Per le gare del 2026 sono previsti 4 interventi strettamente olimpici. Innanzitutto la contestata pista da bob da 85 milioni, fortissimamente voluta dal governatore leghista Luca Zaia, a dispetto delle lettere del presidente del Cio, Thomas Bach, preoccupatissimo che possa diventare una cattedrale nel deserto. Poi il Villaggio Olimpico da 47,8 milioni di euro a Fiammes (con eliporto), finanziato con 10 milioni del governo e 37,8 milioni dalla Regione. Teoricamente dovrebbe essere smontato dopo i Giochi, ma c’è già chi vorrebbe riconvertirlo per l’ospitalità di lavoratori del turismo. Non è escluso che possa essere spostato altrove, visto il rischio geologico di Fiammes. Per la ristrutturazione del trampolino per il salto del 1956 (non a fini sportivi) con Medal Plaza a Zuel la spesa prevista è di 10 milioni. Stesso importo per rimodernare il Palaghiaccio.
Asfalto e gallerie. Il capitolo viario è imponente e va integrato, nella vallata del Boite, con quattro cantieri Anas di rettifica delle strade mai aperti (120 milioni di euro, dovevano essere pronti per i Mondiali 2021), e nella valle del Piave con la variante di Longarone (270 milioni) inserita nel piano olimpico. A Cortina il piatto forte è il by-pass in galleria, ma in zona franosa, dove non si riesce neppure a sistemare il nuovo ponte di Crignes, già pronto da tempo, perché il terreno cede. Per la tangenziale 299 milioni sono finanziati dallo Stato, ma non sarà mai pronta per il 2026. Poi si rifarà la viabilità in centro e si interverrà su altre tre strade al Lago Ghedina, Zuel e Verocai.
Parcheggi e tapis roulant. Sono previsti addirittura 9 nuovi parcheggi, di cui alcuni coperti, per accogliere sciatori e spettatori delle gare. I più importanti sono all’ex Polveriera (760 posti coperti), all’ex Stazione (progetto ambizioso, ma contestato dai cittadini con due ricorsi al Tar, con 630 posti auto interrati, negozi, uffici, una piazza…), alla partenza della funivia Freccia del Cielo (dove l’imprenditore Falkesteiner vuole costruire un nuovo albergo di lusso), al Palaghiaccio (al posto di un prato) e a Fiammes. In pratica il paese sarebbe circondato da parcheggi, mentre a qualche km si amplieranno quelli di Cinque Torri, Passo Tre Croci e Passo Falzarego, e in altri 14 punti ci saranno interventi per parking minori. Previsto poi un tapis roulant sotterraneo per spostare i pedoni da una parte all’altra del centro, con fermata in Corso Italia.
In nome dell sci. Gli interventi agli impianti sciistici sono 9. Nel Masterplan Olimpico è inserita una nuova cabinovia dal centro a Socrepes, che rientra nella proposta di partenariato pubblico-privato per la nuova mobilità interna, con 6,7 milioni della Regione Veneto, 25 milioni del ministero delle Infrastrutture e 66,7 milioni di una società privata. Già realizzato, invece, l’impianto Son dei Prade-Bai de Dones, che collega il comprensorio sciistico delle Tofane con le Cinque Torri. Ammodernamenti sono previsti in altri 4 impianti, mentre sarà ampliato il bacino artificiale a Col Drusciè e creato uno nuovo alle Cinque Torri.
Carosello in alta quota. Il progetto più ambizioso, ma più discutibile dal punto di vista dell’impatto è costituito dai nuovi impianti per collegare Cortina al comprensorio Civetta-Val di Zoldo e alla Val Badia, per entrare nel circuito Dolomiti Superski. Significa passare per il Falzarego da una parte, per Cinque Torri e Passo Giau. Finora si trattava di ipotesi, ora la Regione ha avviato uno studio di fattibilità e per la prima volta in zone incontaminate delle carte geografiche vengono indicati i percorsi degli impianti di risalita. Tutto in nome del “circo bianco”.